All’agnello della Lika il passaporto IGP

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All’agnello della Lika il passaporto IGP

La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea ha pubblicato la norma attuativa relativa all’iscrizione della carne d’agnello della Lika nel registro del marchio IGP (Indicazione geografica protetta). Con questo atto a tutela della carne di agnello della Lika, la Croazia può vantare 20 prodotti agricoli e alimentari protetti dal marchio IGP: prosciutto di Veglia, olio extravergine d’oliva di Cherso, mandarino della Narenta, crauti di Ogulin, “kulen” della Baranja, patate della Lika, prosciutto istriano, prosciutto di Drniš, prosciutto dalmata, “uljenjak” e “soparnik” di Poljica, tacchino dello Zagorje, olio extravergine d’oliva di Veglia, olio extravergine d’oliva di Curzola, olio extravergine d’oliva di Solta, agnello di Pago, crauti di Varaždin, “kulen” slavone, carne salata del Međimurje (“Meso z tiblice”) e miele della Slavonia.
Oltre ai 20 prodotti già inseriti nel menù dell’UE e dotati di passaporto IGP, altri sette hanno avviato il procedimento per arrivarci. “L’interesse dei produttori in genere è in ascesa come anche la consapevolezza di avere un prodotto di qualità, tutelato visibile e concorrenziale sul mercato europeo. Il marchio IGP dell’UE per il consumatore è sinonimo di qualità, un valore aggiunto in un momento in cui le frodi agro-gastronomiche sono sempre più frequenti con prodotti dalle origini piuttosto ambigue”, ha detto il ministro dell’Agricoltura Tomislav Tolušić.

Carta d’identità

L’agnello della Lika è una carne fresca, della razza autoctona di pecora “pramenka”, nel lontano passato diffusa in tutta Europa, ma poi stabilitasi unicamente nei Balcani di recente esclusivamente nella Lika: riesce a vivere in zone impervie, con condizioni climatiche molto difficili. Il peso di un capo adulto è di circa 25-32 chili per un’altezza di circa 49-55 cm. Il vello è di colore bianco, e sulla testa compaiono anche piccole macchie nere. Il latte è solitamente impiegato nella produzione di formaggi. Negli ultimi anni, tuttavia, la pecora “pramenka” è stata leggermente rivalutata e gli agnelli sono più leggeri e compatti rispetto ad altre razze; questo li ha resi più adatti al mercato.
Il marchio “agnello della Lika” è protetto in ambito nazionale dal settembre 2016, dopo che il processo di tutela era iniziato nel febbraio dello stesso anno. Il territorio in cui viene allevato in Lika sul territorio che comprende Gospić, Donji Lapac, Karlobag, Lovinac, Perušić, Laghi di Plitvice, Udbina, Vrhovine, Senj, Brinje e Otočac nella Contea di Segna e della Lika, nonché a Gračac, in quella di Zara.
I residenti raccontano che la pecora di razza “pramenka” è nota sul territorio dal 1405. Sul Velebit, dove pascolava, è riuscita a sopravvivere agli attacchi degli animali voraci e al maltempo il che è stato evidenziato nei documenti inviati a Bruxelles nel materiale necessario per la richiesta di tutela IGP. Tema inevitabile del patrimonio della Lika, la carne d’agnello viene esaltata in alcun poesie di Vladimir Nazor, non stupisce per questo la forza e la volontà con cui gli allevatori hanno portato avanti il progetto di tutela IGP a livello UE, il modo migliore per posizionarsi su un mercato di potenziali 500 milioni di acquirenti. Stando all parole del presidente dell’Associazione che li accomuna sotto una stessa bandiera, Tomislav Rukavina, dodici entusiasti hanno dato il via nel 2009 al programma di tutela dell’agnello della Lika.

Festa per il palato

In collaborazione con la facoltà di Agronomia in soli sei mesi è stato finalizzato un ampio lavoro di ricerca scientifica e trovati tutti gli elementi necessari alla… causa, oltre alla comprovata qualità della carne alle metodologie e alle specificità dell’allevamento. Chi vive in Lika in passato si è occupato di ovinicoltura a scopo familiare nel più tradizionale dei modi, in pascoli aperti, come succede ancora oggi. Cosa che in fin dei conti ha finito per incidere sulla qualità e sul tipo di carne della “pramenka”: abituata a muoversi per terreni impervi, è dotata di ottima condizione atletica, è resistente a malattie e modesta per quanto riguarda luogo e cibo al pascolo.
Ne risulta una carne di tonalità rosso scuro rispetto agli ovini chiusi in stalle. Il colore più scuro è dovuto a una massa muscolare più accentuata rispetto ad altre razze, proprio per una maggior dose di movimento. Quando viene elaborata termicamente, cioè cotta, al palato l’aroma si distingue per la diversità delle erbe aromatiche e dei fiori presenti sui pascoli. Può accadere che da pascolo a pascolo la carne abbia un gusto diverso a seconda di cosa ha mangiato. È uno dei motivi per cui i gourmet apprezzano questo tipo di agnello e il marchio IGP di Bruxelles ne è l’unica possibile conseguenza. Quell’happy end da leccarsi i baffi…

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