EASA: i 600 studenti aprono le porte

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EASA: i 600 studenti aprono le porte

I 600 studenti di architettura che in questi giorni si trovano a Fiume nell’ambito del progetto EASA hanno aperto ieri le porte dell’Exportdrvo al pubblico. Un’ottima occasione per sbirciare nel loro mondo e vivere da vicino la loro quotidianità divisa tra laboratori, workshop, mostre e altre iniziative collaterali. Sul “menù” una quarantina i workshop presentati dai ragazzi, da quelli teorici a quelli pratici, passando per altri con una spiccata componente sociale. Come nel caso di uno che mira a sensibilizzare sulla condizione dei senzatetto e l’importanza del loro reinserimento nella società. Al laboratorio hanno preso parte alcuni homeless che attraverso una rappresentazione teatrale hanno illustrato tutto il loro disagio con cui sono costretti a convivere ogni giorno.

600 sveglie all’unisono

“Vogliamo semplicemente avvicinare la gente alla nostra realtà per toccare con mano ciò che succede e di cosa ci occupiamo – ci spiega Elizabeta Pinter, una delle addette all’organizzazione che ha fatto da Cicerone –. La nostra giornata tipo? Sveglia alle 8 e dalle 9 fino al tardo pomeriggio lavoriamo sui rispettivi progetti. Nel tardo pomeriggio seguono le lezioni di alcuni esperti del mondo dell’architettura, design e urbanistica e in serata è la volta della vita notturna nell’ex Cartiera, dove abbiamo allestito un locale. Il tutto viene intervallato da gite e bagni al mare”. Il pezzo forte dell’evento è il maxi dormitorio dell’Exportdrvo dove i 600 studenti abitano sotto lo stesso tetto e che ormai è diventato il loro marchio di fabbrica.

Un pipistrello come mascotte

“Siamo molto organizzati e malgrado tutto riusciamo comunque a ritagliarci un po’ di privacy – puntualizza Elizabeta –. Il momento più divertente è la mattina quando 600 sveglie iniziano a suonare all’unisono: un baccano indicibile. E poi abbiamo anche la nostra piccola mascotte, ovvero un pipistrello che se ne sta tranquillo sul soffitto e che ormai è parte integrante della nostra comunità”.
EASA non produce soltanto progetti su carta, ma è piuttosto un’occasione importante per vedere fisicamente realizzate le idee dei partecipanti, come ad esempio quella di un gruppo di studenti italiani impegnati ad allestire un padiglione destinato ad accogliere il pubblico nel prossimo autunno in occasione del Festival enogastronomico e musicale Porto etno.

L’acquazzone

“L’idea di fondo – sottolinea il modenese Tommaso ­– è partecipare attivamente all’evento venendo incontro alle esigenze degli organizzatori, ma rispettando sempre il processo che sta dietro. L’augurio è che l’opera che stiamo realizzando rimanga qui esposta fino al 2020 quando Fiume sarà Capitale europea della cultura”.
“È un’esperienza fantastica – aggiunge il suo collega, il trentino Massimiliano – sia dal punto di vista educativo, perché ti permette di avere un approccio diverso alla nostra professione, che umano perché entri in contatto con persone, culture e realtà tra le più disparate. La città? Per quello che abbiamo potuto vedere è molto accogliente e si respira un’atmosfera molto diversa rispetto ai nostri luoghi di provenienza”.
Tempo due minuti ed ecco che si è scatenato un violento acquazzone, l’ennesimo di questa pazza estate. Così, giusto per ricordare ai ragazzi che si trovano a Fiume, la città che scorre…

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