Kukuljanovo, la manager è donna ed è connazionale: Linda Sciucca

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Kukuljanovo, la manager è donna ed è connazionale: Linda Sciucca

Più di 4000 dipendenti diretti, 200 società presenti, 300 milioni di kune investiti lo scorso anno, dei quali decine e decine di milioni sono arrivati da Bruxelles. Questi i numeri da capogiro che registra la zona industriale di Kukuljanovo nel comune di Buccari, a due passi da Fiume, 500 ettari di terreni (in piano si prevede di aumentarli) completamente dedicati agli investimenti, all’industria, che la porta ad esser un unicum in Croazia, ovvero la zona industriale più grande e importante del Paese, capace di attirare decine di investimenti su base annua che portano con se centinaia di posti di lavoro. Ad occuparsi dei terreni, ovvero di amministrarli avendone la proprietà, è la società Industrijska Zona s.r.l che alla guida vede dal gennaio di questo anno la connazionale Linda Sciucca, manager di successo che vanta una lunga carriera nel settore bancario, per poi ricoprire come ultimo incarico prima di insediarsi alla guida della Industrijska Zona s.r.l, un ruolo di primo piano nel C.d.A. della società Luka Rijeka S.p.A.(Porto di Fiume).

Dal gennaio di quest’anno, dopo sette mandati ricoperti da uomini, si è insediata come prima donna alla guida della società (Industrijska Zona s.r.l) che gestisce la zona industriale di Kukuljanovo. Che idea si è fatta in questi primi mesi?

“A dire il vero prima di ricoprire questo incarico avevo già un’idea chiara della Zona Industriale. Questa è un ‘organismo vivo’, una macchina ben rodata, un microcosmo in continuo movimento. Dopo questi primi mesi posso dire di non essermi sbagliata, il lavoro è tanto e davanti a noi ci attendono importanti sfide. Posso dire di essere contenta del ruolo che ricopro”.

Lei vanta una lunga carriera manageriale nel settore bancario, dove ha ricoperto ruoli di primissimo piano, per infine prima di rivestire questo incarico passare da C.d.A. del Porto di Fiume (Luka Rijeka). Cosa l’ha spinta a cimentarsi in questa nuova sfida lavorativa?

“Ho sempre fatto dei lavori molto movimentati, mai statici, dinamici, che creano nuova energia. Volevo continuare a fare qualche cosa di dinamico e quando è uscito il concorso per il direttore della Industrijska Zona s.r.l., non ci ho pensato due mi sono fatta avanti ed ecco mi qui. La mia volontà era quella di aprire una nova fase nella mia carriera, continuando allo stesso tempo a fare qualche cosa di dinamico. Ci sono riuscita”.

Entriamo subito nel vivo dell’intervista. Chi meglio di lei per presentarci la zona industriale. Se questa intervista dovrebbe finire nelle mani di un imprenditore che sta pensando di investire all’estero, magari in Croazia, perché dovrebbe venire proprio qui a Kukuljanovo?

“Le ragioni sono molteplici, a partire dalla posizione geografica, praticamente a due passi dall’Italia nel mezzo dell’Europa… I collegamenti stradali con la Zona industriale sono ottimi, dal punto di vista logistico credo che non si potrebbe chiedere di più. Ma non solo dal punto di vista dei collegamenti stradali, ottimi sono anche i collegamenti ferroviario e navale, con i due porti a Buccari e Fiume. Se entriamo nel dettaglio vediamo che l’area è molto molto grande, parliamo di 5 milioni di metri quadrati con la metà di questi che sono già occupati e l’altra metà disponibile per nuovi investimenti. Il nostro punto di forza sta nel fatto che chi sceglie di venire qui trova un’area industriale completamente funzionale, attrezzata con tutta la necessaria infrastruttura, questo vuole dire che i terreni che noi proponiamo al mercato sono terreni edificabili finiti, ovvero godono di tutta l’infrastruttura necessaria, elettricità, strada, gas, rete idrica, ecc…, quindi sono pronti subito per l’utilizzo”.

Per fare un esempio concreto che interessa agli investitori. Dal momento che si acquista un terreno quanto tempo passa per avere il permesso edilizio e in genere quanto passa dalla fase iniziale all’apertura di un determinato immobile?

“I tempi stanno diventando sempre più brevi, dal punto di vista burocratico notiamo che l’iter va velocizzandosi. Per capirci: quando viene un investitore e lui che fa il progetto principale, una volta fatti tutti i documenti necessari, le licenze per la costruzione vengono rilasciate in media in 20 giorni, come per esempio è avvenuto per la società italiana Adria Čelik, che in brevissimo tempo ha ricevuto il permesso edilizio per la costruzione del loro capannone”.

A proposito di Adria Čelik, proprio l’anno scorso ho intervistato il suo proprietario Luca Viganò che per l’appunto si è detto molto soddisfatto del poco tempo che gli è servito per ricevere il permesso edilizio, elogiando molto il lavoro della società Industrijska Zona (Zona industriale). Ecco di che cosa vi occupate nello specifico?

“Noi come azienda siamo proprietari della maggioranza dei terreni che compongono i sopra citati 5 milioni di metri quadrati. Non tutte le parcelle e terreni sono di nostra proprietà e quindi ci occupiamo anche dell’acquisto dei terreni per poi unirli in parcelle e offrirli al mercato. Investiamo risorse poi per metterli in regola e farli diventare agibili, edificabili. Noi siamo al 99,6 per cento di proprietà della Città di Buccari e questa, come previsto dalla legge, investe nel portare l’infrastruttura stradale e comunale fino ai terreni edificabili, mentre noi ci occupiamo di investimenti nella preparazione e livellazione dei terreni edificabili. Se noi lavoriamo bene alla fine dell’anno il profitto lo giriamo alla Città di Buccari con questa che lo ri-investe nell’infrastruttura della Zona”. “Quando i terreni sono pronti per la vendita noi li proponiamo ai potenziali investitori e trattiamo con loro. Due sono le possibilità: o i terreni vengono venduti oppure vengono dati in una specie di affitto con diritto di costruzione dalla durata di 30 anni. La nostra funzione è anche essere punto di riferimento per tutte le aziende presenti, abbiamo un ruolo di coordinatore, seguiamo passo per passo gli investitori, serviamo loro da supporto nelle varie fasi e pratiche. Siamo gli interlocutori primari che rispondono alle esigenze degli investitori, se per esempio, per un investimento vi è la necessità di modificare il piano urbanistico, noi ci facciamo da portavoce presso le istanze competenti. È una Zona molto ben organizzata e noi ci occupiamo di mantenere questo ordine per facilitare quanto più possibile la vita alle aziende”.

Aziende italiane qui sono già presenti e se non sbaglio l’interesse dal Bel Paese non manca…

“Proprio in queste settimane stiamo lavorando a un importante progetto, anche se per ora non possiamo fare nomi. Stiamo trattando con due importanti investitori italiani e vediamo di portare il tutto a buon fine. Per ora i riscontri sono molto positivi, gli investitori italiani, e non solo loro, vedono che qui il mercato immobiliare e in forte crescita. Per esempio, parlando con alcuni imprenditori della zona del milanese, mi hanno spiegato che negli ultimi 10-15 anni il valore dei magazzini, dei capannoni, nella loro zona è diminuito del 30-40 per cento, mentre qui una volta che investono fanno crescere anche dal punto di vista immobiliare il loro investimento. I collegamenti sono vicini, disponibilità di costruire c’è, la manodopera specializzata ha un costo minore rispetto l’Italia quindi noi rappresentiamo per loro un punto di forte interesse. Poi con la mia presenza qui, che sono più orientata se così possiamo dire, verso l’Italia che è un mercato grande e vicinissimo a noi, lavoriamo per portare qui quante più imprese italiane possibili”.

Quali sono gli obbiettivi che si è data per il suo mandato.. Tra questi se non sbaglio dovrebbe esserci anche lo sviluppo della zona di Hreljin e Buccari…

“La prima sarà una zona più piccola che sarà dedicata alla microeconomia, ci saranno parcelle di terreno più piccole. Siamo in fase di realizzazione dell’infrastruttura stradale necessaria per i collegamenti. A Buccari l’anno scorso la nostra società ha comprato la sede della dell’ex cokeria. Ora dopo la liquidazione dell’azienda Koksara s.r.l. lo Stato dovrà decidere cosa farà dell’ampio terreno adiacente al mare subito vicino alla sede dell’ex cokeria. La speranza è che lo Stato ceda l’area alla Città di Buccari e la nostra idea sarebbe quella farne una zona industriale subito adiacente il mare”.

Cosa cercano e chiedono le aziende che vi contattano, o meglio cosa si aspettano gli investitori dalla Croazia?

“Come praticamente tutti gli investitori, anche quelli che vengono qui da noi guardano ai numeri, ovvero, al profitto che una determinata area potrebbe favorire. Poi ovviamente guardano alla burocrazia, al clima imprenditoriale, alla legislazione vigente, alle tasse, ecc… Se magari prima le aziende di produzione che aprivano qui lavoravano esclusivamente per la ditta madre all’estero, ovvero erano un loro sito che produceva esclusivamente per la proprietà, oggi vediamo che queste stesse ditte stanno diventando, o sono diventate, completamente autonome, con un mercato proprio. Quindi, vi è fiducia da parte degli investitori di venire qui e da qui aprire a nuovi mercati, hanno dimostrato fiducia nel sistema che hanno trovato. Spetta noi farci trovare pronti, riconoscere i potenziali investitori e seguirli passo per passo”.

Ad aprile il presidente cinese con una folta delegazione è stato tre giorni in Croazia. Si è parlato di economia, investimenti, possibilità di cooperazione… Qualche settimana fa il presidente della Regione Litoraneo-montana Zlatko Komadina ha incontrato il direttore della Camera internazionale di commercio cinese. Da quanto ne sa si è parlato anche della zona industriale e se sì avete già avuto contatti con potenziali investitori da Pechino?

“Da noi sono venuti diversi gruppi di imprenditori cinesi negli scorsi anni, con loro si è parlato, si è valutato la possibilità di investimenti da parte loro, ma la questione è che ai cinesi interessano grandi spazi, ovvero terreni molto ampi, e noi non li abbiamo ad hoc ma ci serve del tempo. Se per esempio un interessato viene e ci dice che gli serve un terreno di 100 mila mq o anche più, allora abbiamo bisogno di un po’ di tempo per prepararlo, nel giro di 6 mesi un anno saremmo nella possibilità di offrirglielo”.

Passando per la zona è indubbio che questa dal punto di vista infrastrutturale, logistico, dei collegamenti, è eccellente, e non ha niente da invidiare rispetto a zone simili dei paesi più sviluppati. Vediamo siti produttivi, aziende commerciali, punti vendita di vario tipo, ecc…, ma scarseggiano le aziende 4.0 quelle delle nuove tecnologie o start-up…

“Per adesso abbiamo un equilibrio tra le aziende di produzione, dei servizi e quelle commerciali. Il nostro desiderio è quello di rafforzare la quota delle aziende produttrici e posso dire che stiamo andando nella giusta direzione. Sono le aziende produttrici che hanno o stano integrando delle nuove tecnologie per poter far fronte alle esigenze del mercato ed essere competitive. Aziende però che sviluppano e creano nuove tecnologie si fanno avanti timidamente”.

Lei è direttrice della più grande zona industriale della Croazia, paese che fa ancora fatica a crescere ai livelli di paesi concorrenti. Un investitore che è interessato a venire qui si troverà in un nuovo contesto. A grandi linee quali sono i vantaggi e quali i svantaggi dell’investire in Croazia?

“Guardando la Croazia da un punto di vista macroeconomico non possiamo dire che il Paese funzioni come un orologio svizzero. Però guardando alla microeconomia posso dire, almeno per quanto riguarda la Zona industriale, che le cose funzionano bene, le aziende ci sono, sono ben posizionate sui mercati e crescono di anno in anno. Noi siamo una realtà un po’ speciale, se così posso dire, siamo un’oasi molto ben organizzata, ben pianificata, nella quale si è investito e si investe tanto”.

Come giudica la politica industriale croata, il governo sta secondo lei facendo abbastanza per attrarre investitori?

“C’è sempre spazio per migliorare e fare di più. La burocrazia rimane sempre un tasto dolente. Il governo dovrebbe guardare di più agli imprenditori, ascoltarli, un imprenditore che viene in Croazia vuole sapere con precisione i tempi e costi per un determinato progetto, vuole conoscere tutto a 360 gradi e se gli si lascia anche il minimo dubbio, questo prende e va da altre parti”.

Come vede il futuro della Zona Industriale, come se la immagina tra 10-20 anni?

“In questo momento sono presenti all’incirca 200 società per un totale di 4200 dipendenti diretti, senza contare quelli indiretti. Solo negli ultimi 2 anni sono stati costruiti una ventina di nuovi capannoni e in quest’anno ne cresceranno almeno dieci nuovi. Solo l’anno scorso le imprese hanno investito 300 milioni di kune delle quali una parte ricavata dai fondi europei, sulle 200 milioni di kune, e speriamo che questo ciclo continui anche nel tempo. I terreni ci sono, il clima è positivo, e tra 10 anni speriamo di raddoppiare le capacità. Se mi giro indietro nel tempo, agli anni 2000, qua non c’era praticamente nemmeno la metà della metà di quello che c’è oggi”.

Tornando all’attualità, nelle sue vesti di manager che idea si è fatta della situazione dei cantieri navali di Fiume e Pola?

“È una situazione molto complessa. I problemi che sono usciti a galla negli ultimi tempi non sono certo nati ieri, parliamo di anni e anni di mala gestione e politiche dirigenziali sbagliate, con la politica che ha giocato il proprio ruolo certo non nel migliore dei modi, ma anzi. I nostri cantieri da tempo non sono competitivi sul mercato, ormai da decenni sono messi a dura prova dai competitor cinesi, solo per fare un esempio. Basti pensare che in Cina ci sono centinaia di cantieri simili, hanno un’organizzazione migliore, hanno la materia prima, il costo del lavoro è più basso, come fai a competere in un mercato dove in partenza parti con dieci passi indietro?”

Come abbiamo detto è la prima donna alla guida della Zona industriale. La Croazia è ancora molto indietro rispetto ai paesi più sviluppati per quanto concerne la leadership femminile. Dal suo importante ruolo lei ha, certamente, un’ampia visione del mondo del lavoro e delle risorse umane, a suo avviso, qual è la situazione della donna nei ruoli manageriali, oggi, in Croazia?

“La questione della poca presenza della leadership femminile non è solo presente in Croazia, ma a macchia d’olio è sviluppata anche a livello globale. Dipende molto anche da noi donne, come ci poniamo, se riusciamo a trovare un equilibrio tra la famiglia e il lavoro allora sì che ne gioverà anche la carriera. Per noi donne è certamente più complicato ma io personalmente ho conosciuto, conosco, tante in Croazia che sono manager di successo. Dobbiamo noi donne farci sentire, essere presenti, non aspettarci favoritismi per il solo fatto di essere donna. Il mercato è una battaglia, dobbiamo trovarci sempre pronte. Nella mia carriera non mi sono mai sentita discriminata per il fatto di essere femmina, nel C.d.A, di Luka Rijeka S.p.A., ero circondata da uomini e mai ho avvertito qualche tipo di discriminazione. Sono convinta che un team di manager dove sono presenti sia uomini che donne funziona meglio”.

Chiudiamo con una domanda classica. Si parla tanto di giovani e dell’importanza di dare loro spazio, che consiglio si sente di dare a loro?

“Bisogna avere pazienza, non volere tutto subito, bisogna investire in se stessi, essere curiosi perché quando lo si è, vuole dire che vi sono degli interessi, che si vuole capire e il capire l’apprendere, ti fa crescere. Bisogna fare uno scalino alla volta, non tentare di scalarne più di quanti si riesce. Poi ovviamente bisogna lavorare tanto, essere a contatto con le persone, non chiudere le porte, ma continuare a volerne aprire di nuove”.

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