L’arcangelo Michele recupera l’antico fascino

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L’arcangelo Michele recupera l’antico fascino

È ritornato in cima al campanile della chiesa di San Giorgio, dove da 249 anni “protegge” i piranesi e, girandosi a seconda del vento, indica le condizioni del tempo. Mancava da tre mesi e la cittadinanza ne sentiva la mancanza, guardando con preoccupazione quel vuoto sulla sommità della torre che ricorda quella veneziana di San Marco.

La statua dell’arcangelo Michele – le cui ali, aureola e parte del busto erano fortemente danneggiate e corrose dalla ruggine – è stata completamente restaurata nei capannoni della “Gnom” a Lubiana e ricollocata sul campanile.
Un’operazione difficile, con il pilota dell’elicottero dell’Esercito sloveno, privo di riferimenti visivi. Inoltre, mentre la statua veniva issata, a causa del vento si sono attorcigliate le funi attorno al capo e all’aureola dell’arcangelo, per cui il velivolo ha dovuto girare per 13 minuti sul mandracchio e su piazza Tartini affinché le funi si districassero e le manovre di posa potessero iniziare e successivamente completarsi, al secondo tentativo nel pomeriggio del 15 ottobre, giornata di festa del Comune di Pirano. Piranesi e turisti con il naso all’insù; tra i presenti anche il ministro della Difesa, Kark Erjavec. L’operazione ha coinvolto un’équipe composta da alpinisti, speleologi e vigili del fuoco.

Pronta a resistere per altri 110 anni

La statua ora è quasi nuova e sana; secondo gli esperti dovrebbe sopportare più facilmente il peso dei prossimi 110 anni. Il precedente restauro è datato 1908, iniziato il 15 luglio di quell’anno nelle officine piranesi ad opera dello scultore Antonio Ballis, sotto la supervisione di Lorenzo Zarotti (del fu Antonio) e del costruttore Marco Mossa, come riportato sulla base.
L’arcangelo, intaccato dalle intemperie – pioggia, vento forte (soprattutto la bora, che ne aveva staccato parte delle ali), fulmini e grandine – e dalla salsedine, aveva anche cinque buchi nella struttura, che sono stati riempiti con nuovo rame appositamente fuso. La maggior parte dei danneggiamenti riscontrati è del tutto logica, ha spiegato il capo restauratore Jožef Drešar, che ha paragonato l’arcangelo di Pirano al modo in cui è stata costruita nel 1886 la Statua della Libertà di New York.
L’intervento fatto quest’anno è per certi aspetti unico; infatti, non c’è chiesa o edificio religioso in Slovenia che presenti in cima un’aggiunta di questo tipo.
Il restauro, eseguito sotto la guida di Jožef Drešar, ha interessato la copertura bronzea della statua per cospargerla alla fine con dell’acido per farle assumere la colorazione verde tipica del rame esposto all’aria e alla salsedine. È stato rifatto un dito dell’arcangelo grazie a un modello in 3D poi rivestito di bronzo. Un lifting è stato effettuato al viso mentre sono state sostituite cinque barre di ferro che sostenevano le ali perché rovinate dalla corrente galvanica che si crea tra il ferro e il bronzo. Le nuove barre sono in acciaio inossidabile.

Un simbolo che unisce

L’intervento è costato circa 25.000 euro (spese di collocazione e trasporto escluse) assicurati dal Ministero della Cultura (12.000 euro), dal Comune (9.000 euro) e dalla parrocchia (4.000 euro).
Il parroco piranese, Zorko Bajc, ha spiegato che l’arcangelo Michele rappresenta un forte simbolo che unisce tutti i piranesi, alla stregua del compositore Giuseppe Tartini.
La statua, alta 3,7 metri, è stata “a portata di mano” della cittadinanza per la prima volta dopo oltre un secolo, svelando alcuni dei segreti che nasconde, tra cui la targhetta sul dorso che riporta brevi informazioni sul restauro del 1908. Sulla parte inferiore è stato riscontrato uno strano foro, che qualcuno ha voluto collegare a una pallottola sparata dal basso.
Il duomo, costruito su uno spuntone roccioso, domina la città. La chiesa deve il suo nome al patrono San Giorgio, che avrebbe salvato Pirano durante una tempesta. Sostruito in pietra grigia fra il 1607 e il 1609, il campanile è una copia ridotta di quello di San Marco a Venezia: misura in altezza 44 metri, ma con l’angelo in bronzo di San Michele arriva a quota 47,20.

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