L’innegabile necessità di ricordare l’Olocausto

La lettura di Matteo Moder, presentata alla Comunità degli Italiani di Fiume, racconta la storia della proclamazione delle leggi razziali del 1938 a Trieste

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L’innegabile necessità di ricordare l’Olocausto
Lorenzo Zuffi e Sara Hennag Galiza, Giovanna Rados al violino e Matteo Bognolo alla chitarra. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Sono passati quasi ottant’anni dalla fine di uno dei periodi più cupi della storia dell’umanità, il ricordo del quale mantiene viva e dolente la cicatrice impressa dalle atrocità del nazionalsocialismo e del fascismo. La ricorrenza del Giorno della Memoria, per quanto amara, rappresenta un’occasione per fare del meglio, per insegnare alle nuove generazioni la storia che non deve ripetersi più, per gettare le basi di un futuro migliore. Questa volta la Comunità degli Italiani di Fiume ha accolto nel Salone delle Feste di Palazzo Modello un evento che, ricordando i milioni di vittime dell’Olocausto, punta a un insegnamento storico concreto. A salire sulla scena di Palazzo Modello sono stati Sara Hennag Galiza e Lorenzo Zuffi che, con l’accompagnamento musicale eseguito da Matteo Bognolo alla chitarra e Giovanna Rados al violino, hanno raccontato la storia della proclamazione delle leggi razziali del 1938, a Trieste, attraverso le voci di due bambine ebree di soli sei anni, la triestina Lea e la polacca Rivka, protagoniste del romanzo “Una piccola ebrea qualunque” di Matteo Moder.

L’omonimo spettacolo, diretto dallo stesso Moder, si presenta come una lettura in cui il racconto delle due protagoniste – la voce delle quali viene data da Sara Hennag Galiza – viene contrapposto al pungente resoconto – interpretato da Lorenzo Zuffi – delle leggi razziali fasciste annunciate per la prima volta il 18 settembre del 1938, in Piazza Unità d’Italia a Trieste, da Benito Mussolini. Una storia agghiacciante, commovente e degna di essere divulgata, e che, a nostro avviso, meriterebbe un progetto registico più approfondito. Nel suo libro, Moder riesce ad avvicinare al lettore gli avvenimenti rendendoli vicini, palpabili e trasparenti. Trasportati sulla scena, però, i messaggi espressi dai versi e riflessi tra le righe del romanzo, in assenza di un adattamento drammaturgico equilibrato, perdono la loro poeticità e l’efficacia di un linguaggio conciso e autentico. In ogni caso, anche questa volta l’innegabile necessità di ricordare l’Olocausto, per insegnare ai ragazzi la storia, ha messo in luce il fatto che il rischio della ripetizione di tali atrocità pur sempre esiste, anche al giorno d’oggi, aleggiando sulla realtà che viviamo. L’evento è stato organizzato dalla CI fiumana in collaborazione con la Comunità ebraica di Fiume, l’Università Popolare di Trieste e l’Associazione culturale Nina Aps, con il sostegno dell’Unione Italiana. A introdurre la serata sono stati Rina Brumini, vicepresidente della Comunità ebraica e della CI di Fiume, Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Susanna Isernia, responsabile del settore Cultura dell’UPT (che ha porto i saluti del presidente dell’UPT, Emilio Fatovic) e lo storico e scrittore Tristano Matta, esperto di storia della Shoah. Al termine della rappresentazione, tenutasi di fronte a una platea gremita di persone di ogni età – con numerosi studenti della Scuola Media Superiore Italiana di Fiume –, ha avuto luogo un’interessante discussione con il pubblico, durante la quale Matta si è soffermato sulle condizioni storiche che hanno favorito l’insorgere del nazionalsocialismo e del fascismo. La performance “Una piccola ebrea qualunque” è stata realizzata con il patrocinio della Comunità ebraica triestina “Carlo e Vera Wagner”. Dopo la replica a Palazzo Modello, lo spettacolo è stato ospitato ieri anche dalla Casa della cultura di Isola, mentre venerdì 3 febbraio alle ore 11 andrà in scena al Teatro cittadino “Antonio Coslovich” di Umago.

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