Pace. Imparare dal passato

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Pace. Imparare dal passato

TRIESTE | Due notizie si sono intrecciate ieri mattina a Trieste: da piazza Unità, nel caldo di una domenica mattina, labari, divise, bandiere e discorsi ricordavano la fine della Prima guerra mondiale, cent’anni fa, mentre qualche ora prima era stato inaugurato il primo collegamento ferroviario Italia-Slovenia con la riapertura della tratta ferroviaria Udine-Trieste-Lubiana. Il nuovo servizio transfrontaliero, nato dalla collaborazione tra FVG e Slovenia, veniva inaugurato alla stazione centrale, alla presenza, fra gli altri, del commissario europeo ai Trasporti, Violeta Bulc, del ministro delle Infrastrutture sloveno, Peter Gasperšič, del sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti italiano, Armando Siri e del presidente dell’FVG, Massimiliano Fedriga.

La distanza fa riflettere

Cent’anni, la distanza fa riflettere. Intanto si ricordano le vittime della Grande guerra che ha coinvolto tutto il territorio alle “spalle” di Trieste, di cui molto è stato scritto ma che è giusto non dimenticare: la storia oggi più che mai deve diventare maestra di vita mentre tutto sembra scontato, comprese l’Europa, la pace, il dialogo, i contatti. È stata l’Unione degli Istriani, in collaborazione con la Regione FVG e con il Comune di Trieste, ad assumersi l’organizzazione del “27.esimo Incontro Italo-Austriaco della Pace” iniziato venerdì pomeriggio.
“La presenza a Trieste dei vertici dei governi italiano e austriaco è la testimonianza di quanti passi avanti siano stati fatti lungo il percorso che dalla tragedia della Prima guerra mondiale ha portato alla pace e all’Europa contemporanea”, ha rilevato il presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, proseguendo: “Non ricordiamo soltanto degli avvenimenti storici, ma le tante persone che sono state mandate a combattere in terre che non conoscevano e non consideravano proprie e che hanno perso la vita per darci il futuro che oggi possiamo vivere”. Ed è “proprio da queste basi” che “dobbiamo partire per far sì che l’Unione europea non sia una realtà autoreferenziale, ma un’istituzione attenta alle persone che pone al centro della propria azione i bisogni dei popoli”.

Storia tragica

In questi cent’anni hanno pesato l’esito di due guerre mondiali, devastanti per Trieste che tra pochi giorni ricorderà anche il triste anniversario dall’annuncio delle Leggi razziali proprio da P.zza Unità. Proprio per l’intrecciarsi di questa storia tragica e difficile, ricordare gli eventi, significa trarre dal passato le giuste indicazioni per il presente. L’Unione europea, per questo nostro territorio significa anche tutto questo: la pacificazione e l’idea di futuro. A cent’anni dalla fine della Grande guerra – è stato rilevato più volte in questi giorni – era giusto che avesse sede a Trieste l’Incontro Italo-Austriaco della Pace per confermare l’amicizia che lega da tempo i due popoli e per commemorare i caduti di ambedue le parti. Gli incontri hanno avuto inizio con la deposizione delle corone davanti al Monumento ai caduti italiani – sul piazzale della Rimembranza del colle di San Giusto – e alla targa dedicata ai caduti italiani in divisa austro-ungarica. Le cerimonie, organizzate dall’Unione degli Istriani in collaborazione con il Comune di Trieste e la Regione FVG ed il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno visto anche la partecipazione del prefetto e del questore di Trieste Annapaola Porzio e Isabella Fusiello, dell’assessore comunale all’Urbanistica Luisa Polli. Sottolineando l’importanza di mantenere vivo il ricordo delle vittime del primo conflitto mondiale, il ministro Fontana ha ricordato come “l’obiettivo per il futuro, sia quello di fare in modo che l’Europa sia un luogo dove vengono rispettate le identità, le tradizioni, la cultura di ogni popolo, nel dialogo e nella discussione. Credo che sia l’unico futuro che può avere l’Europa e sono convinto che potremo farlo anche con l’aiuto del nostro governo e del governo austriaco”.

Sfilata nel centro di Trieste

Imparare dal passato, come ha sottolineato il ministro della Difesa austriaco, Mario Kunasek: “Dobbiamo ricordare sempre che la pace non è una cosa ovvia, né scontata e dobbiamo lavorare ogni giorno per mantenerla. Penso che sia il governo austriaco che quello italiano, così come anche altri in Europa, sappiano cosa fare per mantenere la pace”.
Nel pomeriggio di sabato le celebrazioni sono proseguite con la messa officiata dall’arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi, al Santuario di Monte Grisa e al Politeama Rossetti, con l’esibizione della Banda Imperiale di Vienna con un concerto in omaggio a tutti i caduti della Grande Guerra.
Domenica mattina, da piazza San Giovanni, si è staccata la sfilata che ha percorso il centro di Trieste per concludersi in piazza Unità con i discorsi ed un concerto della Banda Refolo, che ha chiuso i tre giorni di manifestazione. Gli Incontri Italo-Austriaci della Pace che si sono tenuti a Trieste per la prima volta sono partiti quasi trent’anni fa dal Passo del Tonale con gli allora ministri degli Esteri Emilio Colombo e Alois Mock. La scorsa edizione si era tenuta a Trento e Rovereto.

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