Un giro in autobus per raccontare l’ex Via dell’Industria

La versione italiana del libro di Velid Đekić è stata presentata dall’autore stesso e dal traduttore Rodolfo Segnan

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Un giro in autobus per raccontare l’ex Via dell’Industria

La Comunità degli Italiani di Fiume ha organizzato la presentazione della versione italiana del libro “Zvali su me Industrijska” (Mi chiamavano Via dell’Industria) di Velid Đekić, pubblicato a febbraio di quest’anno. Inizialmente pianificata per lo scorso autunno, la presentazione era stata posticipata a causa delle restrizioni antiepidemiche.

 

Una presentazione particolare

Nello specifico, il volume riprende uno dei capitoli del libro di Đekić, il cui titolo completo è “Mi chiamavano Via dell’Industria. Passeggiata storico-culturale per Via Barač attraverso tre secoli” (Zvali su me Industrijska. Biografski hod riječkom Baračevom ulicom dug tri stoljeća). La traduzione, a cura di Rodolfo Segnan, è stata realizzata dalla CI di Fiume con i contributi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dell’Italia, per il tramite dell’Unione Italiana e dell’Università Popolare di Trieste, dell’Ufficio per i diritti umani e per i diritti delle minoranze nazionali della Croazia, del Consiglio della Minoranza Nazionale Italiana della Regione litoraneo-montana e della Città di Fiume.

La presentazione del volume è stata allestita in una modalità piuttosto originale: l’autore e il traduttore hanno condotto una visita dell’odierna via Milutin Barač con l’autobus turistico di Fiume. A causa delle misure di contenimento del virus, il numero dei partecipanti era limitato a 40, suddivisi in due turni da 20. Durante il tour, l’esiguo pubblico ha potuto vedere da vicino gli elementi architettonici descritti nel libro, osservandoli con occhi diversi grazie all’interpretazione offerta da Velid Đekić e Rodolfo Segnan.

Velid Đekić e Melita Sciucca

I grandi e piccoli impianti industriali

L’autore ha introdotto l’evento spiegando la scelta del titolo del libro. “Nonostante oggi venga chiamata via Milutin Barač, ritengo che il vecchio nome di via dell’Industria sia, in un certo senso più felice, in quanto i grandi e piccoli impianti industriali qui presenti, alcuni dei quali tuttora attivi, hanno profondamente segnato la zona”, ha puntualizzato. Il nome della via ha subito nel corso del tempo diverse modifiche, assumendo in ben due occasioni, nel 1911 e più tardi nel 1976, quello di Via dell’Industria.

Đekić e Segnan hanno brevemente spiegato le storie delle varie strutture presenti nella via, arricchendole a volte con simpatici aneddoti e curiosità. I partecipanti hanno ricevuto diverse informazioni interessanti sui principali elementi urbanistici che caratterizzano l’odierna via Milutin Barač, come il viadotto ferroviario posto all’inizio della via, costruito nel lontano 1893 e riaperto nel 1954 dopo i danni subiti nel corso della Seconda guerra mondiale. Oltre al famosissimo silurificio inaugurato dall’inglese Robert Whitehead nel 1875, dopo aver ideato nel 1866 il primo siluro insieme al fiumano Giovanni Luppis (o Ivan Luppis), l’autore si è soffermato su importanti impianti industriali una volta attivi in Via dell’Industria, alcuni dei quali purtroppo poco noti al giorno d’oggi, come l’oleificio e la fabbrica di pilatura del riso, che hanno fatto parte della vita commerciale e sociale della zona.

A bordo dell’autobus turistico

Aspetti sociali

Durante il giro in autobus, Đekić e Segnan hanno toccato anche gli aspetti legati più strettamente alla vita sociale della zona. Passando di fronte a strutture abitative come l’ex Hotel degli emigranti e le abitazioni costruite per i lavoratori, l’autore e il traduttore hanno raccontato alcune particolarità della realtà che vi era venuta a crearsi nel corso del tempo, spiegando gli avvenimenti storici che l’hanno accompagnata e influenzata. Đekić ha parlato così di uno scontro tra fascisti e oppositori, in cui diversi antifascisti persero la vita, ma anche di eventi più felici, come la partita di calcio tra ingegneri e tecnici inglesi delle Ferrovie ungheresi e i dipendenti dello Stabilimento tecnico fiumano (molti dei quali britannici), disputata nel 1873. I partecipanti al tour hanno imparato anche qualche curiosità su personalità famose legate a Fiume, come lo statunitense Bobby Fischer, uno dei più grandi maestri di scacchi di tutti i tempi.

La copertina del libro di Velid Đekić

Una «Cenerentola nascosta agli occhi»

L’ex Via dell’Industria oggigiorno è “trascurata, abbandonata, sottovalutata, una Cenerentola nascosta agli occhi”, come puntualizza lo stesso Đekić in conclusione del capitolo tradotto da Rodolfo Segnan e pubblicato separatamente. Eppure, è il luogo d’origine dell’industria fiumana, a partire dall’inaugurazione della Raffineria di zucchero, primo impianto industriale della città. Nel corso dei tre secoli descritti da Đekić, in un volume che alla storia mescola la narrazione, l’odierna via Barač ha rappresentato il motore della vita industriale, commerciale, economica e, di conseguenza, anche sociale della città di Fiume, gettando le basi e creando gran parte dell’identità di cui la città gode tuttora. Il lavoro svolto da Đekić appare, in questo senso, particolarmente meritevole, offrendo una vetrina su una parte della storia di Fiume che altrimenti rischierebbe l’oblio.

L’excursus storico condotto dall’autore e dal traduttore è stato particolarmente apprezzato dai connazionali anziani che, forse con un po’ di nostalgia, hanno potuto rinfrescare ricordi e rafforzare il sentimento di appartenenza alla storia fiumana, la cui narrazione non può prescindere dall’ex Via dell’Industria. Come conclude lo stesso Đekić, l’odierna via Barač, “nonostante il suo aspetto poco attraente, riunisce dei momenti molto e anche eccezionalmente avvincenti del passato cittadino, collega i suoi episodi luminosi e bui, gli alti e i bassi, diventando una sintesi molto efficace di ciò che ha caratterizzato in modo permanente la storia economica, politica e culturale di Fiume”.

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