Mišković sorvola sugli arbitri, ma la VAR significa regolarità

0
Mišković sorvola sugli arbitri, ma la VAR significa regolarità

Il Rijeka sta andando di male in peggio… Dopo tre pareggi interni, sei punti buttati via, i fiumani si “sdraiano” sui binari del nuovo manto erboso dello stadio di via Kranjčević e si fanno travolgere dalla… Lokomotiva. Prima sconfitta all’ottava giornata e la squadra scivola in quarta posizione – alle spalle di Dinamo 20 punti, Lokomotiva 16, Osijek 14 – in compagnia del Gorica a quota 13. Una partenza quanto meno balbettante. La squadra è a digiuno di vittorie da più di un mese e dovrà leccarsi le ferite in Coppa Croazia, oggi a Križevci.
Nella prima sconfitta dei fiumani c’e lo zampino (mano pesante) dell’arbitro Duje Strukan di Spalato, o meglio dei suoi collaboratori, che in due circostanze hanno sbagliato a danno del Rijeka. La prima in occasione del gol di Toni Datković, siglato in netta posizione di fuorigioco; la seconda all’inizio della ripresa quando Strukan, su suggerimento del guardalinee, ha fischiato un rigore con conseguente espulsione di Punčec, reo di aver usato la mano in modo proibito dal regolamento. L’analisi televisiva ha confermato entrambi gli errori, che hanno influito sul risultato finale: Datković era in fuorigioco, Punčec non ha fermato il pallone con la mano.
Due errori che hanno determinato l’esito finale. Matjaž Kek l’ha presa con filosofia, affermando che sono tanti gli esperti di arbitraggio. Damir Mišković, presidente del Rijeka, invece, ha spento ogni fiamma di polemica sulle decisioni. “Il Rijeka non si è mai nascosto dietro agli errori arbitrali né ha cercato scuse per una sconfitta. Non la farà nemmeno questa volta, ma neanche in futuro. Non siamo una società che si mette a piangere dopo ogni errore arbitrale”, le parole di Mišković, che ha confermato di avere la massima fiducia nello staff tecnico, come nei giocatori, nonché in tutta l’organizzazione societaria. “I nostri sono giocatori di qualità, ragazzi eccellenti, ma decisamente in crisi psicologica. Godono tutti della mia massima fiducia. Sono orgoglioso dei miei collaboratori, di quanto abbiamo costruito insieme”.
Mišković, vicepresidente della Federcalcio, è stato chiaro, ma dovrebbe insistere nelle riunioni del governo calcistico del “premier” Davor Šuker sull’introduzione della tecnologia VAR. Avrebbe aiutato il povero Strukan, che con la videoassistenza non avrebbe danneggiato i fiumani. Si dice che la VAR potrebbe essere varata (scusate il gioco di parole) in Croazia già in primavera, anche se si afferma che servono due anni di preparazione. Com’era successo per i Mondiali di Russia. Dov’erano tutti entusiasti.
Durante la recente riunione dell’ECA, l’Associazione dei club europei con 232 membri, il presidente Andrea Agnelli ha parlato di risultati eccellenti: l’accuratezza al 99 per cento è una buona notizia e dà più forza alle richieste delle società di implementare la VAR nelle competizioni dell’UEFA il più presto possibile.
L’Europa vuole la VAR, vuole aiutare gli arbitri. Quando si parla di arbitraggio, in Croazia la situazione è drammatica. Non perché i direttori di gara siano incapaci, tutt’altro. C’è del peggio… Tutti gridano allo scandalo, vedono complotti dietro ogni angolo. Gli arbitri vanno salvati e liberati da questo grande peso psicologico, appunto con l’intruduzione della VAR. Finché non avremo la tecnologia, ci sarà la caccia all’arbitro. In Croazia va di moda. Mišković sembra essere di un altro mondo…

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display