ETICA E SOCIETÀ Funzionari pubblici e trasparenza

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ETICA E SOCIETÀ Funzionari pubblici e trasparenza

Come i lettori e le lettrici avranno già notato, più che parlare di personaggi tendo a scrivere di principi su come interpretare i fatti che li riguardano. Farò così anche ora. Quindi, pensiamo a una situazione nella quale un’amministrazione comunale concede degli spazi pubblici a un’azienda in usufrutto senza retribuzione, mentre, ad esempio, fa pagare l’uso di un terreno a un’istituzione pubblica quale un’università. Pensiamo anche a una situazione nella quale il sindaco della stessa città esibisce in pubblico una certa vicinanza con la titolare (o una delle o dei titolari) dell’azienda, fra l’altro facendosi trasportare da questa persona nella sua macchina lussuosa. Si tratta di un motivo per farne un tema pubblico?

In primo luogo, va detto che i sindaci, come ogni altra persona, hanno il diritto di avere rapporti in qualche modo prossimi con chi vogliono, se questo non interferisce con il loro regolare svolgimento dell’incarico pubblico. Va aggiunto che avere un diritto è un concetto diverso dal modo saggio o non saggio di esercitarlo. Ho il diritto di mangiare cibo grasso, carne rossa e consumare alcol in dosi più alte di quelle moderate. Ma se esercito regolarmente questo diritto lo faccio in modo non saggio. Così, credo non sia un comportamento saggio da parte di un funzionario pubblico esibire frequentazioni con imprenditori che intrattengono rapporti professionali con l’istituzione che gestisce. Non lo è per vari motivi. Uno di questi è che si favorisce la sfiducia nei confronti dell’imparzialità nella gestione dei rapporti professionali tra l’istituzione pubblica e l’impresa privata. Oppure, la sfiducia che riguarda l’imparzialità nei confronti delle varie imprese private in possibili rapporti di concorrenza, ad esempio, negli appalti pubblici o nell’usufrutto di spazi pubblici.

Naturalmente, è sbagliato dedurre direttamente che ci sono disfunzioni nelle istituzioni pubbliche nel caso di frequentazioni del tipo che ho nominato. L’istituzione pubblica, ad esempio, può avere un meccanismo nel sistema di appalti che tutela dal conflitto di interessi. Oppure, può esserci un simile meccanismo nel caso di concessioni a imprese private di spazi pubblici senza retribuzione. Si possono indicare analogie nei comportamenti dell’istituzione pubblica nei confronti di altre imprese e dell’azienda privata gestita o cogestita dalla persona che frequenta la persona a capo dell’istituzione pubblica. Ciò che, invece, non dovrebbe rappresentare un’opzione accettabile in una democrazia bene ordinata è scrollare le spalle e riderci sopra. Un funzionario a capo di un’istituzione pubblica che frequenta persone che intrattengono rapporti professionali con l’istituzione che gestisce dovrebbe anche spiegare la natura della comunicazione con queste persone. Tra l’altro, indicare se si tratta di un rapporto precedente a quando ha iniziato a ricoprire la carica o nasce da quando riveste una posizione pubblica. Per l’opinione pubblica democratica può essere un dato rassicurante sapere che si tratta di un rapporto duraturo e antecedente al potenziale conflitto d’interessi, di contro a una frequentazione nata quando si accompagna a un’intersezione tra interessi.

Un funzionario pubblico dovrebbe, pure, indicare la sua distanza da alcune potenziali linee polemiche, ad esempio, dall’imprenditore che frequenta nei confronti di chi esprime dubbi sul rapporto di vicinanza. Ad esempio, quando un imprenditore sottolinea la propria posizione economica avvantaggiata implicando che chi non gode degli stessi agi lavora meno o è uno o una scansafatiche. Purtroppo, viviamo in una società con divari sociali molto rimarcati che non sono direttamente proporzionali all’energia impegnata nel lavoro. Molte, moltissime, troppe persone sono sottopagate per lavori difficili, importanti e socialmente utili. Assumere un atteggiamento di superiorità in virtù dei propri vantaggi economici è un segno di pessimo gusto, per dire la cosa più flebile. Ma lo ritengo così irrispettoso della dignità delle persone da entrare nell’immoralità.

Concludendo, ricoprire una carica implica anche la trasparenza di determinati elementi della propria vita personale. Ad esempio, la società ha il diritto di sapere che la vita privata non interferisce con un espletamento imparziale dei propri doveri.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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