Esodo e foibe «Percorso definito da Sergio Mattarella»

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Esodo e foibe «Percorso definito da Sergio Mattarella»

TRIESTE | “Mattarella ha ben definito la sintesi e la prospettiva di un percorso costruito negli anni dalle associazioni giuliano dalmate grazie a Lucio Toth e a illuminati esponenti di varie estrazioni politiche e culturali”. Lo afferma il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin, che in una nota diffusa ai media rileva: “La posizione dello Stato italiano in merito ai tentativi di giustificazionismo o negazionismo delle stragi delle foibe è già stata enunciata con autorevolezza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della recente celebrazione al Quirinale del Giorno del Ricordo. Il Presidente Mattarella, infatti, in tale occasione, condannando fermamente ogni tentativo di revisionismo storico, ha ben evidenziato la matrice criminale legata in minima parte alle ritorsioni contro i crimini del fascismo di frontiera o delle occupazioni italiane nell’ex Jugoslavia. Non si spiegherebbe altrimenti lo stillicidio di omicidi e di violenze che proseguì negli anni successivi alla fine del conflitto e addirittura alla firma del Trattato di Pace”. “Quanto riconosciuto da Mattarella – scrive ancora Codarin – rappresenta il coronamento di un percorso che l’associazionismo della diaspora adriatica ha avviato sotto la saggia guida di Lucio Toth, nostro indimenticato presidente, trovando comuni sentimenti e un sinergico impegno nell’operazione culturale condotta dal prof. Stelio Spadaro a nome della sinistra democratica e patriottica. Le foibe e l’esodo sono ormai pagine di una storia italiana di cui tutta la comunità nazionale è consapevole, mentre a livello europeo devono continuare a essere un argomento di ricerca condivisa e non di contrapposizione politica, nello spirito del ‘Concerto dei tre Presidenti’ – l’italiano Napolitano, lo sloveno Türk ed il croato Josipović – in Piazza Unità d’Italia a Trieste nel luglio 2010 che abbiamo tenacemente perseguito”. Per tali motivi – si ricorda – “la richiesta da parte della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati di istituire una Commissione d’inchiesta parlamentare sulle stragi avvenute a guerra finita, per mano dell’esercito partigiano di Tito, e l’appello effettuato presso il Parlamento europeo affinché si possano vagliare i documenti negli archivi degli Stati successori dell’ex Jugoslavia, rappresentano le prossime tappe necessarie a delineare metodi e modalità della politica annessionista ed anti italiana attuata all’epoca dall’allora nascente Jugoslavia comunista. Ogni tentativo di polemica e speculazione e ogni dichiarazione incauta su questi temi – conclude Codarin – può rischiare solo di pregiudicare il lavoro fatto e di riportare tristemente indietro le lancette della storia.”

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