Plurilinguismo a Fiume: una conquista che si richiama alla storia e alla cultura

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Plurilinguismo a Fiume: una conquista che si richiama alla storia e alla cultura

FIUME Alla Città di Fiume il bilinguismo va “stretto”. Il capoluogo quarnerino punta a diventare il fulcro del plurilinguismo in Croazia. Il merito di questa conquista spetta, in buona parte, all’opera di sensibilizzazione compiuta dalla Comunità degli Italiani di Fiume e dagli esuli “patochi”, più concretamente dalla Società di studi fiumani e dall’Archivio-Museo Storico di Fiume. Un lavoro portato avanti con costanza e grazie al quale entro la fine dell’anno nel centro storico della città di San Vito saranno indicati pubblicamente gli odonimi storici indubbi. Un’operazione, quella del posizionamento delle targhe, che dovrebbe essere completata entro il 2020.

A presentare il progetto legato alla valorizzazione del patrimonio toponomastico fiumano è stato il sindaco Vojko Obersnel. Alla conferenza stampa convocata ieri al Palazzo municipale, oltre al primo cittadino, sono intervenuti pure il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, il presidente del sodalizio di Palazzo Modello, Melita Sciucca, il presidente dell’Assemblea comunitaria, Moreno Vrancich, e il presidente della Società di studi fiumani, Giovanni Stelli. All’incontro – che ha suscitato l’interesse di numerose redazioni informative, sia croate sia estere –, era presente pure il direttore dall’Archivio-Museo Storico di Fiume, Marino Micich.

Progetto accarezzato a lungo
A illustrare la genesi e le peculiarità dell’iniziativa è stato Vojko Obersnel. “Ci siamo riuniti per presentare un progetto del quale si è discusso a lungo. Ora, per certi versi, è maturato il momento di procedere alla realizzazione del medesimo”, ha esordito il primo cittadino. “Quando nel 2012 abbiamo varato il progetto legato a Fiume – Capitale europea della cultura (CEC), abbiamo stabilito immediatamente che una parte rilevante del programma della manifestazione sarebbe stato incentrato sulla storia cittadina. Tutto ciò che oggi abbiamo a Fiume è frutto della sua storia”, ha rilevato il sindaco. “Inoltre – ha proseguito – la storia fiumana è particolarmente interessante. Basti pensare che nel corso del secolo scorso Fiume ha visto succedersi, a seconda di come vengano conteggiate, nove entità statali distinte”. “Proprio queste ragioni ci hanno spronato a valorizzare adeguatamente la storia cittadina. D’altronde è proprio la nostra storia che ha generato una sorta di leitmotiv della nostra candidatura a Capitale europea della cultura. Una vocazione che si rispecchia alla perfezione nello slogan che abbiamo coniato per promuovere l’evento, ossia ‘Porto della diversità’”, ha dichiarato Obersnel. “La storia – ancora Obersnel – ha contribuito a generare e far sviluppare questa diversità, una caratteristica della quale andiamo fieri. La nostra diversità si manifesta innanzitutto attraverso le persone – in virtù delle loro origini, appartenenza nazionale e religiosa –, ma è testimoniata anche dal patrimonio architettonico e da numerose altre nostre eredità culturali”.

Presenza storica della CNI
“Contestualmente all’impegno investito nel progetto Fiume – CEC, è presente da lungo tempo pure l’auspicio della Comunità italiana locale, quello di porre in risalto la sua presenza storica in città. A tale proposito, sul tema del bilinguismo si sono sviluppati numerosi dibattiti, con da una parte i circoli favorevoli e dall’altra quelli scettici. Siamo riusciti a individuare una soluzione di compromesso”, ha affermato Obersnel. “Il compromesso al quale mi riferisco – ha osservato – ci consentirà di promuovere il bilinguismo, ma non solo, attraverso il prisma della cultura e della storia”.
“La nostra idea consiste nell’esporre nella Cittavecchia, più correttamente in quelle vie per le quali possiamo risalire ai nomi storici, delle tabelle con gli odonimi che si sono susseguiti nel corso del tempo. Ovviamente i dati più numerosi risalgono al periodo quando Fiume si trovava sotto l’amministrazione italiana. Tuttavia, esistono anche vie per le quali è possibile appurare gli odonimi di altre epoche”, ha chiarito Obersnel. Il sindaco ha spiegato che inizialmente il progetto riguarderà una trentina di vie, calli e piazze ubicate nel nucleo storico.
Obersnel ha sottolineato l’essenziale contributo dato alla riuscita del progetto dalla Società di studi fiumani con sede a Roma. “Il libro di Massimo Superina, ‘Lo Stradario di Fiume – Piazze, vie, calli e moli dal Settecento ad oggi’ (edito nel 2015 grazie al contributo concesso dal governo italiano attraverso la Legge 191/09 – mod 2012, nda) è stato una delle fonti essenziali alle quali ci siamo affidati per risalire alle informazioni delle quali avevamo bisogno. Si tratta di un volume pubblicato proprio dalla Società di studi fiumani”, ha notato Obersnel. “Un libro – ha fatto presente – nel quale sono stati elencati in modo attendibile i dati relativi ai nomi delle vie fiumane nel corso della storia. Non solo durante il periodo italiano, ma anche prima e dopo”.
Il sindaco ha chiarito che stabilire la cronologia dei nomi delle vie è risultato un compito tutt’altro che semplice. Ha ammesso che esistono delle situazioni specifiche che devono ancora essere chiarite. A tale proposito Obersnel ha menzionato il caso dell’odierna piazza Kobler. “Nel corso del tempo la piazza ha cambiato ripetutamente nome. La chiamavano piazza Grande, piazza del Magistrato, piazza dei Frutti, piazza delle Erbe, piazza Giovanni Kobler. Addirittura in un periodo è stata denominata Povrćarski trg, per diventare dal 1952 piazza Ivan Kobler. Credo che quest’esempio sia sufficiente per far intravedere la complessità dell’impresa”, ha detto Obersnel.

Bando ai totalitarismi
A chiarire gli intenti che hanno spinto la Comunità degli Italiani di Fiume a imbarcarsi in quest’impresa è stato Moreno Vrancich. “Il nostro scopo consiste nel segnalare tutti i nomi che le vie hanno portato nel corso della storia. In altre parole valorizzare la grande tradizione che la città vanta”, ha spiegato il presidente dell’Assemblea del sodalizio di Palazzo Modello. “Molte vie hanno mutato intestazione ogni volta che è cambiato il potere. Un esempio simpatico ci è dato dalle vicissitudini legate al nome della strada più corta che abbiamo in città: via Šišmiš (pipistrello). Nel XIX secolo questa via era nota con l’odonimo Vicolo dei frutti, per diventare nel 1911 Calle dei Pipistrelli, poi nuovamente Vicolo dei frutti (1916) e successivamente di nuovo Calle dei Pipistrelli (1919). Ciò avveniva poiché il termine pipistrelli indicava il soprannome di una lobby politica fiumana. A seconda di chi saliva al potere l’azione di questo partito veniva esaltata o diventava scomoda”, ha raccontato Vrancich. Ha chiarito che le 31 strade incluse nella prima fase del progetto si trovano tutte nella Cittavecchia e che nessuna di esse costituisce un problema per quanto concerne l’eredità dei regimi totalitari.
“Per i fiumani questo è un avvenimento molto importante. Credo che lo stesso si possa dire anche per una fascia di popolazione più ampia. Ritengo che questo progetto contribuirà a promuovere Fiume anche dal punto di vista turistico. Non dobbiamo scordarci che le vicende della nostra città interessano parecchio pure agli austriaci, agli ungheresi e agli italiani”, ha fatto presente Vrancich.

Enorme valenza simbolica
Dal canto suo Melita Sciucca ha ringraziato il sindaco e il Consiglio comunale per avere dato luce verde al progetto. “Una decisione di un’enorme valenza simbolica, non solo per la Comunità degli Italiani, bensì per tutta la città, la sua storia e le sue tradizioni”, ha notato la presidente della CI di Fiume. “L’intreccio tra le varie culture è da sempre una caratteristica della nostra città. Ritengo che si stia dando un messaggio importante alle giovani generazioni. Un invito alla tolleranza e all’apertura. Fiume è ed è sempre stata il simbolo di questo modo di ragionare”, ha puntualizzato Melita Sciucca.

Un dialogo fecondo
Il presidente della Società di studi fiumani, Giovanni Stelli, ha ringraziato il sindaco per aver sottolineato l’importanza dell’opera di Massimo Superina per la riuscita del progetto. “Quello presentato oggi è un risultato molto, molto importante. Questo esito, in qualche modo, è anche merito di un dialogo. Un discorso che noi esuli abbiamo intrapreso all’indomani della caduta del Muro di Berlino con la Comunità degli Italiani di Fiume e con i rappresentanti della maggioranza croata. Con il passare del tempo questo dialogo è migliorato costantemente. In particolare, nel corso di questi anni i rapporti con il sindaco Obersnel si sono dimostrati molto fecondi”, ha affermato Stelli. Il presidente della Società di studi fiumani ha lodato Obersnel per la disponibilità dimostrata. “Lo ringrazio – ha proseguito – per aver manifestato uno spirito d’apertura di stampo europeo. Uno spirito inclusivo e non esclusivo. Uno spirito in cui, nel rispetto delle differenze, si cerca l’universale. L’universale non rappresenta l’omologazione, non è la globalizzazione che uniforma tutto e cancella le differenze. Il vero senso dello spirito universale si rispecchia nel rispetto delle diversità, che sono una ricchezza. Secondo me, nel caso della nostra città questo è particolarmente vero”.

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