L’INTERVENTO I meccanismi psicologici e le dinamiche di massa

0
L’INTERVENTO I meccanismi psicologici e le dinamiche di massa

Il professor Mattias Desmet è uno psicologo belga e professore di psicologia clinica all’Università di Ghent. È anche dottore in filosofia con un master in statistica. Nel 2021, sia i media mainstream sia quelli alternativi hanno iniziato a riservare a Desmet una significativa attenzione dovuta al fatto che il professore ha associato le reazioni del pubblico alla pandemia da Covid-19 alla formazione di massa. Desmet spiega perché durante la crisi provocata dal coronavirus gran parte della popolazione si dimostra sorprendentemente pronta ad accettare le misure che “tagliano” profondamente il loro piacere, nonché le loro libertà e prosperità. Sostiene che di solito soltanto il 30 p.c. circa delle persone è realmente coinvolto nel fenomeno di massa, ma c’è anche circa il 35-40 p.c. di persone che non vuole essere percepito come una voce dissonante nello spazio pubblico perché ha paura delle conseguenze. Quindi, in generale, circa il 70 p.c. delle persone rimane in silenzio, il 30 p.c. perché è convinto della narrativa mainstream e il 40 p.c. perché ha paura di parlare. C’è inoltre una percentuale di cittadini compresa tra il 20 e il 30 p.c. che non crede alla narrazione e che, in determinate situazioni, lo dice in modo forte e chiaro. Quello a cui stiamo assistendo già da due anni non è un disastro soltanto a livello sanitario ed economico, ma è un disastro soprattutto a livello profondo, interiore, dice Desmet. Parliamo di miliardi di esseri umani che stanno combattendo, a loro insaputa, una battaglia contro i loro demoni interiori i quali sono stati opportunamente trasferiti all’esterno – su virus, vaccini, green pass, limitazioni, crisi economica, no vax e pro vax… –, col solo scopo di essere utilizzati dalle persone che hanno un notevole vantaggio nel farlo. La soluzione, come sostiene il professor Desmet, sarebbe quella di andare alla radice dei disordini sociali e personali. Che cosa non va in questa società, per avere così tante persone ridotte al limite delle problematiche psicologiche? Perché vale la pena chiedersi se sia “colpa” del singolo, o se sia la società ad avere qualcosa che non va? Che cos’è, in un’ipnosi collettiva, che porta le persone a non conoscersi? Ci sono quattro elementi, dice il professore, che devono essere messi in atto se si vuole realizzare un fenomeno di massa su larga scala. La prima cosa è che devono esserci molte persone socialmente isolate, persone che sperimentano una mancanza di connessioni sociali. Secondo, devono esserci molte persone che non riescono a trovare un significato nella vita. La terza e la quarta condizione da soddisfare sono, rispettivamente, un alto tasso di ansia e di malcontento psicologico. L’ansia rappresenta una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione (inquietudine ansiosa) e preoccupazione ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come dolori al petto e/o respiro corto, nausea e tremore interno. Desmet è convinto che l’ansia sia il fenomeno psicologico più doloroso che una persona possa sopportare. Quindi, quello che succede a questo punto, quando le persone stanno vivendo un’intossicazione mentale, è che non importa se la narrativa è errata; l’importante è che porti appunto a un’intossicazione mentale. È questo il meccanismo centrale della formazione di massa e questo è ciò che lo rende così difficile da contrastare. La soluzione, suggerisce il professore, non è quella di combattere le corporazioni, ma è quella di risanare la nostra interiorità, di renderci meno soggetti alla paura, alla rabbia, al bisogno di ricevere approvazione dall’esterno. Solo così sarà possibile trovare quello spazio di tranquillità e di pace all’interno di noi. Uno spazio che non potrà essere intaccato dalla paura, dal disordine, dalla rabbia e dalla manipolazione. Ridiventare uomini, forse non e così difficile, siccome siamo venuti tutti al mondo come esseri umani.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display