Applausi e fuochi d’artificio per Bišćan

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Applausi e fuochi d’artificio per Bišćan

Il Rijeka si diverte divertendo. Tutti contenti dopo novanta minuti: una valanga di gol, cinque, e tanti applausi per la “prima” di Igor Bišćan a Rujevica. Come tradizione nell’era Mišković, si festeggia con i fuochi artificio… Ovviamente musi lunghi (non tutti) in curva Nord, quella dell’Armada, con un centinaio di ultrà in sciopero. Contestano la scelta di Bišćan e del suo vice Pilipović, protestando in silenzio. Ovvero, continuano il braccio di ferro con la società, ma il presidente Damir Mišković non intende di certo diventare ostaggio degli ultrà. Con tutto il dovuto rispetto per quanto hanno fatto – aiutato la squadra e la società – nella conquista di Coppe Croazia e campionato, nelle vittorie sulla scena continentale.
L’Armada protesta in silenzio, fa scena muta. Niente coreografia in curva Nord, ma comunque tanto entusiasmo sugli spalti, le altre due tribune. Il tutto a sostegno della squadra e di Igor Bišćan.
Quarant’anni fa, nel 1978, il Rijeka conquistava la sua prima Coppa (Jugoslavia), battendo il Trepča con un gol di Radović al primo minuto dei supplementari. Ci fu un esodo di fiumani nella capitale dell’ex Jugoslavia, Belgrado. Treni speciali, una colonna di pullman… In tutto ottomila. Un pullman era occupato dalla Banda d’ottoni di Laurana. L’Armada a quei tempi non esisteva. Quarant’anni dopo, lunedì scorso a Rujevica, sono stati ancora i lauranesi a dettare i ritmi del tifo con musica e tante canzoni… Tutti si sono divertiti, in campo e sulle tribune.
“Bravi ragazzi, bravo Igor, ci siamo gustati lo spettacolo. Gli ‘altri’ continuino a tifare in silenzio, ne saremo grati. Ora possiamo recarci allo stadio anche con i bambini”, uno dei tanti commenti apparsi su Facebook dopo la partita che ha diviso la tifoseria fiumana.
La Banda d’ottoni di Laurana potrebbe esser presa di mira, “colpevole” di avere dimostrato fedeltà al Rijeka in un momento così delicato. Di avere dato una spinta alla squadra e tanta grinta alle tribune.
Due vittorie (Inter 2-1 e Rudeš 5-1) e un pareggio (Hajduk 1-1) in campionato all’inizio dell’era Bišćan. A Rujevica il Rijeka non vinceva dal 19 agosto, guarda caso con il Rudeš (2-1), collezionando tre pareggi (Istra 1961 3-3, Osijek 1-1, Slaven 0-0). La Dinamo è oramai un miraggio (33 punti), mentre il Rijeka con Bišćan ha iniziato la rincorsa al secondo, terzo posto, cioè al pass per l’Europa. A quota 21, con due punti in meno del Gorica (23), tre dell’Osijek (24) e sette della Lokomotiva (28), che affronterà nei quarti di Coppa. Prima della pausa invernale se la vedrà con Dinamo e Lokomotiva a Rujevica, mentre sarà ospite dell’Osijek. Tre partite che potrebbero cambiare il volto della classifica. Intanto, però, domenica dovrà affrontare al Drosina l’Istra 1961 del nuovo allenatore Krunoslav Rendulić, presente a Rujevica e impressionato della prestazione dei fiumani con il Rudeš. “Il Rijeka avrebbe potuto segnare una decina di gol…”, ha detto il tecnico polese (ex Rijeka, nel 2006), che nella sfida con i fiumani non potrà contare tra cartellini rossi e gialli su ben quattro giocatori: Mierez, Rubić, Obeng e Traore.
Contro il Rudeš il nuovo allenatore del Rijeka ha ridisegnato la squadra lasciando fuori Čanađija e Grahovac, due interditori, e dando fiducia al tandem Pavičić-Lončar. Fantasia e geometria al potere. Come detto, si sono divertiti tutti, in campo e sugli spalti… Con l’Istra 1961 sarà certamente un’altra musica.

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