Biennale di Venezia 2024: l’esperienza di vita degli stranieri

La Croazia sarà rappresentata dal progetto «Con mezzi a portata di mano» di Vlatka Horvat

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Biennale di Venezia 2024: l’esperienza di vita degli stranieri
Vesna Meštrić, nevena tudor Perković, nina obuljen Koržinek, antonia Majača e Vlatka Horvat. Foto: Goran Stanzl/PIXSELL

Alla 60esima edizione della Biennale di Venezia, la Croazia sarà rappresentata dal progetto “Con mezzi a portata di mano – By the means at hand” di Vlatka Horvat alla Fabrica 33, che non sarà soltanto uno spazio per mostre e incontri, bensì anche uno studio artistico nel corso di questa prestigiosa esposizione di arti visive.

Dopo diversi anni in cui si trovava nell’Arsenale, il Padiglione croato verrà ora sistemato in uno spazio nuovo, nel rione di Cannaregio – Fondamente Nove e verrà inaugurato il 19 aprile, un giorno prima dell’inaugurazione della Biennale, che sarà aperta fino al 24 novembre.

Il tema della diaspora
Vlatka Horvat, artista croata residente in Gran Bretagna, ha riunito numerosi artisti e artiste internazionali che non vivono nei loro Paesi natii e ha risposto con il suo progetto al tema della Biennale “Stranieri ovunque”, proposto dal curatore Adriano Pedrosa. La fiduciaria della partecipazione croata alla Biennale, Antonia Majača, ha osservato come Horvat abbia ideato una struttura di scambio tra sé stessa e un grande gruppo di amici, artisti e artiste che, come lei, sono stranieri nei Paesi in cui vivono. Ha invitato ciascuno di loro a rappresentare con un disegno o un lavoro bidimensionale la loro esperienza di vita nella diaspora, di inviarle questi lavori, mentre in cambio lei invierà loro la sua nuova opera d’arte che nascerà nel corso della Biennale. In seguito, essi la esporranno temporaneamente nei loro luoghi di residenza, non necessariamente negli spazi espositivi convenzionali, ma su una finestra, bacheca e via dicendo.

Il trasporto di mano in mano
I lavori vengono inviati senza far uso delle solite reti di trasporto, a volte anche per mezzo di persone sconosciute, contatti sui social, “di mano in mano”. Inoltre, gli artisti che inviano i loro lavori fotografano il momento della consegna e le inviano questa foto, mentre Horvat seguirà il viaggio di ciascuna.
“Anche se l’esperienza di vita nella diaspora non è antropologicamente universale e si differenzia da contesto a contesto, esistono dei mezzi e delle tattiche di sopravvivenza comuni nella vita quotidiana in determinati stati di appartenenza insicura”, ha rilevato Majača. Nel suo lavoro, l’artista si serve spesso di “mezzi a portata di mano”, di oggetti che sono resti di processi urbani e industriali, o quelli che ha utilizzato nei suoi progetti precedenti.
“Lavoro con ciò che mi viene sottomano, il che è la caratteristica principale di questo progetto, alla quale si aggiunge l’economicità dei mezzi e la ricerca di soluzioni improvvisate. Mi interessano le strategie legate alle condizioni di indigenza e povertà, come fare molto con poco”, ha aggiunto Horvat, aggiungendo che la pratica di spedire pacchetti “di mano in mano” è riconosciuta come una delle caratteristiche della vita nella diaspora.

Catalizzatore d’incontri
“Per me è importante inserire nel contesto della quotidianità e dell’arte contemporanea un modo storicamente consolidato di trasporto che nasce dalle migrazioni”, ha sottolineato l’autrice, la quale ha rilevato che lo scambio di opere d’arte diventa catalizzatore di incontri, una questione di condivisione dello spazio e di appartenenza, che sono sia questioni sociali che politiche. “Il mio progetto si basa sull’idea dell’amicizia e della fiducia, sul superamento degli ostacoli grazie alla buona volontà e generosità degli altri”, ha puntualizzato.
Vlatka Horvat ha iniziato a mandare gli inviti all’inizio di gennaio di quest’anno a 170 indirizzi e finora sono 158 gli artisti che hanno accettato di partecipare. Le opere spedite sono 15, mentre una ventina sono in viaggio.

Il progetto più impegnativo
La ministra della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, ha rilevato che la partecipazione della Croazia alla Biennale è, dal punto di vista finanziario e di produzione, il progetto internazionale più impegnativo che il Ministero della Cultura e dei Media realizza con numerosi partner. Il Ministero ha stanziato più di 330mila euro, incluse le spese di produzione e di affitto dello spazio, perché la Croazia non ha il proprio padiglione e ogni anno, ha rilevato, “combatte” per uno spazio adeguato.
Vesna Meštrić, membro del fiduciariato e direttrice del Museo di Arte contemporanea di Zagabria, ha riferito che all’invito pubblico sono pervenuti 12 progetti di alta qualità, per cui non era facile scegliere il migliore e si è detta convinta che il progetto avrà molto successo. Nevena Tudor Perković, a capo della Direzione per lo sviluppo della cultura e dell’arte del Ministero, ha osservato che l’artista e la curatrice hanno risposto in maniera eccellente al tema.
Il progetto è portato avanti da Apoteka – spazio per l’arte contemporanea di Dignano e sarà accompagnato da pubblicazioni che saranno disponibili gratuitamente nello spazio espositivo del Padiglione croato durante la Biennale di Venezia.

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