Minoranze. Indispensabile un’intesa tra Roma e Lubiana

0
Minoranze. Indispensabile un’intesa tra Roma e Lubiana
La visita alla redazione del Primorski dnevnik. fOTO ALBUM PRIVATO

Il futuro della minoranza nazionale slovena in Italia e di quella italiana in Slovenia si prospetta più roseo. È quanto si può dedurre dalla visita di due giorni che la Commissione parlamentare della Repubblica di Slovenia per gli sloveni all’estero, accompagnata dal console generale sloveno a Trieste, Gregor Šuc, ha fatto alla minoranza slovena in Italia. In questo contesto Felice Žiža, deputato della minoranza nazionale italiana e membro della Commissione, e Suzana Lep Šimenko, presidente della Commissione, hanno incontrato i rappresentanti dell’SKGZ e dell’SSO, ossia delle due associazioni che rappresentano gli sloveni in Italia, rispettivamente Ksenija Dobrila e Walter Bandelj, i quali hanno fatto loro da guida nel territorio fra Trieste e Gorizia, dove risiede la maggioranza degli sloveni d’Italia.

L’intera comunità conta circa 80mila persone. Il dato esatto non è noto, perché l’ultimo censimento risale ormai a vent’anni fa, ma poco cambia. Sparsi fra Muggia e Tarvisio lungo il confine con la Slovenia e a sinistra fino a Treviso, gli sloveni sono più attivi che mai e pianificano tutta una serie di attività per il loro futuro, fra problemi da risolvere e opportunità da cogliere.

Lauree universali

Durante gli incontri uno dei temi dei quali si è parlato più a fondo è stato quello relativo all’equipollenza dei titoli di studio. “La Slovenia, così come la Croazia, riconosce quasi tutte le lauree automaticamente; una delle poche eccezioni viene applicata nel campo scolastico, dove in Slovenia per insegnare sono necessari tutta una serie di esami di pedagogia in più. Martedì prossimo il ministro dell’Università, della Scienza e dell’Innovazione, Igor Papič, sarà a Roma per incontrare il suo omologo italiano e per firmare un accordo di collaborazione nell’ambito della ricerca, ma anche il tema dei titoli di studio sarà all’ordine del giorno. Per questo i rappresentanti delle associazioni degli sloveni in Italia ed io abbiamo mandato una lettera congiunta al ministro, per spiegargli più nel dettaglio la situazione e chiedergli che venga trovata una soluzione comune”, ci ha raccontato Felice Žiža.

Il problema non è nuovo, ma ultimamente si è ripreso a parlarne con una certa frequenza, con il deputato italiano alla Camera di Stato che si è fatto promotore delle richieste del mondo della scuola. Il problema riguarda tutta la CNI, dove c’è una carenza di insegnanti anche perché chi si laurea in Italia ha poi difficoltà a trovare impiego nelle nostre scuole. Apprendiamo ora però che è un problema sentito anche in Italia. “In questi giorni abbiamo fatto visita a vari istituti scolastici e abbiamo avuto una riunione con i presidi delle scuole slovene in Italia dove abbiamo appreso che anche loro hanno i nostri stessi problemi. Vogliono che i loro insegnanti studino in Slovenia, anche per motivi linguistici, ma poi al ritorno in Italia hanno degli esami che mancano”, ci ha riferito Felice Žiža, dopo l’incontro al Narodni Dom con i presidi delle 14 scuole del territorio, che vantano circa 4.000 iscritti.

Nel Centro imprenditoriale, con i rappresentanti della Banca slovena. Foto album privato

Accordi internazionali

Durante la visita si è parlato anche della necessità di firmare un accordo bilaterale fra Slovenia e Italia per fare seguito al Memorandum trilaterale tra Croazia, Italia e Slovenia sulla tutela della minoranza italiana in Croazia e Slovenia, sottoscritto da Italia e Croazia il 15 gennaio 1992 a Roma. Negli anni successivi si è firmato un bilaterale fra Italia e Croazia, ma è sempre mancato quello fra Italia e Slovenia, che ora viene chiesto con forza sia dai rappresentanti degli italiani in Slovenia che da quelli sloveni in Italia. “La firma di questo accordo sarebbe molto utile per entrambe le Comunità e bisogna quindi capire quale sia la strategia migliore per portare i rispettivi governi alla firma”, ha affermato Felice Žiža.

Un altro accordo internazionale del quale si è parlo riguarda quello sullo sviluppo della base economica, previsto dal Memorandum di Londra del 1954. “I premier di Slovenia e Italia ne hanno parlato al loro ultimo incontro. Noi in Slovenia abbiamo un accordo di questo tipo con l’Ungheria, dove ognuno finanzia la minoranza dell’altro nel proprio Paese. Questo fa sì che i mezzi investiti non vadano fuori dai confini nazionali e permettano così di sviluppare sì la minoranza nazionale, ma nel contesto economico dello stesso governo che ha stanziato i mezzi. È su questa strada che si spera di trovare un accordo fra Slovenia e Italia, con i primi finanziamenti che dovrebbero partire a iniziare con il 2025”, ha affermato il parlamentare della CNI, che ha insistito per inserire il sostegno della base economica negli accordi di collaborazione firmati nel momento della composizione della maggioranza.

Istituzioni

Durante l’incontro si è fatto visita a diverse realtà, fra le quali il Primorski dnevnik, quotidiano della minoranza nazionale slovena in Italia, gli uffici di RAI 3 regionale, che opera in modo simile a TV e Radio Capodistria. “Essi vengono finanziati direttamente dal governo, mentre noi otteniamo i finanziamenti grazie al canone RTV, il bello però è che in entrambi i casi i bilanci non sono pubblici e quindi non sappiamo le cifre esatte, né per quanto riguarda le donazioni né per quanto riguarda i costi. Siccome le problematiche sono simili, come pure gli argomenti trattati, si è deciso di organizzare una riunione bilaterale fra le parti, per instaurare una collaborazione che possa dare beneficio a entrambi”, ha affermato Felice Žiža.

La visita alla biblioteca del Centro multimediale. Foto album privato

Una decisione simile è stata presa anche in ambito scolastico, dove a partire dall’anno prossimo verranno organizzate delle riunioni alle quali parteciperanno presidi e direttori delle scuole e degli asili sloveni in Italia come pure di quelli italiani in Slovenia, per uno scambio di buone pratiche e per collaborare in modo comune a dei progetti.

Un’ulteriore visita è stata fatta al Centro per l’imprenditoria di Gorizia, dove ci sono stati vari incontri con i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori. “Sono molto ben organizzati, soprattutto per quanto riguarda il settore agricolo”, ha affermato Felice Žiža, il quale è rimasto affascinato dal connubio fra imprenditoria, cultura e sport, con tutti e tre i segmenti racchiusi in un’unica struttura, che comprende anche una palestra, una biblioteca e aule studio che fungono da punto d’incontro per i giovani. “Sarebbe davvero il caso che venga in visita qui anche una delegazione della Croazia, per capire esattamente come funziona e quanto bene sono organizzati”, ha affermato il deputato della CNI.

Durante i due giorni la delegazione ha fatto visita anche a tre teatri, uno a Trieste e due a Gorizia. “Il Teatro stabile di Trieste di via Petronio è un gioiellino. Ha una sala principale con più di trecento posti e un’altra secondaria con un centinaio, oltre a molte altre stanze per prove e attività di vario tipo. È riservato interamente alla minoranza slovena, che può decidere di affittare quegli spazi a terzi in occasioni particolari”, ha dichiarato il parlamentare. Ci sono stati degli incontri anche con l’Associazione musicale e la Scuola di musica, ciascuna delle quali ha più di 500 iscritti che studiano regolarmente e poi si esibiscono.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display