Salesiani a Fiume

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Salesiani a Fiume

Giornate di festa e di gioia alla fine di maggio fra i Salesiani di Fiume. Ricorre infatti quest’anno il centenario dell’arrivo dei Frati Salesiani in queste terre. L’anniversario è stato celebrato durante i mesi scorsi con una serie di iniziative religiose tenutesi nella Chiesa parrocchiale dei Salesiani nel rione fiumano di Podmurvice.

Don Bosco, padre e amico dei giovani

La figura di Don Bosco, fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è venerata soprattutto nella cerchia dei fedeli di lingua italiana. Fra i nostri connazionali è ben noto il personaggio religioso chiamato il Santo dei giovani che dedicò tutta la vita al recupero e all’educazione di ragazzi disagiati, fondando oratori, scuole e seminari, dove offriva un’accoglienza dignitosa ai ragazzi e dove potevano apprendere un mestiere utile per la loro vita futura.
Nel 1918 l’arrivo a Fiume
A Fiume, come altrove, l’attività della Congregazione è stata sempre molto intensa, fin dall’arrivo dell’ordine nel 1918: peraltro la sua prima presenza in queste terre risale al 1913, quando venne fondata la comunità di Rovigno. L’Ispettoria croata è stata costituita invece nel 1970 in seguito allo scorporo di quella slovena a cui faceva capo. Già nel 1960 a Fiume i Salesiani aprono il ginnasio, che sarà frequentato da giovani che intendevano dedicarsi alla vita religiosa. Bisognerà attendere il 1991 per l’iscrizione del primo alunno ‘laico’. Nel capoluogo quarnerino la congregazione dei Frati Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha operato e continua a operare per il bene della comunità e dei bisognosi.

L’incontro con il Rettor Maggiore

Le celebrazioni indette in occasione del centenario dell’arrivo dei Frati Salesiani a Fiume hanno raggiunto l’apice nelle giornate del 24, 25 e 26 maggio scorsi. Il 24 maggio, nella ricorrenza di Santa Maria Ausiliatrice, si è tenuta la messa solenne celebrata dall’arcivescovo di Fiume, mons. Ivan Devčić. Il 25 maggio scorso, presso il Ginnasio dei Salesiani si è tenuta invece l’Accademia solenne, che ha voluto ricordare anche il 25.esimo anniversario dell’istituto scolastico pubblico. Alle celebrazioni hanno preso parte numerose autorità, tra cui il vicesindaco di Fiume, Nikola Ivaniš e il presidente della Regione litoraneo-montana, Zlatko Komadina. Ma, quel venerdì afoso rimarrà a lungo impresso nella mente dei giovani fiumani che hanno accolto a braccia aperte e con immensa gioia il Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e decimo Successore di Don Bosco, Don Àngel Fernández Artime, il quale, oltre alla città di Fiume, ha visitato Spalato (cinque decenni dell’arrivo dei Frati Salesiani) e Zagabria.
Durante la sosta fiumana il Rettor Maggiore ha incontrato i giovani con i quali ha trascorso una serata indimenticabile, con tanto di musica, spettacoli, recitazioni e dialogo. In tarda serata ha avuto luogo una veglia notturna di preghiera e riflessione.
Il giorno seguente, 26 maggio, si è tenuta la Santa messa officiata dallo stesso Don Àngel Fernández Artime. Coloro che hanno avuto occasione di conoscere Don Àngel, ne siamo certi, ricorderanno questo pastore della Chiesa quale persona molto semplice e divertente.

Eletto nel 2014

Don Àngel Fernández Artime nasce nel 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie, (Spagna). Viene ordinato sacerdote nel 1987 a León, Ispettoria di cui è originario. Consegue la laurea in Teologia Pastorale e la licenza in Filosofia e Pedagogia. È stato delegato di Pastorale giovanile, direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e poi Ispettore.
Nel 2009 viene nominato Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud, con sede a Buenos Aires. Nel 2013 viene nominato Superiore della nuova Ispettoria della Spagna Mediterranea, dedicata a “Maria Ausiliatrice”, ma, prima di poter assumere questo nuovo incarico, il 25 marzo 2014 viene eletto dal Capitolo Generale 27 nuovo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e decimo Successore di Don Bosco.

In compagnia di Papa Francesco

Durante l’incontro con i giovani tenutosi nel cortile della Chiesa dei Salesiani, siamo riusciti a ‘rubare’ qualche minuto a Don Àngel per fare due chiacchiere e conoscere da vicino la sua missione.
Da quando è stato ordinato sacerdote ha ricoperto ruoli di grande rilievo. È stato Superiore dell’Ispettoria dell’Argentina Sud, con sede a Buenos Aires. In questa veste ha avuto modo di conoscere personalmente l’allora arcivescovo di Buenos Aires, cardinale Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco.

Quali ricordi conserva del Pontefice?

“Tante volte ci siamo incontrati per condividere esperienze e per risolvere alcuni problemi comuni”, ha esordito il nostro interlocutore. “Il 24 maggio di ogni anno ci trovavamo per pregare nella Basilica di Maria Ausiliatrice dove è stato battezzato. Lui veniva come pastore della Chiesa e io lo accoglievo come Provinciale. I rapporti sono stati di simpatia e di grande rispetto. Secondo me, il papa che abbiamo oggi non è cambiato per nulla dal momento che ha cessato di ricoprire il ruolo di arcivescovo; Bergoglio è la stessa persona che avevo conosciuto a Buenos Aires. Ma ciò che ho notato in lui sin da subito è il suo cuore di vero pastore, la sua semplicità e umiltà. Papa Francesco è una persona profondamente umile. Quando si trova con i più umili e con le persone semplici, egli si trova in famiglia. In quella situazione si nota in lui l’aspetto più bello del pastore che vuole servire in nome di Gesù”.

Salesiani di Don Bosco

Nel 2014 è stato eletto dal Capitolo Generale 27 nuovo Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana e decimo Successore di Don Bosco. È un ruolo non da poco.
“Innanzitutto la scelta è stata del tutto inaspettata per me – ha ammesso Don Àngel – dato che andavo al Capitolo come il resto dei novanta Provinciali. Aspettavo di tornare alla mia Provincia per continuare ad animarla. Posso assicurare che tra di noi non ci sono movimenti di potere. Uno vede questo nella fede. Si cerca di servire e poi si viene spostati in un altro posto. Ora cerco di fare del mio meglio, grazie anche all’aiuto e all’appoggio dei confratelli. Ciò che possiamo offrire alla Congregazione odierna e alla Famiglia Salesiana si rifà sul pensiero di papa Francesco ed è la grande semplicità. Cerchiamo di essere chiari nelle cose importanti e queste sono molto semplici. Oggi dobbiamo essere salesiani di Don Bosco come egli stesso ci insegnò. La nostra priorità che non può e non deve venir messa mai in discussione sono i giovani bisognosi. Dobbiamo poi collegarci con le persone appartenenti a culture e nazioni diverse. Credo che questo sia il nostro motivo di vanto. Ci troviamo bene ovunque si trovino le nostre sedi. Oggi siamo presenti in 134 nazioni del mondo”.

«La realtà dei giovani è ciò in cui confidiamo»

Nel 2016 ha partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù tenutasi a Cracovia. In quell’occasione i giovani di tutto il mondo hanno incontrato papa Francesco.

Qual è l’esperienza che ha vissuto?

“Il papa si sente a proprio agio in compagnia di giovani. Egli nutre una grande speranza nei giovani. In questo senso, il suo cuore ha tanto di salesiano. Per il futuro del mondo e della Chiesa come pure per la pace nel mondo, la realtà dei giovani è ciò in cui confidiamo. Per noi salesiani, che portiamo nei nostri cuori i giovani, è facile capire che sono proprio loro il nostro interesse fondamentale. Quando guardiamo ai giovani sentiamo che stiamo vivendo in un periodo di primavera e rinascita della Chiesa. Da qui nasce la nostra gioia e speranza”.

Ora che si trova in Croazia, qual è il messaggio che vorrebbe lanciare ai nostri giovani?

“Ho incontrato tantissimi giovani qui a Fiume. Il mio consiglio è di continuare a essere giovani e pieni di vita. I giovani non possono e non devono farsi pensionati prima del tempo, ciò è contrario al loro cuore. Queste persone devono offrire ciò che appartiene alla loro gioventù e qui mi riferisco a sogni, ideali e alla voglia di un vero progetto di vita. Citando le parole del nostro caro Don Bosco è questo il messaggio indirizzato ai giovani: ‘Carissimi giovani, noi adulti crediamo in voi; vogliamo promettervi che saremo adulti credibili’.
Voi potete essere protagonisti della propria vita, non credeteci sempre quando diciamo che tutto va male e che non c’è via d’uscita. Non è vero! Avete tante possibilità e opzioni. Continuate a cercare appassionatamente la vostra felicità, ma quella felicità profonda e autentica, che vi farà sentire contenti e realizzati. Una felicità che è molto lontana da tutto quello che è superficiale e vuoto; lontana da tutto ciò che è ‘usare e gettare’ le cose, e, lo dico con grande dolore, a volte anche, ‘usare e gettare-scartare’ le persone. Dio è con voi e se lo portate nella vostra vita la forza risulta essere incredibile. Come salesiano e credente che ama i giovani, devo dire che Dio è indispensabile”.

Quant’è difficile essere seguace di Don Bosco al giorno d’oggi?

“Per niente! È una vocazione bellissima. C’è bisogno però di avere l’anima e il cuore caldi. Se uno non prova sensibilità e se non sente ciò che trasmettono i giovani del mondo, se di fronte ai bisognosi non si sente nulla, non si può essere salesiano di Don Bosco. È questa una realtà che senti dentro di sé. Essere salesiano è una vera passione educativa. La mia esperienza ne è prova. Mi trovo nell’anno quaranta della mia prima professione e la mia felicità aumenta di giorno in giorno. Agli inizi avevo delle illusioni ma è il resto che mi mancava. Oggi sono cosciente di cosa significhi essere salesiano di Don Bosco”.

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