Dove sta andando l’SDP?

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Dove sta andando l’SDP?

ZAGABRIA | La crisi dei socialdemocratici sembra senza fine. La voragine apertasi tra il presidente Davor Bernardić e un corposo numero di colonnelli di prim’ordine sembra non rimarginarsi. Anzi, visti i fatti degli ultimi giorni vi è la sensazione che continuerà ad ampliarsi rischiando di inghiottire il palazzo al n.9 di piazza Ibler. Anche i più attenti analisti politici fanno fatica a capire cosa stia succedendo tra le file dell’SDP. Che si voglia fare “fuori” il leader appare chiaro, ma il resto, come direbbero Cochi e Renato, è tutto “nebbia in Val Padana”, ovvero non si sa quali siano le loro idee, le loro visioni dell’attualità e del futuro. Il nodo centrale rimane Davor Bernardić: un capitano che sta perdendo, o ha già perso, il controllo della sua nave. Due mesi fa si era rifiutato di presiedere il gruppo parlamentare quando la nave non aveva ancora iniziato a prendere acqua; poi 13 giorni fa durante la riunione del Comitato centrale del partito aveva presentato le proprie dimissioni dicendo che le avrebbe firmate a patto che si facessero da parte i 23 parlamentari che avevano sottoscritto la lettera in cui chiedevano la sua testa. Nella stessa seduta erano stati sospese quattro. Dopo tutto questo tiremmolla, l’altro ieri è arrivata la ciliegina sulla torta: la Presidenza ha deciso di rimuovere Arsen Bauk dalla guida del gruppo parlamentare e di nominare al suo posto Davor Bernardić. Ma la storia non finisce qui, perché la Presidenza, che pensava di rafforzare la posizione del “capitano”, in realtà rischia di fargli un grosso sgambetto perché non ha fatto i conti con lo Statuto. La carta fondamentale del partito è chiara: l’articolo 130, paragrafo 3, scrive che la decisione su chi presiede il gruppo dei deputati al Sabor viene presa dai parlamentari stessi. E a quanto pare qualcuno non ha fatto beni i conti, perché sui 34 deputati in Parlamento, 23 si sono già espressamente pronunciati contro Bernardić.

Faccia un passo indietro

L’ultimo in ordine di tempo a chiedere a leader di mollare la presa è stato ieri Siniša Hajdaš Dončić, secondo il quale “Bernardić farebbe molto bene a riflettere su ciò che sta facendo”. Ovvero “farebbe bene a farsi da parte in modo che l’SDP possa continuare la sua transizione verso quel buon partito che è sempre stato”. Alla domanda se una parte dei parlamentari sia pronta a lasciare il partito nel caso Bernardić diventi davvero il presidente del gruppo parlamentare, ha risposto: “Non lasceremo l’SDP, combatteremo a livello istituzionale. Tutti noi siamo l’SDP, nessuno di noi può pensare di essere al di sopra del partito”. Hajdaš Dončić è tra i parlamentari che hanno apposto la propria firma sulla lettera contro l’attuale leader, nella quale troviamo le sottoscrizioni del gotha del partito: Ranko Ostojić, Milanka Opačić, Željko Jovanović, Siniša Varga, Bojan Glavašević, Igor Dragovan, Joško Klisović, Ana Komparić Devčić, Sabina Glasovac, Orsat Miljenić, Saša Đujić, Nenad Stazić, Peđa Grbin, Mihael Zmajlović, l’europarlamentare Biljana Borzan, sindaci, intellettuali, ecc…
Ricordiamo anche che di recente Bernardić ha perso due roccaforti importanti come quella di Zagabria e Spalato dove alla carica di presidenti delle sezioni locali sono stati nominati Gordan Maras e Ranko Ostojić. Dalla roccaforte fiumana, i messaggi che arrivano sono più che chiari. “I socialdemocratici devono trovare nuova energia se vogliono rimanere sulla scena politica”, ha dichiarato di recente il sindaco del capoluogo quarnerino, anche lui tra i firmatari della famosa lettera.

Rispettare le regole

Tra le personalità di peso che continuano a sostenere l’attuale presidente e a fargli da stampella, spicca Zlatko Komadina, da sempre considerato lo “sponsor” principale di Bernardić. “Esistono meccanismi chiari dettati dallo Statuto con i quali si attiva la richiesta di dimissioni. Bernardić, secondo il principio un membro un voto, è stato eletto presidente del partito con quasi il 70 p.c. dei voti e questi suffragi vanno rispettati”, ha dichiarato il presidente della Regione litoraneo-montana. Alla domanda diretta se Bernardić se ne andrà ha risposto: “Non direi, ma comunque spetta a lui decidere”. Komadina si è detto fiducioso che il leader dell’SDP, “come capitano responsabile della nave riuscirà a mettere in salvo l’imbarcazione, i marinai e i passeggeri”, ossia a “condurli attraverso la tempesta e a ormeggiare l’imbarcazione in un porto sicuro”.
Da come stanno le cose attualmente, la tempesta la si percepisce e la si vede eccome, tuoni, fulmini, vento, sono talmente forti che non permettono di vedere i “porti sicuri” auspicati da Komadina. Ma nella politica non si sa mai, le “condizioni meteo” possono cambiare da un giorno all’altro; qualcuno potrebbe piazzare un faro che traccerebbe la rotta verso una nuova (vecchia?) direzione. E intanto c’è chi invoca il ritorno di Zoran Milanović…

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