Nomadi digitali alla scoperta di Fiume

A colloquio con Dorijan Radulović che ci racconta come ha scoperto e incentivato questa tendenza

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Nomadi digitali alla scoperta di Fiume
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il nomadismo digitale, o lavoro itinerante, è uno dei cambiamenti più interessanti avvenuti nel mondo del lavoro. Fenomeno già presente, anche se in forma lieve, è stato accelerato dai lockdown dovuti alla crisi sanitaria. I mesi di emergenza pandemica hanno posto l’attenzione sulle numerose possibilità di lavorare a distanza, grazie alle nuove tecnologie, senza essere obbligatoriamente legati a una sede fissa. Più che un modo di lavorare, si tratta di un vero e proprio stile di vita che affascina molte persone.

Lavoro e stile di vita
Con lo scoppio della pandemia è sensibilmente aumentato il numero di lavoratori che, potendo svolgere la propria attività completamente da remoto, hanno deciso di adottare questo modello di vita, spostandosi da un posto all’altro e cambiando periodicamente città. Questa nuova realtà del mondo lavorativo interessa anche la Croazia, e nello specifico la città di Fiume. A confermare questa interessante tendenza è un gruppo Facebook, dal nome Digital Nomads Rijeka, ossia Nomadi Digitali Fiume, che riunisce tutti coloro che, da diverse parti del mondo, hanno scelto il capoluogo quarnerino come meta per svolgere il proprio lavoro a distanza, fermandosi per brevi o lunghi periodi di tempo. Ad avere l’idea di creare questo gruppo Facebook è stato Dorijan Radulović, un giovane appartenente alla Comunità Nazionale Italiana, originario di Umago e attualmente residente a Fiume. Dopo aver frequentato le scuole italiane, ha conseguito una laurea in Ingegneria che gli ha permesso di lavorare per qualche anno in Italia, a La Spezia. A seguito di questa prima esperienza lavorativa, dopo che le restrizioni dovute all’emergenza pandemica venivano man mano ridotte, nell’estate del 2021 Dorijan ha deciso di trascorrere un periodo di tempo in Colombia, a Medellín, alla scoperta di una nuova realtà che lo aveva sempre affascinato. In Colombia, Dorijan ha avuto modo di conoscere un gruppo di nomadi digitali stabilitosi lì per lavorare da remoto. L’ambiente di cui era venuto a conoscenza nella capitale di Antioquia gli è sembrato fin da subito stimolante, formato da persone provenienti da ogni parte del mondo, che avevano la possibilità di svolgere a distanza i lavori più disparati, vivendo in questo modo una vita senza stress e ansie da ufficio. Attratto da questa interessante realtà, Dorijan si è ripromesso di ricrearla anche nel suo Paese di provenienza, la Croazia appunto, consapevole del fatto che i presupposti per una buona riuscita c’erano tutti: clima mite, accoglienza e ospitalità da parte della popolazione e, caratteristica particolarmente importante per i nomadi digitali, costo della vita inferiore rispetto ad altri Paesi europei.

L’ospitalità che attrae
Dorijan ci ha raccontato che, una volta fatto ritorno a Fiume, ha dato vita al suo progetto, creando il gruppo Facebook affinché diventasse un punto di riferimento per quanti avevano deciso di stabilirsi nella sua città. In particolar modo, Dorijan ha sottolineato: “La mia idea era quella di far sentire tutti a casa, trasmettendo ai nuovi arrivati il calore e l’ospitalità tipici della Croazia”. A rendere possibile la riuscita di questo progetto, e ad affiancarlo costantemente, è stato il suo amico Filip Jakovac, sul quale ha sempre potuto contare. Grazie al loro impegno, dalle iniziali 80 iscrizioni al gruppo, nel giro di poco più di un anno oggi si contano quasi 500 membri, stabilitisi per lo più in Istria, Fiume, Dalmazia e Zagabria. La community è composta per il 53 p.c. da donne e il 47 p.c. da uomini, per lo più di età compresa tra i 25 e i 44 anni.

Piccoli passi, grandi risultati
”Il primo passo per dare inizio a questa nuova avventura è stato creare un appuntamento fisso al quale partecipare, attraverso l’organizzazione di meetup, rendendolo un rito e un’occasione per conoscersi, condividere storie, esperienze e scambiarsi consigli sul soggiorno in Croazia, ma soprattutto per facilitare l’incontro tra di loro”, ha aggiunto Dorijan. Dopo l’organizzazione dei meetup, il progetto ha continuato a svilupparsi e i nomadi digitali hanno avuto modo di conoscersi meglio, a tal punto che il passaggio successivo è stato organizzare viaggi nell’hinterland fiumano, con alcune tappe anche in Istria, fra cui Umago e Momiano. Durante le escursioni, Dorijan e Filip hanno più volte colto l’occasione per narrare ai nuovi arrivati la storia di Fiume, raccontando loro anche le caratteristiche della cultura italiana presente sul territorio, illustrando quanto faccia parte ancora oggi del tessuto sociale della città. Dorijan ha rivelato che, per raggiungere il suo obiettivo e per avere un confronto di idee, si è messo in contatto con Jan de Jong, noto imprenditore olandese residente a Spalato da più di 10 anni. L’imprenditore olandese è divenuto famoso nel mondo del nomadismo digitale in Croazia per aver inviato una lettera aperta al premier Andrej Plenković, affinché stimolasse la promozione della Croazia come Paese in cui vivere e lavorare da remoto. Nella sua lettera, Jan de Jong aveva fatto notare che un suo post su LinkedIn riguardante i nomadi digitali aveva ottenuto oltre 450.000 visualizzazioni, e questo dato dunque dimostrava quanto la questione fosse di interesse generale. Così, a seguito di un incontro tra il premier Plenković e l’imprenditore de Jong, è stato ufficialmente introdotto un visto per nomadi digitali, con il quale è stato concesso ai cittadini internazionali, i cui lavori rispettano determinate caratteristiche, di lavorare in Croazia.

Normativa croata
Stando a quanto prevede oggi la normativa croata, per “nomade digitale” si fa riferimento a un cittadino di un Paese terzo che svolge un lavoro completamente da remoto per un’azienda o una propria azienda non registrata nella Repubblica di Croazia e che non svolge un lavoro o fornisce servizi ai datori di lavoro nella Repubblica di Croazia. Il soggiorno temporaneo viene concesso per un massimo di un anno (o, nel caso in cui venisse richiesto, il periodo di tempo può essere anche inferiore) e non può essere prorogato. Il nomade digitale che desidera presentare una nuova domanda di regolamentazione del soggiorno può farlo 6 mesi dopo la scadenza del soggiorno temporaneo che gli è stato precedentemente concesso. Vi sono requisiti specifici per presentare la domanda, tra questi ricordiamo: una prova dell’assicurazione sanitaria per il periodo in cui si intende soggiornare in Croazia (vale a dire che l’assicurazione sanitaria di viaggio o privata deve coprire il territorio della Repubblica di Croazia); una prova dello “scopo” (un contratto di lavoro o un altro documento come una lettera ufficiale firmata che dimostri che il richiedente svolge un lavoro da remoto per un datore di lavoro straniero o per la propria azienda non registrata nella Repubblica di Croazia); una prova dei mezzi di sostentamento (ossia denaro per mantenersi) durante il soggiorno. Nello specifico, l’importo richiesto su base mensile è di almeno 2.539,31 euro, che può essere dimostrato attraverso un estratto conto bancario. In alternativa, se il richiedente ha intenzione di soggiornare in Croazia per 12 mesi, può dimostrare di avere un minimo di 30.471,72 euro già disponibili sul conto. Oltre a ciò, occorre dimostrare di non aver subito condanne penali e infine bisogna fornire un indirizzo nella Repubblica di Croazia.

Un progetto di successo
Per concludere, Dorijan Radulović ha voluto mandare un messaggio a chi sta valutando di trasferirsi a Fiume, o in Croazia in generale, affermando che “la città, come anche il resto del Paese, risulta essere molto ospitale verso le persone che non sono del luogo, siano essi turisti, stranieri che hanno deciso di mettere qui le proprie radici o, per l’appunto, nomadi digitali. Un altro aspetto importante è che la Croazia non è ancora invasa da turisti, ad eccezione della stagione estiva, come lo sono invece altri Paesi europei. E credo che questa caratteristica la renda ancora più speciale”. Dorijan ha sottolineato come i croati siano un popolo aperto verso gli stranieri, sempre pronto a farli sentire a casa. “In particolar modo per coloro che decidono di trasferirsi qui dall’Italia, la Croazia può essere un giusto compromesso, dal momento che la cultura e la mentalità sono molto simili, specialmente se si pensa alI’Istria e a Fiume, luoghi in cui si possono trovare, con poca difficoltà, persone che parlano l’italiano”. A distanza di un anno, Dorijan può sentirsi orgoglioso per aver creato una stretta rete di relazioni fra i nomadi digitali che scelgono Fiume come città ospitante. Pur non essendo più coinvolto come prima nel progetto, al quale ha dovuto man mano dedicare meno tempo per questioni legate a impegni lavorativi, è tuttora in contatto con molti membri del gruppo ed è sempre pronto a dare un mano nel caso in cui qualcuno di loro ne avesse bisogno. Un progetto di successo, dunque, che ha avviato in maniera del tutto spontanea e volontaria, senza ambire a profitti economici, con l’unico obiettivo di essere d’aiuto a chi viene da lontano, per accoglierlo e farlo sentire il più possibile a casa.

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