Morti di Castua, cerimonia commemorativa congiunta

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Morti di Castua, cerimonia commemorativa congiunta

Il rinvenimento di Castua approda anche a Palazzo Montecitorio. Il senatore Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) è intervenuto in aula riportando la notizia della “riesumazione dei resti di italiani uccisi dalla polizia politica titina, la famigerata OZNA, nel maggio del 1945 e gettati in una fossa comune nel tentativo, purtroppo riuscito, di effettuare la pulizia etnica degli italiani. La scoperta dei corpi – a ricordato – è avvenuta grazie all’impegno del nostro Ministero della Difesa, del nostro consolato a Fiume diretto dal Console generale Paolo Palminteri in collaborazione con il governo croato, mostratosi davvero solerte e solidale nel rispondere alle sollecitazioni italiane. Ma qui voglio rimarcare che il merito più grande va soprattutto alla Società di Studi Fiumani e alla FederEsuli per l’impegno decennale, mai venuto meno, a difesa della memoria della nostra gente”.
“Onorevoli colleghi, tra i resti estratti risultano esserci quelli del Senatore Riccardo Gigante ucciso, con i suoi compagni, a guerra finita. Credo sia nostro dovere – ha concluso – accogliere ufficialmente le spoglie di chi ci ha preceduto. Sia partecipando a una cerimonia congiunta con i colleghi croati a Fiume, così per dimostrare quanto le divergenze e gli odi del passato possano essere sepolti se esiste la volontà di farlo, sia qui in Italia una volta che l’Onorcaduti potrà indicare il luogo in cui verranno conservati i resti”.

Fossa comune

Sull’argomento si è espresso anche il presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, Antonio Ballarin, il quale in una nota ha rilevato che “il 5 luglio scorso a Castua, borgo a nord della città di Fiume, sono stati effettuati degli scavi presso una fossa comune localizzata già dal 1992 dalla Società di Studi Fiumani (sita a Roma) con l’aiuto del parroco locale. Una fossa dove, secondo le testimonianze raccolte, sarebbero stati sotterrati i corpi del senatore Riccardo Gigante e di altri militari e civili italiani; in tutto tra le 7 e le 9 persone, massacrati dai partigiani di Tito il 4 maggio 1945. Gli scavi, effettuati in accordo con il governo della Repubblica di Croazia da una ditta del luogo, rappresentano l’attuazione dell’Accordo in relazione alle sepolture di guerra, stipulato da una apposita Commissione mista italo-croata e sottoscritto a Zagabria il 6 maggio 2000. La fossa comune è profonda circa 3 metri ed era stata ricoperta, oltre che da terra, anche con pesanti massi”.
Ballarin spiega che la campagna di scavi “ha riportato alla luce degli scheletri frammisti (come si usa nel freddo gergo tecnico), ovvero indistinguibili, insieme ad una serie di oggetti che potrebbero aiutare all’identificazione, quali: due orologi, una protesi con due denti d’oro, dei pettini, un gemello da polso ed un bocchino. Tutto ciò che è stato trovato nella fossa comune è stato consegnato al Consolato generale italiano di Fiume. L’indagine, ora, prevede altri passaggi, quali l’analisi di un anatomopatologo per l’individuazione del numero effettivo delle persone sepolte”.

Lapidi multilingui

Un’operazione di portata storica, considerato che dalle riesumazioni dalle foibe in Istria nel 1943-1945 (in seguito anche a Trieste e nel Goriziano) non è stata fatta più alcuna ricognizione e soprattutto alcuna attività analoga nel Fiumano. “Anche se quei poveri resti, a tutt’oggi, risultano essere ufficialmente di persone ignote – ha rimarcato –, per tutto il mondo dell’Esodo lo scavo alla fossa di Castua rappresenta un successo, seppure amaro, conseguito a decenni di distanza e ottenuto grazie all’insistenza delle Associazioni che hanno da sempre richiesto di onorare i propri caduti. La Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, fin dalla sua costituzione, ha continuamente svolto un’azione di interlocuzione con le Istituzioni italiane, affinché si facessero carico di dialogare con le omologhe autorità croate, al fine di ottenere un semplice gesto di pietà umana, atteso, purtroppo, ancora da molte vittime. Per questo la Federazione ringrazia sentitamente il Commissariato per le Onoranze ai Caduti in Guerra, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – il cui Tavolo di coordinamento Governo-Associazioni degli Esuli ha reso possibile questa iniziativa – e, infine, ma non di certo ultime, le autorità croate per l’alto senso di civiltà dimostrata. La Federazione chiede che una tale pietà verso le vittime dell’insensata violenza scatenatasi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, possa manifestarsi apponendo lapidi multilingue nei luoghi accertati che hanno visto gli orrori dei massacri, affinché la memoria non vada perduta e possa essere monito per le generazioni future, liberate, una volta per sempre, dalle pulsioni nefaste dei nazionalismi così come dall’insensata ideologia”, conclude il presidente Ballarin.

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