L’INTERVENTO Bei tempi per i più ricchi

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L’INTERVENTO Bei tempi per i più ricchi

Come pubblicato di recente dall’Oxfam International, l’uno per cento dei più ricchi del mondo ha più del doppio della ricchezza di 6,9 miliardi di persone. Quasi la metà dell’umanità vive con meno di 5,50 dollari al giorno. Solo 4 centesimi per ogni dollaro di gettito fiscale provengono dalle tasse sulla ricchezza. Oggi 258 milioni di bambini, uno su cinque, non potranno andare a scuola. Ogni giorno 10.000 persone muoiono perché non hanno accesso a cure mediche a prezzi accessibili. Eppure la disuguaglianza non è inevitabile: è una scelta politica. Dall’altro lato Forbes c’informa chi sono i più ricchi nel mondo. Stando alla 40.esima lista annuale di Forbes, per i 400 americani più ricchi il patrimonio è aumentato di un enorme 40 p.c. nell’ultimo anno, passando da 3,2 a 4,5 trilioni di dollari. Quasi tutti sono più ricchi di un anno fa. Il più ricco d’America (e del mondo), per il quarto anno consecutivo, è Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, con 201 miliardi di dollari, ossia 22 miliardi in più rispetto allo anno scorso. Al secondo posto c’è Elon Musk, con 190,5 miliardi di dollari, quasi il triplo rispetto al 2020, a causa dell’enorme aumento del prezzo delle azioni della società di auto elettriche Tesla. Mark Zuckerberg è al terzo posto, grazie a un aumento del 63 p.c. del valore delle azioni di Facebook. Bill Gates è quarto… Forbes Business Magazine descrive il “capitalismo degli stakeholder” con “l’idea che un’azienda si concentri sulla soddisfazione delle esigenze di tutti i suoi stakeholder: clienti, dipendenti, partner, comunità e società nel suo insieme”. Le “partnership” che il Foro economico mondiale (WEF) crea, mirano a sostituire la democrazia con la leadership globale di individui selezionati e non eletti il ​​cui dovere non è servire il pubblico, ma imporre le regole e l’interesse del l’uno p.c. di ricchi. La vera motivazione del “capitalismo condiviso”, promosso alla Conferenza della WEF a Davos 2020, è il profitto, ovvero lo sfruttamento. “È importante avere fiducia nei dati e negli algoritmi utilizzati per prendere decisioni”, sottolinea K. Schwab, fondatore e presidente della WEF, nel suo recente libro. “Le preoccupazioni dei cittadini sulla privacy e le responsabilità delle strutture aziendali e giuridiche richiederanno un adeguamento del pensiero”, sostiene. Alla fine è chiaro che tutta quest’effervescenza tecnologica ruota esclusivamente attorno al profitto, o “valore”, come preferisce chiamarlo Schwab, nel suo discorso aziendale del 21° secolo. Lui si rallegra quando parla delle nuove tecnologie dicendo: “Le tecnologie della quarta rivoluzione industriale annullano i modi esistenti di percepire, calcolare, organizzare, agire e fornire risultati. Rappresentano modi completamente nuovi di creare valore per organizzazioni e cittadini”. Il percorso del Nuovo Ordine Mondiale è dunque già iniziato. Il nuovo strumento di democrazia è il digitale. Presto ci troveremo inclusi nei nuovi contratti sociali firmati da entità sovranazionali a cui abbiamo demandato il controllo della nostra sovranità.

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