Giù le mani dalle minoranze

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Giù le mani dalle minoranze

Il quesito referendario dell’iniziativa civica “Il popolo decide” è ormai sulla bocca di tutti. Mascherato da un intento nobile, quello di rendere la legge elettorale più giusta ed equa, in realtà propone la “retrocessione in Serie B” dei deputati parlamentari delle minoranze ai quali verrebbe negata la possibilità di esprimere un proprio giudizio e quindi anche di votare su questioni “riservate ai croati puri”, e cioè sulla Finanziaria e sulla fiducia al governo.
Pur pagando le tasse in Croazia, i deputati minoritari sarebbero in pratica ridotti al ruolo di osservatori, a differenza degli onorevoli della diaspora croata i quali, pur non pagando le tasse in Croazia, otterrebbero il diritto di votare su questioni di importanza fondamentale per lo Stato, senza subirne però le conseguenze, perché non vivendo nel Paese non condividono neppure le sorti dei loro connazionali in patria e men che meno degli appartenenti alle varie minoranze nazionali. Le opinioni dei politici in Istria e a Fiume sono più che mai convergenti…

Rovigno si oppone a ogni forma di totalitarismo
“Egregie concittadine, egregi concittadini, invitiamo tutti i cittadini di Rovigno e gli abitanti dell’Istria a negare il sostegno all’iniziativa ‘Il popolo decide’ relativa alla modifica della legge elettorale, poiché dietro il quesito referendario si nasconde un tentativo inaudito e anticostituzionale di togliere l’uguaglianza dei diritti garantita dalla Costituzione ai cittadini della Repubblica di Croazia!”, sostengono Marko Paliaga e Marino Budicin, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Rovigno, quest’ultimo anche presidente della Comunità degli Italiani “Pino Budicin”.
“Dietro all’invito a modificare la legge elettorale – aggiungono – si nasconde un’intenzione escogitata scaltramente e soprattutto anticostituzionale, con la quale alle minoranze nazionali e ai suoi rappresentanti si vuole togliere il diritto di voto in merito a due temi molto importanti per il funzionamento dello stato croato: la fiducia al governo e l’approvazione del bilancio della Repubblica di Croazia. Bilancio che riempiono pure loro, considerato che tutti i cittadini residenti nella Repubblica di Croazia, indipendentemente dalla loro nazionalità, sono suoi contribuenti!”.
“Per questo motivo loro hanno diritto, in ugual misura, ad avere i propri rappresentanti al Sabor e hanno diritto a una propria presa di posizione in merito al Governo e al bilancio e tale presa di posizione nella democrazia rappresentativa viene trasmessa dai loro deputati al Sabor. Negando tale diritto, parte dei nostri concittadini e cittadini della Repubblica di Croazia diventerebbero cittadini di seconda classe, privati del legittimo diritto democratico di partecipare a pieno diritto alla vita politica e sociale del nostro Paese”.
“Dobbiamo opporci all’iniziativa – sono concordi Paliaga e Budicin – con la quale si chiede la riduzione dei diritti dell’uomo! Abolire l’uguaglianza dei diritti significa abolire una società libera e democratica. Dobbiamo opporci alla rivoluzione conservatrice che lentamente, ma sicuramente, riporterebbe indietro la Croazia. Oggi a queste correnti conservatrici e pericolose disturbano le minoranze nazionali, domani forse disturberanno gli ammalati o gli invalidi e forse dopodomani le persone con un colore sbagliato degli occhi”.
“Siamo in un momento in cui è estremamente importante tenere gli occhi aperti ed esprimere e vivere senza indugio e paura le proprie convinzioni, ovvero che la maggioranza ha l’obbligo di proteggere la minoranza. Siamo esposti a una manipolazione contenuta nei falsi messaggi positivi con i quali si suggerisce che ‘il popolo decide’. Nella sostanza di questa iniziativa si nasconde l’ostilità nei confronti degli appartenenti alle minoranze nazionali in Croazia. I cambiamenti del sistema elettorale sono necessari, ma sicuramente non devono essere a scapito delle minoranze nazionali. Per questo motivo non dobbiamo permettere che si negozi e che si manipolino i diritti esistenti delle minoranze nazionali”.
“Dimostriamo che l’Istria vive e respira la libertà, l’uguaglianza, la pariteticità e la multiculturalità, che l’Istria è contraria ad ogni forma di totalitarismo. Dimostriamo che anche gli appartenenti alla popolazione maggioritaria sono pronti a prendere le difese della popolazione minoritaria con la quale nella nostra città vivono in armonia da molti secoli o decenni. Fermiamo queste insidie inaccettabili e malvage delle correnti conservatrici estremiste e retrograde nella società croata che desiderano abolire i principi democratici che abbiamo raggiunto con fatica e che viviamo e desideriamo continuare a vivere”.

Sono metodi subdoli e anticostituzionali Uguaglianza e multiculturalità i veri valori
“Giù le mani dalle minoranze nazionali, perché è anticostituzionale togliere il voto ai loro deputati…”. Per Vili Bassanese, sindaco di Umago e presidente dell’SDP dell’Istria, non ci sono equivoci, i diritti fondamentali vanno rispettati.
“L’iniziativa ‘Il popolo decide’ ha avviato nella nostra città e regione la raccolta delle firme per l’indizione del referendum costituzionale. La Città di Umago non mette in dubbio il diritto irme nelle aree pubbliche, né intende ostacolare simili iniziative con impedimenti di natura amministrativa. Tuttavia, in qualità di sindaco della Città di Umago, nonché presidente della direzione regionale del partito socialdemocratico SDP, desidero informare i cittadini in merito all’intento dell’iniziativa di togliere – in modo subdolo e anticostituzionale – ai deputati parlamentari esponenti delle minoranze nazionali il diritto di voto per la fiducia al Governo della Repubblica di Croazia e l’approvazione della finanziaria”.
“Desidero avvertire i cittadini che sottoscrivendo la petizione si avvia un’iniziativa che potrebbe sottrarre alle nostre minoranze nazionali il diritto all’uguaglianza sancito dalla Costituzione e dalla legge. Senza mettere in dubbio il diritto di ciascun individio di esprimere le proprie idee e opinioni, ritengo opportuno reagire con fermezza di fronte a un’azione volta ad introdurre l’idea di cittadini di prima e seconda categoria. Le minoranze nazionali, oltre ad essere parte integrante della nostra società, costituiscono una risorsa da tutelare a livello cittadino, regionale e nazionale”.
“Spinto dalla convinzione di reciproco rispetto, fiducia e comprensione tra maggioranza e minoranza, invito tutti i cittadini di Umago a non dare il proprio appoggio all’iniziativa ‘Il popolo decide’. Dimostriamo ancora una volta come Umago e l’Istria non desiderano togliere nulla a nessuno e che antifascismo, uguaglianza, pari opportunità e multiculturalità continueranno ad essere le colonne portanti della nostra vita quotidiana”, ha concluso Bassanese.

L’iniziativa va osteggiata facendo fronte comune
“Agendo in questa maniera, l’iniziativa de “Il popolo decide” lede indebitamente i diritti delle minoranze nazionali relegandole a categorie di secondo ordine rispetto agli altri cittadini croati – sostiene Boris Miletić, sindaco di Pola –. Da sindaco di una città che per molti aspetti costituisce un esempio da emulare per altre città di Croazia, esempio di buoni rapporti stabiliti nei confronti delle nostre minoranze nazionali, considero che proponimenti del genere siano semplicemente inaccettabili. La legge elettorale in detto contesto è del tutto irrilevante – un tanto è solo una strada in direzione del traguardo avente per scopo di relegare in ultima fila gli Italiani, i Bosgnacchi, i Serbi e le altre minoranze nazionali. Io, come tutti i cittadini di Pola, non posso approvare una cosa del genere che va osteggiata facendo fronte comune. Già nel 2015, a Pola, siamo riusciti a riconoscere – per primi in Croazia – quelle che si si sono rivelate delle tendenze preoccupanti, come pure a concentrare l’attenzione e a mettere in guardia in merito all’escalation dell’intolleranza e della discriminazione nei confronti di quelli che sono diversi da coloro che costituiscono la maggioranza nella società croata. Allora, personalmente, avevo chiamato a raccolta tutti i rappresentanti delle minoranze nazionali al parlamento con i quali ho sottoscritto la Dichiarazione contro l’insofferenza e l’etnocentrismo in Croazia. Quella si era rivelata una mossa indispensabile per porre in risalto la missione e il dovere di ogni parlamentare di impegnarsi a favore della tolleranza e della democrazia, del pluralismo politico e dei diritti minoritari, che finora siamo riusciti ad affermare. Inoltre, ritengo che l’istituto del rappresentante delle minoranze nazionali al Sabor rappresenti una delle migliori conquiste della nostra democrazia”.
“Sono grato ai parlamentari delle minoranze – ha aggiunto –per tutto quello che compiono a titolo di tutela dei diritti di tutte le comunità che rappresentano. Con il loro lavoro, la loro abnegazione, e, in definitiva, con i risultati conseguiti durante tutti questi anni, sono riusciti a giustificare il proprio seggio al Sabor. Ritengo parimenti, che l’unico principio corretto di convivenza comune, sia l’inserimento attivo di tutti i cittadini nel progresso della loro realtà urbana. Ragione per cui, mi rallegra moltissimo che Pola è stata da sempre un esempio di coesistenza multiculturale, multinazionale, convivenza e tolleranza e che per l’affermazione degli anzidetti valori di civiltà raggiunti, ci troviamo non solo in vetta alla Croazia, ma anche in Europa. Traendo le conclusioni, desidero risaltare che per un futuro migliore per i nostri discendenti, dobbiamo ambire ad una società di tipo aperto, ad una comunità che innanzitutto dimostri rispetto nei confronti delle diversità e permetta ai suoi cittadini di essere se stessi, di amare quelli che desiderano, di dire quello che pensano. La diversità rappresenta davvero la nostra ricchezza ed essa non ci può venire tolta da alcuno”.

Proposta assurda e ridicola e totale mancanza di rispetto
“Non si può parlare altro che di ingiustizia con un
secondo fine e per un proprio tornaconto. Secondo me l’obiettivo finale è quello di privare le minoranze nazionali della rappresentanza parlamentare, abolendo completamente i seggi minoritari al Sabor”, è l’opinione di Flavia Vigini Bellè, membro del Consiglio per la minoranza italiana della Città di Buie
“Oltre che essere definita una proposta assurda e senza alcun rispetto verso i cittadini di nazionalità diversa che vivono in questo Paese, è ridicolo soltanto il pensiero che al momento del voto sul bilancio e la fiducia al governo, i parlamentari delle etnie dovrebbero abbandonare l’aula, situazione inconcepibile nel XXI secolo, dove la multiculturalità è definita un vantaggio, una ricchezza per il territorio in generale”, conclude.

L’occhio è clericale, il nazionalismo è la polvere da sparo
“L’offensiva referendaria in atto, come pure quelle promosse in precedenza, hanno nel mirino il diverso. Diverso per genere e orientamento sessuale. Diverso per appartenenza etnica. L’occhio che sta dietro al mirino è clericale, la polvere da sparo è il nazionalismo. Soprattutto nelle sue forme più estreme”, è l’opinione di Fabrizio Radin, vicepresidente della Regione Istriana e presidente della Comunità degli Italiani di Pola.
“Il diverso disturba e deve venire marginalizzato, se non cancellato – aggiunge –, con le buone o con le cattive, in quanto corpo estraneo e fondamentalmente pericoloso. E ciò fa presa sull’immaginario collettivo. Che firma. Se la minoranza nazionale italiana perde la sua vera rappresentanza istituzionale politica, che non è l’associazione di cittadini denominata ‘Unione Italiana’, ma l’istituzione del deputato CNI al Sabor, o meglio: se tale rappresentanza viene svuotata delle sue prerogative, per la nostra Comunità nazionale minoritaria è l’inizio della fine. Tutto il resto, il mondo minoritario che conosciamo e che si è mantenuto, nonostante tutto, dal secondo dopoguerra ad oggi, è destinato a crollare per effetto domino. Inevitabilmente”.
“Che fare? Dalla classe politica possiamo aspettarci i soliti calcoli di opportunità, come già sperimentato dal governo di centro-sinistra a guida socialdemocratica in occasione del referendum – non impugnato davanti alla corte costituzionale – sul diritto di famiglia… Pertanto, le prospettive future in merito non sono confortanti. Dunque, non resta altro che il dovere civile di denunciare le cose chiamandole con il loro vero nome, protestando pubblicamente, perché è in gioco l’esistenza stessa della nostra comunità nazionale intesa come soggetto collettivo”, conclude Fabrizio Radin.

«Confido nella saggezza degli elettori»
“La raccolta di firme per questo referendum è una cosa spregevole e invito tutti i cittadini a non aderire e a non farsi trarre in inganno”, ha dichiarato il connazionale Erik Fabijanić, presidente dell’Assemblea della Regione litoraneo-montana.
“In generale la sinistra e il centrosinistra mettono al primo posto la sovranità del cittadino, indipendentemente dalla nazionalità, perché in base alla Costituzione tutti hanno pari diritti, soprattutto coloro che pagano le tasse – ha aggiunto –. La destra e l’estrema destra, invece, mettono al primo posto la sovranità della nazione e da questa prospettiva ritengono lecito un referendum del genere – spiega Fabijanić –. Però, la Costituzione parla chiaro e quello che sta succedendo è uno schiaffo per tutti i cittadini che non sono di nazionalità croata, ma che hanno difeso la Croazia durante la Guerra patriottica ed è un’offesa anche per tutto il popolo croato”.
Erik Fabijanić ritiene che si stiano mettendo in dubbio i seggi specifici, invece di controllare il numero dei voti ottenuti da determinati deputati.
“Comunque esiste una legge costituzionale sulle minoranze e in ogni caso sarà la Corte costituzionale a doversi esprimere in merito. Rammarica anche il comportamento dell’antipolitica, quella che ha assunto le vesti di partito politico e che si esprime come centro-destra oppure tace. Non ho ancora sentito qualcuno che abbia dichiarato che questo referendum è una vergogna. Lo stesso è successo con la Convenzione di Istanbul. I cnsiglieri di Barriera umana (Živi zid) non ha proferito parola, anzi non erano nemmeno presenti in aula al momento del voto. Si tratta di un diritto civile e nessuno dovrebbe astenersi dal voto. Sono persone che predicano in presenza della stampa, ma che non aprono bocca al Sabor”, ha concluso Erik Fabijanić.

Cittadini di seconda categoria
“Per me è assolutamente inaccettabile la riduzione del numero dei parlamentari delle minoranze e tutte le spiegazioni dell’iniziativa ‘Narod odlučuje – Il popolo decide’ che vogliono giustificare l’abbassamento del numero dei seggi parlamentari dei rappresentanti delle minoranze sono speculative, nazionalistiche e non vere – ci ha detto Fabrizio Vižintin, sindaco della Città di Buie –. Altrettanto inaccettabile è la riduzione di potere decisionale dei membri delle minoranze in parlamento, riguardante il non poter decidere del bilancio e della fiducia al governo. Tali proposte mi associano a dei momenti della prima metà del XX secolo, soprattutto del periodo delle due grandi guerre, dove per puro odio nazionalistico-raziale sono morte milioni di persone. Agendo in questa maniera, tutti i cittadini delle diverse nazionalità vengono trattati come cittadini croati di seconda categoria”.

L’intenzione è evidente
“Iniziative di questo genere, come quella proposta da ‘Il popolo decide’ ci riportano purtroppo alla memoria periodi storici che vorremmo non si ripettessero – ha dichiarato Ugo Musizza, presidente della Comunità degli Italiani di Parenzo –. È più che evidente che procedendo in questa maniera i promotori dell’iniziativa referendaria e della raccolta di firme desiderano togliere tutti i diritti agli appartenenti alle minoranze nazionali in Croazia”.
“Sono dell’avviso – ha aggiunto Musizza – che atteggiamenti come questo non sono nello spirito dei valori europei e dei principi che abbiamo attuato nella nostra città. Una città che è senza ombra di dubbio simbolo di convivenza pacifica, multiculturalità, tolleranza e rispetto reciproco”.

Le minoranze sono la nostra vera ricchezza
Sulla questione dell’iniziativa referendaria, si è espresso anche il sindaco di Parenzo Loris Peršurić.
“Sono sindaco di una città multiculturale e aperta – ha detto il primo cittadino –, di una città nella quale molte persone vengono a vivere perché hanno l’opportunità di trovare un posto al sole. Parenzo e l’Istria non sono multiculturali e aperte soltanto sulla carta. Noi viviamo appieno la nostra multiculturalità. Le minoranze rappresentano una ricchezza per Parenzo e sono parte integrante della società, perché Parenzo è la loro casa. Sono convinto che le parentine e i parentini sapranno reagire a iniziative di questo tipo nella maniera in cui hanno fatto in tante altre occasioni, nello spirito della nostra città e del concetto di accettazione”.

Nessuno potrà mai toglierci le diversità e la multiculturalità
Il sindaco di Dignano Klaudio Vitasović prende posizione con chiarezza sui controversi referendum: “Nel panorama croato Dignano è considerata una cittadina multietnica e multiculturale, dove le diverse minoranze nazionali convivono e vivono una di fianco all’altra, una cittadina dove ogni suo singolo abitante, indipendentemente dalla nazionalità è parte integrante del tessuto sociale e civile. È questa la vera ricchezza di Dignano, una località dove le diverse comunità nazionali presenti sul territorio – dalle due Comunità degli italiani di Dignano e Gallesano all’Associazione dei montenegrini di Peroi – operano e promuovono le loro tradizioni, le loro peculiarità, i loro valori e la loro cultura. Questa è la realtà del Dignanese, un territorio il cui punto di forza sono l’unione, la collaborazione e il rispetto reciproco. Ripeto, la diversità e la multiculturalità sono la nostra ricchezza, che nessuno ci potrà mai togliere. È questo il motivo per cui non riesco proprio a capire, tanto meno accettare, la proposta referendaria de “Il popolo decide”. Si tratta di un’iniziativa che va a colpire direttamente i diritti delle minoranze nazionali, sminuendo il loro valore. In qualità di sindaco di Dignano, ma anche di uomo, non posso assolutamente accettare che questo avvenga. In primo luogo perché tutti i cittadini, dunque anche gli appartenenti a una qualsiasi minoranza nazionale, sono uguali. Tutti hanno e devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri. Di conseguenza non potrò mai accettare che i nostri italiani, i nostri montenegrini, i nostri serbi, i nostri bosgnacchi o chiunque altro siano discriminati o considerati cittadini di serie B. Inoltre ritengo che i deputati delle minoranze nazionali al Sabor rappresentino una delle maggiori conquiste democratiche raggiunte dalla Croazia. Per questo dico a chiare lettere che, ora più che mai, è fondamentale restare uniti, lottare e opporci e resistere con forza all’offensiva lanciata dall’Iniziativa civica “Il popolo decide”. L’unica via da seguire è quella della convivenza: un cammino lungo il quale continuare a promuovere valori come la multiculturalità, multietnicità e tolleranza. Dobbiamo permettere a tutti di sentirsi fieri di essere diversi, dobbiamo permettere a chiunque di esprimere i propri pensieri e di essere ciò che è. Soltanto così potremo costruire un futuro migliore”.

Il popolo viene perfidamente strumentalizzato
Floriana Bassanese Radin, presidente della CI “Fulvio Tomizza” e vicesindaco di Umago stigmatizza le iniziative referendarie: “In questi giorni la raccolta delle firme per l’indizione del referendum sulla modifica della Legge elettorale è l’argomento principale nelle Comunità degli Italiani dell’Umaghese come pure nella Città di Umago e più la situazione è seria più mi viene di parafrasare il ritornello di una nostra canzone popolare che inizia con: ‘Chi è colpa del mio mal?’ (Le notolade de Carneval) da sostituire con il verso nuovo le ‘Minoranze nazional(i)?!?’. La Croazia purtroppo si trova sull’orlo del disastro in tutti i sensi, politico, socioculturale, economico: manca il lavoro, manca soprattutto la sicurezza esistenziale che ha ridotto la fiducia nelle istituzioni politiche. Situazioni così sono terreno fertile per iniziative come questa de ‘Il popolo decide’. Il popolo in realtà viene usato perfidamente, invitato a firmare un’iniziativa che colpirà le minoranze, toglierà la dignità e il rispetto ai rappresentanti delle minoranze nel Parlamento, umilierà e degraderà tutti noi.
Sono convinta che almeno nel nostro piccolo, a Umago, in Istria, dove il rispetto e la convivenza sono prassi quotidiana anche grazie al lavoro e alla presenza delle numerose CI vincerà la solidarietà della maggiornaza nei confronti degli amici, vicini, colleghi e parenti appartenenti alle varie minoranze presenti sul territorio che in fondo sopportano le stesse difficoltà come tutti, non ne sono la causa e rischiano di essere le uniche a pagare per i fallimenti altrui. Lo ha scritto Carlo Collodi nel suo romanzo più conosciuto, Pinocchio: ‘Si sa: in questo mondo bisogna aiutarsi l’uno coll’altro’. Questo il motto, la risposta da Umago e dall’Istria all’iniziativa de ‘Il popolo decide’ – quindi cari amici, vicini, parenti – aiutiamoci e non firmate!”.

«Le minoranze vanno tutelate»
“Innanzitutto mi auguro che non vengano raccolte abbastanza firme per procedere con il referendum”. Lo ha rilevato Orietta Marot, presidente della Comunità degli Italiano di Fiume. “Per una minoranza sarebbe deleterio perdere i diritti acquisiti, significherebbe retrocedere pericolosamente e questo è inconcepibile nell’epoca in cui viviamo. La minoranza italiana ha combattuto per mantenere i diritti acquisiti. Si tratta di decenni di sacrifici e non esiste proprio la possibilità che questi vadano persi”, ha dichiarato Orietta Marot. “Mi auguro che prevalga il buon senso. Sarebbe gravissimo se la proposta di ridurre i diritti delle minoranze nazionali ottenesse la maggioranza dei voti qualora si dovesse arrivare al referendum. Le minoranze hanno bisogno di essere tutelate e di avere garanzie, perché rappresentano un valore prezioso e un motivo di vanto per la comunità e per tutto il Paese”, ha concluso la presidente del sodalizio di Palazzo Modello.

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