Garantire l’informazione pubblica anche all’estero

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Garantire l’informazione pubblica anche all’estero

ROMA | “Durante le ore angoscianti dell’incidente di Genova mi trovavo in Croazia. Come me tantissimi italiani, ansiosi di seguire l‘evolversi degli eventi. Ma ci è stato impossibile seguire i telegiornali Rai. Perché la nostra tv pubblica continua a non prevedere lo streaming dei suoi tg là dove ci si connetta dall’estero”. Così la senatrice del Partito democratico, Laura Garavini, affrontando un tema spesso sollevato anche dagli appartenenti della Comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia, l’accesso all’informazione pubblica, concretamente ai programmi Rai, all’estero.

Rispettare gli standard europei

“È scandaloso – afferma la Garavini – perché di recente è stata approvata una direttiva europea che prevede proprio questo: la portabilità all‘estero dei contenuti audiovisivi. Anche qua il governo non accetta i nuovi standard europei. È una situazione totalmente anacronistica. Ormai tutti noi ci informiamo con telefonini e tablet da qualsiasi parte del mondo. E chi paga il canone – afferma la parlamentare – ha diritto di usufruire dell’informazione pubblica anche quando si trova fuori dall‘Italia. Per questo, ho presentato un’interrogazione. Affinché la Rai si adegui e ponga fine a questa censura”. Nell’interrogazione a risposta scritta, pubblicata l’11 settembre, nella seduta n. 34, e rivolta al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, Laura Garavini premette: “la Rai è depositaria dell’informazione pubblica italiana e nello svolgimento della sua funzione tutela il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione. La fruizione dei contenuti informativi ha subito un’evoluzione epocale e, oggi, l’informazione non ha confini geografici, né tecnologici. Ci si informa in qualsiasi parte del mondo attraverso qualsiasi supporto, dalla carta agli smartphone e tablet. La Rai ha già avviato un’importante opera di digitalizzazione dei contenuti che ha reso disponibile in diretta streaming tutte le dirette televisive. Quest’opportunità, però – evidenzia –, è valida solo per gli utenti connessi da territorio italiano. La Rai dispone dei diritti di trasmissione solo per il mercato nazionale, ad eccezione del canale ‘RaiNews’, che è disponibile anche all’estero. I telegiornali delle singole reti, invece, non sono disponibili per la mancanza dei relativi diritti. Oltre a essere depositaria dell’informazione pubblica, la Rai rappresenta una fonte primaria di notizie, attendibili e ufficiali per gli italiani all’estero, siano essi residenti, temporaneamente residenti o si trovino al di fuori dei confini nazionali, perché in vacanza”.

Situazioni straordinarie

Nella sua interrogazione Laura Garavini pone in evidenza che “anche eventi drammatici, quali ad esempio i tragici fatti accaduti a Genova il 14 agosto 2018, hanno fatto emergere in tutta la loro gravità come sia utile, per chi si trova all’estero, essere aggiornato in tempo reale su quanto accade in Italia. I connazionali residenti al di fuori dei confini hanno qui i propri cari e curano frequentemente strettissimi contatti con le loro realtà d’origine. È comprensibile che, proprio in concomitanza di incidenti o eventi traumatici di rilevanza nazionale, sia particolarmente impellente la necessità di seguire in diretta informazioni pubbliche istituzionali, almeno in formato digitale. Anche nelle tragiche ore del crollo del ponte Morandi, invece, non era possibile seguire i telegiornali nazionali in streaming dall’estero, né su smartphone né su tablet. Dal 1° aprile 2018 è in vigore il nuovo regolamento dell’Unione europea sulla portabilità dei contenuti digitali (regolamento UE 2017/1128). Le norme si applicano obbligatoriamente ai servizi a pagamento, mentre i fornitori di contenuti gratuiti possono, o meno, scegliere se abbattere a loro volta le barriere che impediscono agli utenti di guardare la programmazione dall’estero”.
A parere dell’interrogante “si può venire a creare un’infelice situazione per la quale il servizio pubblico risulta svantaggiato rispetto ai competitor privati che, invece, rendono fruibili i loro contenuti anche all’estero, peraltro a pagamento”. Per tutti questi motivi, la Garavini chiede al ministro di sapere “quali azioni di propria competenza il governo intenda adottare per promuovere da parte della Rai il recepimento delle nuove normative UE sulla portabilità, per rendere possibile anche a chi è all’estero la fruizione dei contenuti informativi della televisione pubblica italiana e per rendere più competitiva l’azienda nel contesto internazionale, colmando il gap rispetto ad altri operatori privati”. 

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