«Authentico» e la lotta all’italian sounding

Un’app partenopea aiuta ad arginare il problema del falso cibo «Made in Italy»

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«Authentico» e la lotta all’italian sounding
Foto: www.authentico-ita.org

Quante volte vi è capitato d’andare al supermercato e scovare tra gli scaffali dei falsi prodotti italiani? Sicuramente tante. Questo è dovuto al fatto che le imitazioni del Made in Italy nel settore agroalimentare sono un fenomeno notevolmente diffuso, sia in Italia che all’estero. Al fine di tutelare l’autenticità dei prodotti italiani e aiutare i consumatori nei propri acquisti, un gruppo di imprenditori e manager ha deciso di creare un’applicazione mobile, dal nome “Authentico” (www.authentico-ita.org).

Contraffazione diffusa
La contraffazione del Made in Italy è diffusa a tal punto da divenire un vero e proprio business: dal settore dell’abbigliamento e accessori, passando per quello dell’elettronica, fino ad arrivare al settore alimentare. Anche perché, specie per quanto riguarda il settore agroalimentare, il cibo italiano è sinonimo di qualità, gusto e sicurezza in tutto il mondo. Alla base di questo fenomeno vi è il cosiddetto “Italian sounding”. Con questo termine si fa riferimento alla capacità di proporre sul mercato dei prodotti che per confezione, etichetta, design e uso dei colori (ad esempio utilizzando il tricolore o immagini dei paesaggi italiani più conosciuti, come il Vesuvio, il Colosseo, la Torre di Pisa e così via), evocano l’italianità, ma che, in realtà, altro non sono che imitazioni, o in alcuni casi contraffazioni, delle eccellenze gastronomiche italiane. Ad esempio, il Parmesan, il Salami e la Zottarella sono solo alcuni dei tanti prodotti alimentari che si trovano (senza troppa fatica!) nei supermercati fuori dai confini nazionali. Com’è facilmente immaginabile, il primo e più influente fattore che agevola la vendita di questi prodotti contraffatti è il loro costo sensibilmente inferiore a quello degli alimenti italiani autentici.

Effetti economici
Questo fenomeno, oltre a provocare effetti economici negativi sull’export italiano, indebolisce la percezione dell’italianità all’estero, in quanto coloro che acquistano prodotti italiani non autentici, non avendo questi ultimi soddisfatto le proprie aspettative di gusto e qualità, finiscono per ridurre la fiducia verso i prodotti italiani. A tutto, però, c’è un rimedio. O perlomeno un aiuto. Così, ad arginare il problema del falso cibo italiano a tavola ci ha pensato un’applicazione mobile, nata dall’idea di una startup napoletana. Lanciata nel 2018, oggi vanta oltre 10mila download: un numero che conferma la riuscita del progetto. La sua realizzazione ha richiesto due anni di studi e ricerche, finalizzati alla scoperta delle caratteristiche e delle dinamiche di produzione e vendita dei prodotti agroalimentari italiani. Tutelare l’export agroalimentare italiano è fondamentale, in primo luogo, per andare incontro ai consumatori che non hanno ben chiare le differenze fra i prodotti alimentari presenti sul mercato, specie i consumatori stranieri che presentano notevoli (e comprensibili) difficoltà nell’individuare un prodotto “fake” da uno autentico.

Feedback dall’estero
Quello di “Authentico” è dunque un progetto rivolto soprattutto ai consumatori esteri che, grazie all’utilizzo dell’app, possono scoprire se il prodotto desiderato è stato realmente prodotto da un’azienda italiana. Ma non solo: possono inoltre venire a conoscenza della sua storia, delle sue modalità di realizzazione e del territorio d’origine. Un altro aspetto interessante è che non vi sono unicamente vantaggi per i consumatori, bensì anche per i produttori. Grazie all’applicazione ideata dalla startup napoletana, le aziende hanno la possibilità di ricevere dei feedback dai consumatori residenti fuori dai confini nazionali e, cosa ancora più importante, possono capire come e quali sono i tentativi d’imitazione del cibo italiano in tutto il mondo. Informare, educare, consigliare: questo è l’approccio giusto per tutelare l’export delle eccellenze alimentari italiane ed aiutare produttori e consumatori a fronteggiare il complesso fenomeno dell’Italian sounding.

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