Melodie che trascinano in un mondo illusorio

Il collettivo elettro-etno «Çhâñt Élečtrónïqùe» ha ammaliato il pubblico di Buie con un'esperienza inaspettata proponendo tradizioni polifoniche e musica elettronica moderna

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Melodie che trascinano in un mondo illusorio
I giovani musicisti prima dell’inchino. Foto: ERIKA BARNABA

Il programma dell’altra sera a Buie, previsto in Piazza San Servolo, a causa del mal tempo, è stato spostato all’interno del Duomo e ha visto protagoniste le tradizioni vocali di Argentina, Portogallo, Croazia e Bosnia ed Erzegovina con musiche firmate da produttori francesi, irlandesi e croati. Il collettivo elettro-etno “Çhâñt Élečtrónïqùe” ha quindi ammaliato ed entusiasmato il pubblico con questa esperienza inaspettata comprendente antiche tradizioni polifoniche, unite alla musica elettronica moderna, in un’esperienza inaspettata proposta da Darragh Quinn (Irlanda), Dunja Bahtijarević (Croazia), Teresa Campos (Portogallo), Louise Calzada (Francia), Nenad Kovačić (Croazia), Nils Peschanski (Francia) e Raphael Hardy (Francia).
L’album di debutto, “çhâñt élečtrónïqùe vol. 1”, che i musicisti hanno presentato durante la serata, ha fin da subito attirato l’attenzione della comunità mondiale della musica e di conseguenza le loro canzoni sono state trasmesse su numerose emittenti radiofoniche internazionali, inclusa la BBC, dove sono state riprodotte anche dal leggendario DJ Gilles Peterson. Di cinque stelle pure le recensioni pubblicate sul Songlines e Quietus.
A presentarli al pubblico buiese è stata Tanja Šuflaj, direttrice dell’Upa, ente che ha organizzato la serata.
“Dopo essersi conosciuti nel 2019 in Portogallo, hanno iniziato a collaborare attivamente nella creazione di un nuovo linguaggio musicale, superando i confini del proprio patrimonio culturale. Le loro impressionanti capacità vocali conducono in un viaggio sorprendente, sottolineato da una base elettronica minimalista ed efficace, più ritmica che armonica. Proprio in questo conflitto tra voci divine e interventi elettronici inaspettati e accuratamente posizionati, lo spazio della storia definita si sposta verso un possibile futuro ancora non realizzato. L’alta consapevolezza estetica di ciò che vogliono raggiungere, così come le basi che enfatizzano ulteriormente il canto di alta qualità, contribuiscono a ottenere una serie articolata e completa di melodie che trascinano in un mondo immaginario”, ha rilevato Šuflaj confermando come il gruppo “Çhâñt Élečtrónïqùe” sperimenta con specifiche melodie etniche arcaiche delle comunità locali, piene di elettronica e interventi creativi con una produzione sorprendente.
Quindi, una miscela insolita, con arrangiamenti molto curati in cui l’accento è stato posto sull’esecuzione vocale.

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