L’apprendimento e il piacere possono andare a braccetto

Alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume si è svolta la presentazione dello psicologo di fama mondiale nato a Fiume, Mihály Csíkszentmihályi, considerato uno dei fondatori della psicologia positiva

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L’apprendimento e il piacere possono andare a braccetto
L’intervento della prof.ssa Eszter Tamaskó. In prima fila il preside Aleksandar Mijatović e l’Ambasciatore Csaba Demcsák. Foto: RONI BRMALJ

Alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume si è tenuta la presentazione, per la prima volta nel capoluogo quarnerino, di uno dei grandi della psicologia contemporanea, Mihály Csíkszentmihályi, nato a Fiume nel 1934 e morto a Claremont, negli Stati Uniti, nel 2021. Il programma, il cui obiettivo è far conoscere meglio ai cittadini di Fiume questo importante personaggio e concittadino, è iniziato con l’inaugurazione della mostra di scatti della fotografa e musicista ungherese Fanni Tutek-Hajnal, che ha immortalato l’immersione nell’attimo dei membri del Balletto del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” durante la danza in una serie di immagini in bianco e nero. L’artista ha inoltre introdotto l’evento con un brano al pianoforte composto da lei stessa.

Il concetto di «flow»
La lettrice per la lingua ungherese e docente della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, Eszter Tamaskó, con il sostegno del preside della Facoltà Aleksandar Mijatović e dell’Ambasciata ungherese in Croazia, ha organizzato la presentazione del metodo “flow”, uno stato psicologico soggettivo di massima positività e gratificazione, che può essere vissuto durante lo svolgimento di attività e che corrisponde alla “completa immersione nel compito” – come spiega Wikipedia -, scoperto e descritto per la prima volta proprio da Csíkszentmihályi, psicologo ungherese nato per caso a Fiume tra le due guerre come figlio dell’allora console ungherese.

Dare rilievo al personaggio
“Sono venuta a conoscenza del metodo ‘flow’ durante gli studi all’Università di Budapest, mentre due anni fa, quando sono arrivata a Fiume, ho saputo per caso che Mihály Csíkszentmihályi nacque proprio in questa città – ha dichiarato la docente -. Nonostante ciò, in Rete c’erano poche informazioni in lingua croata sul metodo ‘flow’, per cui l’anno scorso avevo deciso di invitarlo a tenere una conferenza su questo argomento. Gli avevo inviato una mail, ma non avevo ottenuto nessuna risposta e pochi mesi dopo, purtroppo, era giunta la notizia della sua morte. Successivamente avevo scritto qualcosa su Csíkszentmihályi, ma ritenevo più utile vedere che cosa possiamo imparare dalle sue ricerche. Abbiamo organizzato questo evento con l’obiettivo di dare il giusto rilievo a questo importante studioso e di farlo conoscere ai cittadini di Fiume. Che cosa possiamo apprendere dal suo lavoro? Nel suo popolarissimo libro pubblicato nel 1990, intitolato appunto ‘Flow’, Csíkszentmihályi scrisse che già da bambino non era d’accordo con il pensiero di Aristotele, affisso sull’edificio scolastico nel villaggio di suo padre, secondo il quale le radici della conoscenza sono amare, ma i suoi frutti sono dolci. Egli aveva capito già a quei tempi che l’apprendimento e il piacere possono andare a braccetto e che è importante capirlo quanto prima per potersi immergere in questa sensazione appagante quanto più spesso”, ha spiegato Eszter Tamaskó, la quale ha quindi ringraziato tutti i suoi collaboratori e l’Ambasciata ungherese per il sostegno.

Il corso di lingua e letteratura ungherese
L’Ambasciatore di Ungheria in Croazia, Csaba Demcsák, ha voluto ringraziare tutti coloro che sono stati coinvolti nell’organizzazione dell’evento di presentazione di Csíkszentmihályi, osservando come il dolce rigojanci non è l’unico vanto dell’Ungheria che ha messo radici a Fiume. “In veste di Ambasciatore sono costantemente alla ricerca di progetti volti a migliorare ulteriormente la collaborazione tra Ungheria e Croazia e credo che il corso di studio della lingua e letteratura ungherese in seno alla Facoltà di Lettere e Filosofia, fondato due anni fa, sia un eccellente esempio di questo impegno”, ha osservato l’Ambasciatore.

Laddove c’è «flow» non c’è noia
Il preside della Facoltà, Aleksandar Mijatović, ha ricordato che l’Ungheria e la Croazia condividono 800 anni di storia comune. “’Flow’, ovvero flusso, è il tema della mostra che abbiamo inaugurato nell’atrio della Facoltà – ha rilevato il preside -. Flow è uno stato in cui siamo immersi nell’attimo presente, dimenticando il passato e il futuro. Noi viviamo nella città che viene chiamata ‘la città che scorre’, che è fluida. Questa caratteristica fa parte dell’identità di Fiume, in quanto essa è un mosaico di diverse culture e identità: ungherese, italiana, croata, ecc. Laddove c’è ‘flow’ non c’è noia”, ha concluso Mijatović, al che due studentesse del corso di lingua e letteratura ungherese, Magdalena Dragić e Sara Žulj, hanno presentato un ritratto più approfondito dello psicologo ungherese nato a Fiume.

Interesse per Carl Jung
Mihály Csíkszentmihályi fu figlio del console ungherese a Fiume e parlava, oltre all’ungherese, anche l’italiano e il tedesco – hanno spiegato -. Dopo la Seconda guerra mondiale, la sua famiglia si rifiuta di entrare nel Partito comunista e di conseguenza perde la cittadinanza. A 16 anni d’età, Mihály assiste per caso a una conferenza di Carl Jung, inizia ad interessarsi al suo lavoro e a leggere i suoi libri, come pure quelli di Freud. Nel 1956 inizia a studiare psicologia negli Stati Uniti e successivamente lavora come docente all’Università. Durante la sua carriera pubblicò più di 120 articoli scientifici e capitoli di libri. Studiò per 40 anni la felicità e la creatività, per cui viene considerato uno dei fondatori della psicologia positiva. Fu membro dell’Accademia ungherese della Scienza. Studiò il concetto di ‘flow’ per più di 25 anni.
Osservando le persone creative, gli artisti, musicisti, ma anche chirurghi e rappresentanti di altre professioni, Mihály Csíkszentmihályi aveva capito che tutti descrivevano allo stesso modo la sensazione di estasi che sentivano occupandosi di un’attività creativa o svolgendo la loro professione. Aveva capito che ‘flow’ è una combinazione tra una forte concentrazione, un’immersione completa nel compito che si svolge, mentre tutti i bisogni fisiologici come la fame, la sete, il bisogno di andare al bagno, non vengono avvertiti dall’individuo, che non è nemmeno consapevole dello scorrere del tempo. “Flow” si raggiunge svolgendo un compito difficile, ma per il quale l’individuo possiede le competenze necessarie ed è sicuro di poterlo risolvere.
La fotografa Fanni Tutek-Hajnal ha in seguito spiegato come la sua passione nel campo della fotografia è fotografare i ballerini perché la danza è una delle forme più espressive d’arte. “Trovo nella danza tanta bellezza da esplorare. Durante la danza, i ballerini sono immersi nell’attimo e nel ‘flow’”, ha concluso la fotografa, la quale si è esibita con un’altra sua composizione.

Il documentario
Nel prosieguo dell’evento, nell’Acquario, ovvero nel Centro congressi dell’Università, è stato proiettato il documentario “Flow”, della durata di 50 minuti, del regista ungherese Tomas Novak, il quale ha conosciuto personalmente Mihály Csíkszentmihályi. Nella sua introduzione alla proiezione del documentario, Novak ha spiegato che Csíkszentmihályi fu molto fiero delle sue radici ungheresi e della città nella quale nacque, della quale conservò un bel ricordo.

Il legame con la città natale
“Sono molto riconoscente alla città di Fiume per avermi aiutato a intervistare lo psicologo, in quanto inizialmente non era propenso a farlo – ha raccontato Novak -. Da studente di storia a Budapest, durante gli studi scrissi un saggio su Fiume e trovai delle prove che confermavano che il console ungherese a Fiume, ossia il padre di Csíkszentmihályi, durante la Seconda guerra mondiale salvò numerosi ebrei dalle deportazioni. Quando riferii questo a Csíkszentmihályi, egli cambiò atteggiamento e decise di parlare, dimostrandosi molto fiero delle sue origini”, ha concluso Novak.
L’evento è stato appoggiato dal Ministero degli Affari esteri e del commercio internazionale nell’ambito del programma “Professori ospiti per la cultura ungherese/Visiting Lecturers for Hungarian Culture program”.

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