Alimenti sostenibili: la sfida del domani

Il workshop gastronomico dello chef Roberto Colombo ha anticipato ieri la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (dal 22 al 28 novembre)

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Alimenti sostenibili: la sfida del domani

“L’alta cucina non è una cosa per i pavidi, bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l’impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore”, ci insegna il cuoco Gusteau nel capolavoro animato francese “Ratatouille”, ma questo non vuol dire che tutti dovrebbero farlo, sottolinea Remy, il topo protagonista del film. Nonostante la sua amabile ironia, al primo appuntamento della VI edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo – tradizionale manifestazione voluta dal MAECI e organizzata in Istria e nel Quarnero dal Consolato Generale d’Italia a Fiume (che si articolerà quest’anno tra il 22 e il 28 novembre) –, precisamente un laboratorio gastronomico organizzato dalla Comunità degli Italiani di Fiume, in collaborazione con il Consolato, tenutosi ieri negli ambienti del sodalizio di Palazzo Modello, hanno potuto partecipare proprio tutti (nel rispetto dei limiti posti dalle misure antipandemiche). E lo hanno fatto col cuore. Timorosi o audaci, esperti o meno, sotto l’occhio attento del bravissimo chef milanese Roberto Colombo, con alle spalle una carriera invidiabile, gli iscritti al workshop di cucina hanno assistito a un interessantissimo e utile corso intitolato “Tradizione e prospettive della cucina italiana, consapevolezza e valorizzazione della sostenibilità alimentare”, durante il quale hanno scoperto e condiviso con lo chef piccoli segreti culinari, hanno imparato (o consolidato le loro conoscenze) a utilizzare e a valorizzare ciò che è avanzato con un occhio sempre rivolto a presentazioni impeccabili e sapori sfiziosi.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Bricolage gastronomico

Con le sue forme, i suoi colori e i suoi profumi, il cibo è stato sempre una grande fonte d’ispirazione. La cucina “povera”, fatta di avanzi e fantasia, tema della prima giornata, ha appassionato addirittura grandi artisti e poeti. Pablo Neruda, ad esempio, canta i cibi semplici nelle sue “Odi elementari”, scegliendo soprattutto pane, cipolla, mela, limone e pomodoro, ovvero un prodotto della madre terra che “invade le cucine, entra per i pranzi, si siede, riposato, nelle credenze, tra i bicchieri, e le saliere azzurre. Emana una luce propria maestà benigna”. La sua penna sudamerciana riesce a rendere poetici e raffinati dei pranzi anche rustici, semplici e mediterranei. Allo stesso modo e con lo stesso entusiasmo, i corsisti si sono approcciati al laboratorio, imparando l’arte del recupero la quale, come tale, richiede che capacità tecnica e intelligenza creativa si alleino per dare nuova vita a cibi che pensiamo non avere più nessuna chance tra i fornelli.

Molto soddisfatti la presidente del sodalizio, Melita Sciucca, e il Console, Davide Bradanini, che hanno inaugurato l’evento. “Spero sia soltanto il primo di una serie di appuntamenti, in quanto abbiamo deciso che Roberto deve incominciare a cucinare in fiumano”, ha esordito Sciucca, aggiungendo che l’idea è promuovere, oltre a quella italiana, anche la cucina locale e che, riflettendo sul tema di quest’anno, sono stati tutti d’accordo a trattare quello del riciclo del cibo. Davide Bradanini ha rilevato che, con il laboratorio ha avuto inizio informalmente la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, e che “il tema di quest’anno è la sostenibilità alimentare, che si incardina perfettamente nel macrotema identificato per l’edizione 2021 della suddetta iniziativa. Il programma di Fiume, Abbazia, Cittanova e Pola comprende diversi eventi, che invito a visitare”.

Lo chef Roberto Colombo ha affermato che le tartine preparate sono poco a confronto con quelle che fa di solito sottolineando che “in un’occasione ho preparato 900 canapé per il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Essendo oggi un pensionato freelance, per me questo non è un lavoro, bensì un divertimento. Ho girato mezzo mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, fino a tanti altri luoghi in Europa, dove ho fatto stage e ho lavorato. Quella che reputo la piazza migliore della mia carriera è stato l’Hotel Savoy di Londra. Ora, dopo 50 anni di mestiere, faccio il pensionato. Abito a Samobor da ormai 17 anni e lavoro per un catering zagabrese”. Lo chef, inoltre, ha confidato che quello che ritiene il suo cavallo di battaglia sono i già accennati canapé e che, richiedendo questa professione molto sacrificio, un cuoco diventa bravo se nasce con la vocazione per farlo.

Melita Sciucca, Davide Bradanini e Roberto Colombo

I corsisti

Incuriositi e inizialmente leggermente preoccupati inerentemente a come preparare il pranzo domenicale pensato per 20 persone, i partecipanti al laboratorio di cucina italiana, dopo avere raccontato le motivazioni che li hanno spinti ad aderirvi e ascoltato gli insegnamenti di Roberto Colombo, si sono rilassati e divertiti. “È una bellissima iniziativa da parte della Comunità degli Italiani di Fiume. Non si smette mai di imparare e partecipare a un laboratorio guidato da uno chef esperto e professionista come il signor Colombo non può che rendermi felice. Tra l’altro, la tematica del recupero del cibo è molto attuale e serve tantissimo. Personalmente pratico il riciclaggio e lo ritengo un ottimo modo per non buttare nulla”, ha affermato Deborah Voncina Ivanić. Sulla scia delle sue parole, Ester Vrancich Segalla ha spiegato di avere deciso di fare il corso per imparare cose nuove, scoprire segretucci ed “essendo amica in Facebook dello chef e vedendo che preparava sempre una miriade di tartine, la cosa mi intrigò. In più, c’è la possibilità di stare fra amici, in compagnia e divertirsi”.

Deborah Voncina Ivanić

L’apprezzata iniziativa è stata pensata in tre giornate, da ieri a domenica, nel corso delle quali, oltre al laboratorio di ieri, si susseguiranno altri due workshop incentrati il primo su come strutturare un menù (in programma oggi dalle 9 alle 12) e il secondo sulla preparazione di un pranzo completo per 20 persone e la degustazione dello stesso (domani, alle 13.30), sempre nella CI.

Ester Vrancich Segalla

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