Kek vuole espugnare la fortezza Maksimir giocando d’astuzia

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Kek vuole espugnare la fortezza Maksimir giocando d’astuzia

Il derby dell’Adriatico non ha risposto alle aspettative. L’intelligenza tattica di Arrigo Sacchi, quando parla del calcio praticato da Diego Simeone all’Atletico Madrid, ha letteralmente ucciso la partita nel primo tempo. Il Rijeka, diciamolo subito, non è stato mai veramente in partita: il gioco espresso è stato lontano parente di quello messo in mostra nelle precedenti giornate. Quando divertiva, divertendosi e calando il poker di vittorie con quindici gol segnati. Giocando nella bolgia infernale del Poljud d’astuzia (intelligenza tattica di Kek!), il Rijeka, malgrado i problemi a centrocampo dove non riusciva a rifiatare e creare gioco (asfissiante il pressing dei dalmati), nel secondo tempo avrebbe potuto (e dovuto) risolvere la partita nell’arco di pochi minuti. Un po’ come fa la Juventus quando sembra aver tirato i remi in barca, in piena crisi di gioco.
Perfetta l’azione che ha mandato in gol Čolak. Poi Antonio ha pasticciato, così come Heber nell’azione successiva, mentre Acosty non è arrivato poco dopo su un pallone che sembrava quasi un invito a nozze. Doveva finire KO, invece l’Hajduk è rimasto in piedi, ha reagito mandando nuovamente in crisi la squadra fiumana, che a Spalato non è stata all’altezza del propio carattere, non ha sciorinato il gioco cui eravamo abituati. Mancando nell’occasione anche di velocità e fantasia, chiusa a riccio in difesa. Nel finale è stata salvata da Sluga, il “mulo de Parenzo”, che per idolo ha un certo Buffon. Una partita molto fisica. I dalmati, caricati al massimo, hanno tolto la classe e la tecnica ai fiumani. La fantasia non abitava certo al Poljud.
Per l’Hajduk, e per i tifosi dalmati, nulla è comunque cambiato al termine del derby dell’Adriatico di sabato. Dopo sei vittorie, Matjaž Kek ha ottenuto il sesto pareggio. Mai sconfitto nel mitico stadio, che per i dalmati è quasi una cattedrale. La prossima sfida al Poljud è in programma il campionato seguente. Il 7 agosto saranno sette anni che l’Hajduk non riesce a vincere in casa una sfida con il Rijeka. Qualcuno dirà che trattasi soltanto di numeri, di cruda statistica, ma le stesse cifre e tradizioni la dicono lunga. L’Hajduk, dopo cinque anni, è davanti al Rijeka in classifica. Per il momento, perché il campionato è ancora lungo…
Se il Poljud è lo stadio preferito di Matjaž Kek, non lo è certamente il Maksimir di Zagabria, dove il tecnico sloveno non ha mai vinto una partita di campionato contro la Dinamo! Si è aggiudicato la prima sfida della finale di Coppa Croazia di quattro anni fa (1-0, gol di Tomečak), poi più nulla. Ha battuto gli zagabresi anche sul campo neutro di Varaždin (3-1) nella finale di Coppa della scorsa stagione, ma in campionato sono stati sempre dolori. Fortunatamente oggi si gioca una partita di… Coppa. Gara da dentro o fuori, di cui Kek è uno specialista dai tempi che faceva il selezionatore della Slovenia e quando sbatté fuori dai Mondiali in Sudafrica la Russia.
Dopo il derby dell’Adriatico il tecnico di Maribor ha detto che vorrebbe incontrare i dalmati nella finale di Coppa Croazia, in programma a Vinkovci il 23 maggio. Quattro giorni prima le due squadre saranno di scena a Rujevica per l’ultima di campionato. Kek, dunque, vuole l’Hajduk! Il pareggio di Spalato gli è rimasto nello stomaco come un macigno, mentre con la Dinamo ha un conto aperto da saldare in quel Maksimir fortezza inespugnabile per i quarnerini. Da ricordare che in campionato, in oltre settant’anni, il Rijeka ha vinto da quelle parti soltanto sei volte. Le vittorie le hanno firmato Osojnak, Brnčić, Gračan (due volte), Katalinić e Skočić. Kek è ancora a digiuno. Fortunatamente, oggi c’è in palio la finale di Coppa Croazia.
Il nuovo allenatore della Dinamo, Nikola Jurčević, ha esordito con un pareggio a reti inviolate con l’Inter. Vuole e deve riscattarsi contro il Rijeka di Matjaž Kek. Insomma, potrebbe essere una partita “vera”, con il Rijeka che vuole espugnare il Maksimir giocando d’astuzia.

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