INSEGNANDO S’IMPARA Turisti (in)sostenibili

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INSEGNANDO S’IMPARA Turisti (in)sostenibili
Foto Roni Brmalj

Preferite il termine schadenfreude o aticofilia? A voi la scelta. In ogni caso significano la stessa cosa e cioè “piacere provocato dalla sfortuna altrui”, la gioia perversa, la soddisfazione un po’ cinica che si prova quando le cose vanno male, soprattutto a quelli che ci stanno antipatici. Si presume che la maggior parte di noi ne soffra. È un piacere momentaneo che spesso esprimiamo con un poco autentico “Poverino, come mi dispiace” che però maschera un “Ben gli sta!”

Gli psicologi fanno notare che si tratta di un meccanismo compensatorio per le nostre lacune di autostima. Però di questi tempi anche un momento compensatorio è meglio di niente.

Siccome siamo in estate, vorrei continuare il tema delle mine vaganti dei turisti in vacanza dal proprio cervello. Questa volta le conseguenze di azioni scellerate si riversano su chi le ha compiute. Godetevi la carrellata, tenendo conto che il fine ultimo è quello di rallegrarvi due minuti sotto l’ombrellone.

Nel luglio del 2012 all’aeroporto di Fiumicino, un norvegese stanco e forse un po’ sbronzo è riuscito a scavalcare inosservato la barriera del check in e si è messo a dormire sul nastro trasportatore dei bagagli. Immaginate la sorpresa degli operatori quando invece di vedere le immagini radiografate delle valigie si sono visti uno scheletro!

Invece un ventisettenne americano ubriaco ha creato ancora più scompiglio quando, nel gennaio del 2019, per fare una bravata, ha deciso di saltare dal ponte di una nave da crociera (fortunatamente) ancorata alle Bahamas, mentre i suoi compari lo filmavano, ovviamente. La sua buona stella ha voluto che riportasse solo ferite lievi, ma lo staff della nave, invece degli analgesici gli ha offerto l’invito a far fagotto e sbarcare immediatamente.

Il 15 aprile 2012, due gallesi in vacanza in Australia si sono svegliati con un pinguino in stanza senza avere il minimo ricordo di cosa fosse successo la sera prima. A ricordarglielo ci ha pensato la Polizia mettendo insieme i filmati di telecamere e telefonini. Dopo essersi introdotti in un parco acquatico, i due avevano dapprima azionato un estintore nella vasca degli squali, poi sguazzato in quella dei delfini e infine se n’erano andati portandosi via Dirk il pinguino, beniamino del parco. Dopo averli multati, il giudice ha consigliato loro di pensarci due volte in futuro prima di bere un altro litro e mezzo di vodka.

Dall’alcol passiamo ad altre sostanze ingurgitate da giovani teste vuote. In una discoteca di Magaluf in Spagna, nel luglio del 2014 un inglese ha buttato giù una pasticca di flakka, (soprannominata “cannibal” per gli effetti che fa) e si è messo a mordere a destra e sinistra come un mastino assatanato. Ci sono voluti ben 10 poliziotti per fermarlo, sedarlo e arrestarlo.

Si spera fossero intossicati e non affetti da idiozia terminale, i due turisti in visita al Parco nazionale di Yellowstone nel 2019 che, in barba a tutti i divieti e le barriere sono andati a ficcare il naso proprio sopra il cratere del geyser “Old Faithful”. Fortunatamente il geyser erutta ogni ora/ora e mezza e non è successo niente. Ma immaginate cosa sarebbe successo se quelle due facce da schiaffi avessero incontrato tra i 14mila e i 32mila litri d’acqua di acqua bollente, sparati a tutta velocità fino ad un’altezza di 30-55 metri.

Niente alcol o droga, ma solo superstizione e poca dimestichezza con gli aerei, per l’anziana signora cinese che, nell’ottobre 2017, ha gettato delle monetine nel motore dell’aereo su cui era in procinto di salire. La settantaseienne lo aveva fatto per “buona fortuna” aggiungendoci anche una preghiera. Gli altri passeggeri hanno fatto una preghiera di ringraziamento allo staff di volo che se n’è accorto in tempo. Sembra anche che questo non sia l’unico incidente del genere in Cina.

Siccome gli americani fanno capitolo a sé, ecco una collezione delle loro “perle” riportate nei vari blog.

– In viaggio in Irlanda chiedono “dove si possono vedere i folletti”, rimanendo male al sentirsi dire che non esistono.

– Ad Edimburgo alcuni di loro si sono lamentati che gli scozzesi avessero costruito il castello troppo lontano dalla stazione ferroviaria.

– Una signora ha fermato un bel giovane biondo chiedendogli indicazioni per andare a vedere le Alpi e gli orologi a cucù. Il giovane ha replicato “Signora, lei si trova in Svezia, non in Svizzera!”

-Sono innumerevoli i casi dei cittadini USA che si sentono offesi dalle dicerie secondo le quali la pizza sarebbe italiana, quando tutti sanno che è stata inventata in America.

– “È scandaloso che qui non si accettino dollari! Siamo in un McDonald’s, perdiana!” “Sì, ma in Polonia, signore”. Chissà perché gli americani fanno tanta fatica ad accettare il fatto che gli altri Paesi non usino il dollaro. Per i canadesi è una piaga aperta, ma anche in Europa la cosa accade regolarmente.

– Questa l’ho sentita personalmente: un professore (!) dell’università dove lavoro doveva andare ad una conferenza in Italia ed era preoccupato che il suo albergo fosse a Firenze, mentre la conferenza si sarebbe tenuta a Florence.

– Quanto si sta in macchina da Londra a Dublino?

– Certi americani pensano che in Europa si viva ancora in capanne. Non è raro che agli irlandesi chiedano se da loro “c’è l’elettricità”. Ad una scozzese hanno domandato se “in Scozia hanno la TV”. Lei non ha avuto cuore di dir loro che gli scozzesi la TV l’hanno inventa (nel 1926 dall’ingegnere scozzese John Logie Baird, nda).

E poi le lamentele; quella che segue è una (breve) lista dei motivi di reclamo da parte degli americani:

“C’era troppa sabbia sulla spiaggia”.

“In Spagna i tassisti non parlano inglese”.

“Sono stata punta dalle zanzare. Sul dépliant non c’era scritto che c’erano le zanzare”.

“Sul molo in attesa di salire a bordo faceva troppo caldo e non c’era l’aria condizionata”.

Pensiero di consolazione: almeno noi non siamo loro. Buona fine estate!

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