La Gong contro le iniziative referendarie

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La Gong contro le iniziative referendarie

ZAGABRIA | La Gong ha espresso la propria contrarietà nei confronti delle iniziative referendarie promosse dalle associazioni della società civile “Verità sulla Convenzione di Istanbul” e “Il popolo decide”. Contemporaneamente, ha inviato alle élite politiche un chiaro messaggio: è necessario modificare la legislazione in materia di referendum e di elezioni.

“Non siamo d’accordo con il referendum voluto dall’associazione ‘Verità sulla Convenzione di Istanbul’ perché riteniamo che, con la ratifica del documento del Consiglio d’Europa sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, la Croazia abbia fatto un importante passo avanti nella tutela dei diritti umani. Perciò la sua cancellazione determinerebbe un pericoloso passo indietro. Tenendo conto dell’importanza del rispetto dei diritti umani e dell’impegno per le pari opportunità, non possiamo e non vogliamo appoggiare iniziative simili”, si legge nel comunicato della Gong.
Per quanto concerne il referendum che l’associazione civica “Il popolo decide” vorrebbe indire con l’intento di modificare le regole elettorali, la Gong ha espresso il parere che “pur non volendo sminuire l’importanza dell’impellente necessità di regolamentare e democratizzare il sistema elettorale e i partiti politici, riteniamo che i contenuti del quesito referendario con cui si intende ridurre il numero dei deputati al Sabor sanciti dalla Costituzione, ridurre il numero dei deputati delle minoranze, introdurre tre voti preferenziali, ridurre la soglia elettorale al 5 al 4 per cento e introdurre il voto elettronico e per posta, non debbano essere regolamentati dalla Costituzione, ma da un’unica Legge elettorale”. Per questo motivo la Gong auspica al più presto un dibattito pubblico che coinvolga quanti più esperti, “per poter finalmente disporre di una Legge elettorale che assicuri un valido equilibrio tra la democrazia rappresentativa e quella diretta”. Comunque sia dalla Gong è stato espresso l’auspicio che il legislatore modifiche quanto prima le norme che regolano la materia elettorale e quella referendaria onde evitare nuove iniziative da parte di gruppi d’interesse.

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