Paolo Segalla. I dipinti che celebrano l’acqua

Le opere dell'artista vicentino, esposte negli spazi della CI di Lussinpiccolo, sono nate durante la sua permanenza sull'isola dell'Adriatico settentrionale

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Paolo Segalla. I dipinti che celebrano l’acqua
Sanjin Zoretić e Paolo Segalla dinanzi al trittico. Foto: ARLEN ABRAMIĆ

Una bellissima mostra è stata allestita a Villa Perla, sede della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo. Si tratta di opere di Paolo Segalla dal titolo significativo “Questa è l’acqua”. Come è nata l’idea di dipingere l’acqua ce l’ha spiegato l’autore stesso. “Nella primavera del 2015 andai a Lussino per la prima volta, ospite dell’amico Furio a Ćunski. Conobbi quell’acqua di trasparenze verdi e azzurre e di bagliori sinuosi d’oro e platino sui sassi levigati e le scogliere, la terra ocra, la roccia e i sentieri selvatici di odori intensi tra le masiere; nell’ombra delle stanze della casa dove la madre di Furio nacque immaginavo l’inverno con la bora. Il 30 aprile di quell’anno io e lui facemmo il bagno a Lischi. Il lavoro per questa esposizione, anche se non lo sapevo, iniziava lì. L’acqua fu molto fredda, vidi sui ciottoli del fondo i miei piedi bianchissimi. Ci scattarono delle foto. Nei mesi seguenti ne tirai fuori due tele con tecnica a mestica di stucco e colla usando pigmenti turchese e verde zinco, cobalto chiaro e punte d’oltremare; inventavo velature difficili attorno alla massa del corpo dei bagnanti.

L’Apoxiomenos.
Foto: ARLEN ABRAMIĆ

Dopo otto anni, nel settembre del 2021, rientrato da un altro soggiorno a Lussino, in una specie di automatismo lavorai a un piccolo trittico con la stessa tecnica, ma aggiunsi alla polvere di stucco della terra euganea di vigneto. Avevo in mente ancora la trasparenza gelida del 2013 ma sovrapposta agli scatti in riva sull’isola di Zabodaski. Sono stato per otto anni nel tentativo di dipingere l’acqua. E in quel momento confluiva l’esperienza maturata, appena prima di visitare Lussino per la prima volta, nel lavoro di illustrazione al Paradiso Terrestre dantesco per il volume curato dall’amico poeta Marco Munaro. In quei canti mi ero infatti imbattuto nella questione della materia dell’acqua”, ha illustrato Segalla. L’autore è nato a Vicenza nel 1958 ma risiede a Este in provincia di Padova. Laureato in medicina e specializzato in neuropsichiatria infantile, esercita la professione nel Servizio sanitario nazionale. Dipinge dall’età di diciassette anni. Dal 1988 al 2019 ha allestito 13 mostre personali mentre dal 1995 al 2015 ha eseguito 9 installazioni. Dal 1976 al 2010 ha partecipato a 10 mostre collettive e dal 2003 al 2007 ha collaborato a tre video. La mostra di tele di Paolo Segalla sarà possibile visitare fino al 31 agosto nei seguenti giorni: lunedì e giovedì dalle 10 alle 12, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 19 alle 21.

I fiumi del Purgatorio: il Fison e l’Eufrate.
Foto: ARLEN ABRAMIĆ

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