L’INTERVENTO L’Unione europea e la Cina sono partner, concorrenti o rivali?

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L’INTERVENTO L’Unione europea e la Cina sono  partner, concorrenti o rivali?

Negli ultimi 40 anni l’Europa e la Cina hanno stabilito una cooperazione economica e commerciale reciprocamente vantaggiosa e dinamica, che si estende a quasi tutti i settori industriali, favorendo la prosperità e la stabilità per entrambe le parti. La Cina ha beneficiato delle tecnologie avanzate, dell’esperienza gestionale e dell’alta qualità dei prodotti dell’Europa. Nel frattempo, le relazioni bilaterali e storiche hanno anche facilitato la messa a punto di una catena di approvvigionamento più sicura. A sua volta, l’Europa ha ottenuto l’accesso al vasto mercato della Cina, con tantissimi consumatori. Questo fatto ha contribuito così ad aumentare le esportazioni di beni e servizi del Vecchio continente verso il gigante asiatico. Anche la cooperazione tecnologica tra le due aree è stata reciprocamente vantaggiosa. La Cina continuerà ad essere indubbiamente un partner prioritario, di primaria importanza per l’Europa, come ha affermato recentemente Julio Ceballos Rodriguez, economista spagnolo ed esperto di questioni legate alla Cina che vive a Shanghai da 18 anni.

Nel 2002 le importazioni dalla Cina ammontavano al 7,8 per cento del totale dell’import di beni nell’Unione europea. Mentre nel 2022 tali importazioni hanno raggiunto la percentuale di 20,9 punti. Evidentemente esiste una crescente interdipendenza tra gli Stati facenti parte dell’Unione europea da una parte e la Cina dall’altra. Pechino ha più volte sottolineato che la Cina e l’UE non sono affatto rivali e che i loro interessi comuni sono molto più grandi rispetto alle differenze. Ma il Consiglio europeo ritiene che la Cina continui contemporaneamente a posizionarsi come “partner”, “concorrente” e “rivale”.

Ma negli ultimi anni, sotto l’influenza dei fattori geopolitici, l’atteggiamento dell’Unione europea nei confronti della cooperazione con la Repubblica popolare cinese è cambiato. Al momento un grosso problema è rappresentato dal fatto che il deficit commerciale tra UE e Cina ammonta ormai a quasi 400 miliardi di euro. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato che “le fonti di tali squilibri sono ben note. Queste vanno dalla mancanza di accesso al mercato cinese per le aziende europee, al trattamento preferenziale per le aziende cinesi nazionali e alla sovrapproduzione del settore manifatturiero cinese”.

Il presidente cinese Xi ha sottolineato la “necessità che entrambe le parti sviluppino una corretta percezione reciproca, promuovano la comprensione e la fiducia reciproche e che vi sia sincerità nello sviluppo delle relazioni fra la Cina e l’UE. Non dovremmo considerarci rivali soltanto perché i nostri sistemi sono diversi, oppure ridurre la cooperazione perché c’è concorrenza o entrare in conflitto perché ci sono disaccordi”. Dall’altra parte è interessante sentire cosa pensino i cittadini europei sulle relazioni tra i loro Paesi e l’UE nel suo insieme con la Cina.

In base ai risultati ottenuti nel corso di una ricerca condotta dall’azienda”CEPER-Group GmbH” in 12 Paesi dell’Europa centrale, ovvero Austria, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Macedonia del Nord, Montenegro e Polonia, possiamo registrare queste tendenze significative: il 50 p.c. dei montenegrini, il 48 p.c. dei serbi, il 49 p.c. degli sloveni, il 38 p.c. dei croati, il 33 p.c. dei macedoni e il 42 per cento dei bulgari, vogliono chiaramente rafforzare i legami economici con la Cina. Solamente un piccolo numero di intervistati ha affermato che la cooperazione dovrebbe essere ridotta, forse anche perché i fondi dell’Unione europea non sviluppano l’economia di base, ma finanziano soltanto la digitalizzazione e la riduzione economica per le cosiddette “regioni climatiche”.

Ovviamente la produzione industriale è necessaria, perciò l’Europa oggi si trova in una situazione di squilibrio, a causa della quale l’economia base dell’UE è ridotta.

I Paesi con un atteggiamento più cauto nei confronti della Cina hanno relazioni più forti con gli Stati Uniti. Ecco perché in Romania il 42 per cento, in Slovacchia il 47 per cento e in Repubblica Ceca il 49 per cento degli intervistati non cambierebbe l’attuale livello dei legami economici con la Cina.

In generale, è possibile rilevare che l’indebolimento dei legami con la Cina non è supportato in nessuno dei Paesi che hanno partecipato a questa ricerca. La maggior parte degli intervistati apprezza sicuramente i legami economici con la Cina. L’opinione prevalente in quasi tutti i Paesi è che la Cina sia un “partner indispensabile” dell’Europa. Pertanto, l’Unione europea deve trovare le risposte giuste per risolvere questo squilibrio a suo favore.

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