Le masserizie raccontano episodi di vita vissuta

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Le masserizie raccontano episodi di vita vissuta

TRIESTE | È proseguito ieri a Trieste il Viaggio della Memoria delle scolaresche di Roma accompagnate dal sindaco Virginia Raggi. In mattinata tappa in Porto Vecchio. Per quante volte si visiti il Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, l’emozione prende allo stomaco o, come afferma giustamente Donatella Schürzel, dell’ANVGD di Roma, “si chiude il cerchio nel percorso della Memoria che racconta l’esodo e le foibe”. Trieste rappresenta tutto ciò: due guerre mondiali, i quaranta giorni dei partigiani di Tito in città, il governo militare alleato, i campi profughi…una storia con tante sfumature che continuano a macinare presente.

Un monito della storia

Dovrebbe essere un monito, o almeno questo è quanto si cerca di sottolineare anche nei tanti viaggi dei giovani delle scuole di tutta Italia che vengono a visitare Redipuglia, Basovizza, Padriciano, San Sabba e Magazzino 18 o il Museo di via Torino. Un pellegrinaggio che è diventato tradizione per la Città di Roma grazie al progetto voluto dalla Società di Studi Fiumani e dal Comitato di Roma dell’ANVGD e fatto proprio dai massimi esponenti della capitale.

Le «povere cose» rimaste

Quasi duecento ragazzi stipati nella sala che apre l’itinerario di visita nel blindato Porto Vecchio, dove per entrare ci vuole uno speciale permesso. Ad accogliere la delegazione romana, l’assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi (originario di Umago, ndr), il presidente dell’IRCI, Franco Degrassi e il direttore Piero Delbello, quest’ultimo anche guida agli spazi in cui vengono custodite dopo più di sessant’anni, le masserizie degli esuli giuliano-dalmati. Una realtà destinata, ancora una volta, ad essere spostata, così come è successo più volte nel corso della storia, principalmente a causa di un incendio, poi per l’inventariazione delle “cose” rimaste. “Povere cose” canta Cristicchi in una delle canzoni del suo spettacolo Magazzino 18. Ma cose che valgono tante vite.

Destinazione Magazzino 26

Ora il materiale diviso e censito dovrebbe essere trasferito al restaurato Magazzino 26 per diventare un Museo vero e proprio “senza tarli, ma con la polvere”, scherzano i giornalisti in attesa dell’arrivo del gruppo. La conferma viene proprio da Giorgio Rossi, quasi una promessa agli ospiti da Roma, che nei prossimi viaggi potranno ammirare la nuova sistemazione.
Per docenti e studenti la visita di ieri mattina ha chiuso un aspetto molto amaro e pesante del loro Viaggio della Memoria, iniziato il giorno prima con Redipuglia, Basovizza, Padriciano e San Sabba. Magazzino 18 è una conclusione forte che, nelle parole incisive di Piero Delbello in quelle sale piene di sedie, armadi, suppellettili, quadri, letti, cucine, materiale didattico, giocattoli, e così via, testimoniano episodi di vite vissute, un tempo che il tempo sta cancellando, inesorabilmente, senza che ci sia un progetto vero sulla loro destinazione, non nei luoghi, ma nelle coscienze della gente. Qui, in questo luogo, tutto si ridimensiona, anche la politica tace e i negazionismi non riescono a scalfire l’evidenza dei fatti. La conoscenza vale più di qualsiasi legge o decreto o punizione. Il viaggio è proseguito nel pomeriggio verso Capodistria.

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