Serve un’Unione che sia forte, unita e rappresentativa

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Serve un’Unione che sia forte, unita e rappresentativa

VISINADA | Un incontro molto caloroso e amichevole nella Comunità degli Italiani di Visinada, dove il candidato presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul e il candidato presidente della Giunta Esecutiva dell’UI Marin Corva hanno illustrato ai connazionali del sodalizio ospitante e a quelli di Santa Domenica il programma elettorale della lista “Uniti per l’Unione”. Prima di Visinada, hanno fatto tappa pure nella CI di Visignano.
A fare gli onori di casa è stata la presidente del sodalizio visinadese, Neda Šainčić Pilato, che ha sottolineato la buona collaborazione con Tremul e Corva, sia in ambito organizzativo che burocratico, concludendo: “Conosciamo bene entrambi i candidati, abbiamo sempre avuto fiducia in loro e continueremo ad averla, in quanto non ci hanno mai delusi”. Al comizio, oltre a numerosi connazionali, presenti pure il vicesindaco del Comune di Visinada, Oliver Arman e il presidente della CI di Santa Domenica, Roberto Bravar. In apertura Tremul ha sottolineato: ”Abbiamo deciso di non rispondere agli insulti e diffamazioni infondate che il nostro controcandidato sta scrivendo sui social media. Vogliamo soltanto presentare il nostro programma e le cose che abbiamo in piano di fare”. I due candidati hanno quindi illustrato l’ampio programma che prevede in particolare il supporto a tutte le istituzioni della CNI, che vanno sostenute con maggiori risorse dagli Stati e dalle autonomie regionali e locali, valorizzando il contributo degli attivisti e dei presidenti delle Comunità. In programma maggiori scambi tra le Comunità ed eventi comuni che consentiranno ai connazionali di conoscersi, confrontare idee e progetti. Entrambi i candidati hanno parlato dell’autonomia dell’Unione e della CNI, che ultimamente è sottoposta ad attacchi esterni che ne minano l’unità. Serve un’Unione forte, unita, rappresentativa, che sappia difendere la propria autonomia dal punto di vista politico, istituzionale e finanziario. Intaccare quest’autonomia significa indebolire l’italianità, hanno spiegato, e quello che va fatto è una riflessione sul sistema minoranza, su come essere ancora più efficaci come CNI nelle sue varie articolazioni: UI, CAN, Consiglio delle minoranze, CI, scuole, istituzioni e rappresentanti politici a tutti i livelli, parlamentari e locali.
Per quanto riguarda le scuole, in piano pure l’introduzione nei programmi e nei libri di testo delle scuole della maggioranza della nostra storia e della nostra produzione culturale, rendendo obbligatorio o di maggiore qualità l’insegnamento dell’italiano. Tremul e Corva hanno rilevato inoltre l’esigenza di avvicinare ulteriormente i giovani alla realtà della CNI, consentendo a loro di essere i portatori delle attività e favorendo così il ricambio generazionale.

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