Un linguaggio universale di simboli comprensibile a tutti

Presso la Galleria Emanuel Vidović di Spalato è in visione la mostra di Hrvoje Marko Peruzović

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Un linguaggio universale di simboli comprensibile a tutti
Hrvoje Marko Peruzović. Foto: Miranda Cikotic/PIXSELL

Presso la Galleria Emanuel Vidović di Spalato è in visione la mostra del pittore Hrvoje Marko Peruzović. La mostra intitolata “Lingua Franca” è stata organizzata dal Museo civico di Spalato e il Museo “Matija Skurjeni” di Zaprešić. I curatori della mostra sono Ante Žaja e Nela Žižić.

L’allestimento presenta un percorso pittorico creato dal pittore Peruzović composto da un nuovo ciclo di dipinti in tecnica acrilica su tela nelle tre sale al pianterreno della Galleria “Vidović”.
L’artista è nato il 28 aprile 1971 a Zagabria, ha frequentato il dipartimento di grafica la Scuola di arte applicata e design di Spalato.
Nel 1995 si laurea in pittura presso l’Accademia delle belle arti di Zagabria nella classe del prof. Đuro Seder. Ha continuato i suoi studi artistici a Parigi, Milano, Venezia e Vienna.
Oltre alla pittura si occupa di grafica classica, illustrazione, scultura e fotografia. Ha esposto le sue opere in circa 70 mostre indipendenti e in numerose mostre collettive nazionali ed internazionali. Scrive poesie, aforismi e brevi saggi nel campo delle belle Arti.
Peruzović è anche vincitore del primo premio “Post scriptum” per la letteratura sui social network, assegnato nell’ambito del festival letterario KaLibar a Zara. È membro dell’HZSU e HULU di Spalato.

Perché la mostra si chiama “Lingua Franca”?
“Il titolo della mostra è stato dato dalla storica dell’arte Miona Muštra, autrice del testo in catalogo. In questo modo si riferiva al fatto che la mia pittura utilizza un linguaggio universale di simboli che in un certo modo è comprensibile a tutti”, spiega l’autore.

Cos’è per lei l’astrazione?
“La pittura astratta è priva di contenuti riconoscibili ed enfatizza esclusivamente gli elementi artistici del dipinto: colore, linea, macchia, forma, ritmo, composizione, trama e altri. In questa vaghezza e indescrivibilità, all’osservatore viene data l’opportunità di scrivere il proprio significato e la propria esperienza in ogni immagine. Quasi come il test di Rorschach in psicoanalisi”.

Cosa l’attrae dell’arte astratta e perché?
“L’astrazione è emotiva e irrazionale, è libera dall’imperativo del riconoscimento. In questo modo risulta molto più semplice ed immediato esprimere quell’emozione primaria e pura. In questo senso l’astrazione ha anche un certo effetto terapeutico in quanto allontanamento dal ragionevole e spiegabile. È utile come una sorta di rottura con l’esattezza presente nella pittura figurativa. Ecco perché continuo a tornare da lei”.

Quali motivi o oggetti preferisce dipingere?
“I miei motivi vengono spesso ripetuti, ma cerco sempre di renderli diversi o di inserirli in un nuovo contesto. Innanzitutto c’è il fascino per il corpo umano, soprattutto femminile. Faccio spesso alberi e animali come rinoceronti, scarabei e gufi. Inoltre, invento alcune delle mie creature e mutanti simili a draghi. Mi riferisco alla mitologia, alla psicologia, ma anche alla cultura pop contemporanea”.

Nella comunicazione con lo spettatore, c’è un messaggio simbolico?
“La comunicazione con lo spettatore può avvenire su più livelli. Su quello puramente intuitivo, che non richiede alcuna conoscenza previa, ma solo cuore e mente aperti. Esiste però anche un livello che richiede alcune conoscenze preliminari, che contiene la chiave per leggere determinati simboli. Oltre a quei simboli universali e archetipici, so introdurre alcuni dei miei simboli contemporanei specifici che corrispondono allo spirito dei tempi. Combino l’alto’ e il ‘basso’. In queste insolite combinazioni di cose apparentemente incompatibili si nascondono soluzioni nuove e interessanti. Cerco di rendere le mie foto belle nel senso classico”.

Quale tecnica pittorica preferisce utilizzare?
“Utilizzo principalmente l’acrilico. Ho smesso di dipingere ad olio da tempo perché, per il mio modo di lavorare, preferisco i colori che si asciugano più velocemente. Posso realizzare fino a venti strati di smalto su un’immagine finché non ottengo l’effetto desiderato. Inoltre, lavoro anche con altre tecniche come acquerello, inchiostro e matita”.

Quale base e tipo di vernice usa?
“Realizzo la maggior parte dei miei dipinti su tela. Utilizzo tele di lino o cotone, ma ho anche molti dipinti che ho realizzato sulla iuta, che ha una struttura più ruvida, come ad esempio dei vecchi sacchi di caffè”.

Cosa significa per lei dipingere un quadro?
“La pittura è innanzitutto un processo di pensiero che avviene nella mente del pittore. Un’idea che necessita di essere materializzata con metodi pittorici. Il procedimento si svolge per fasi, ed è fondamentale sentire il momento in cui fermarsi per non rovinare tutto ciò che è stato realizzato. Non esiste una ricetta magica. Ogni pittore ha il suo modo di lavorare. Di solito parto da un’idea iniziale e lavoro in modo da avvicinarmi il più possibile ad essa, ma a volte può succedere che l’immagine stessa mi porti in una direzione nuova e inaspettata”.

La sua opinione sull’arte oggi e nel futuro?
“La situazione è abbastanza caotica, oggi tutto è permesso. Il numero di artisti è estremamente ampio. L’arte e l’atteggiamento nei confronti della stessa cambiano a seconda della situazione attuale. Viviamo in tempi di rapidi cambiamenti e siamo sovraccarichi di informazioni. Non esistono linee guida chiare e rigorosamente definite su cosa e come fare, come esistevano cento anni fa. Spetta a ciascun artista trovare la propria strada e lottare per il proprio posto. Finché ci saranno persone che avranno la necessità di esprimere le proprie emozioni o i propri pensieri, indipendentemente dal mezzo con cui operano, ci sarà arte”.

Progetti per il 2024?
“L’anno scorso è stato piuttosto intenso e speravo che il 2024 fosse un po’ più tranquillo, ma ho già organizzato diverse mostre. Dovrei anche illustrare un paio di libri e il progetto è di pubblicare la mia seconda raccolta di poesie. Nel frattempo voglio dedicarmi alla pittura di formati più grandi”.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino all’11 febbraio prossimo.

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