La storia musicale istriana dalla Serenissima in poi

Alla CI di Pola è stato presentato il volume bilingue pubblicato nell'ambito del progetto promosso dall'Università popolare aperta della Città di Rovigno e patrocinato dalla Regione Veneto

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La storia musicale istriana dalla Serenissima in poi
Franco Rota, Dubravka Svetličić, Aleksandra Golojka e Lada Duraković. Foto: FREDY POROPAT

Un volume nuovo e molto interessante, volto in primo luogo a riscoprire le opere di compositori noti e meno noti, che con le proprie opere hanno arricchito il patrimonio musicale dell’Istria. Si tratta della (prima) raccolta di studi e ricerche musicologiche nell’ambito del progetto “La storia musicale istriana: retaggio dei legami con la Serenissima”, promosso dall’Università popolare aperta della Città di Rovigno e patrocinato dalla Regione Veneto.

La presentazione, o meglio una relazione musicale, si è svolta l’altra sera nella Sala maggiore della Comunità degli Italiani di Pola. Sono intervenuti Dubravka Svetličić e Aleksandra Golojka, rispettivamente direttrice e responsabile scientifico-artistica dell’UPA, il curatore del progetto e titolare della Studio Eurotrieste, Franco Rota, nonché la musicologa polese e uno dei ricercatori della collana Lada Duraković.

Colmate le lacune
“L’Università popolare aperta di Rovigno – così Svetličić – ha avviato questo progetto istro-veneto con l’obiettivo di riscoprire e affinare le opere di compositori istriani noti e meno noti, partendo dalla nascita della Repubblica di Venezia, la Serenissima, a causa di una totale mancanza di documentazione. Dunque, grazie ai suoi archivi ben gestiti e amministrati, ci sono pervenute preziose informazioni anche dal campo della musica. Siamo particolarmente onorati del sostegno della Regione Veneto, che ci ha permesso di realizzare tutti gli eventi, dai concerti alle conferenze aperte e accessibili al pubblico, così come questa pubblicazione, che contiene una parte delle nuove ricerche e scoperte”.

Un’edizione accessibile al pubblico
“Quest’edizione – ha proseguito Golojka – è una sintesi delle ricerche sviluppate da esperti musicologi, un piccolo numero di appassionati che da diversi anni si sono decisi a rivalutare un retaggio quasi dimenticato, tenendo conto della salvaguardia dell’eredità culturale istriana per cui si occupano da tempo del patrimonio veneziano. Il linguaggio del volumetto è pensato per essere accessibile al pubblico e per educare i giovani e sarà accompagnato da presentazioni e concerti a scopo didattico, in quanto è importante sensibilizzare e informare le giovani generazioni su questo aspetto del loro patrimonio”.
“Da parte nostra abbiamo abbracciato con prontezza questa iniziativa, finalizzata all’approfondimento e alla divulgazione degli aspetti di rilevante interesse sulle origini e l’evoluzione dell’arte musicale in Istria dal tardo medioevo, ossia dal XV secolo ai giorni nostri”, è stato eloquente Rota.
In questo caso l’UPA ha dimostrato una grande competenza. Sono diversi infatti i requisiti riconosciuti dall’apposita Commissione per la valutazione delle iniziative selezionate per il 2022: tra queste, l’estensione del partenariato; il carattere innovativo del progetto; vengono studiati e poi esposti i documenti della Serenissima; viene premiata la partecipazione dei musicologi; rivitalizzata la fruizione dei contenuti originali nello spazio e nel tempo mediante supporti digitali e riproduzioni online. Tra l’altro il volume, bilingue in italiano e croato, rappresenta un grosso vantaggio per i fruitori, ovvero per gli studiosi, i soci delle Comunità degli Italiani, gli allievi e gli studenti degli istituti scolastici sia italiani che croati, dell’Università e via dicendo. Per di più, questo progetto può definirsi un’iniziativa commerciale, in quanto i brani di questi compositori entreranno nei vari repertori, alcuni saranno riscoperti e proposti al pubblico”.

Fondamentale conoscere il passato
Lodando il progetto, Duraković ha rilevato che questo è importante soprattutto per il pubblico. “La maggior parte degli autori pubblica le proprie recensioni su musicisti e opere nelle riviste, che vengono lette poco. Questo è un ottimo passo per accomunare, grazie a profonde ricerche e studi nelle documentazioni, i musicisti del tempo e il loro ruolo nella musica istriana. È chiaro che è difficile capire la musica odierna senza conoscere quella del passato”, ha concluso la musicologa.
A grandi linee, quindi, in quanto il volume illustra dettagliatamente i singoli musicisti e le composizioni, sono stati analizzati per ordine cronologico Andrea Antico da Montona (dov’è nato nel 1480), una figura importante del Rinascimento, che pubblicò musica profana italiana dell’epoca: frottole, canzoni, sonetti, strambotti, ma anche musica sacra (messe); Gabriello Puliti (di Montepulciano, morto in Istria nel 1642/43), fancescano conventuale italiano del Rinascimento e Barocco); i polesi Alfredo Martinz e Giulio Smareglia (fratello minore del notissimo compositore Antonio) molto attivi a Pola a cavallo tra il IX e il XX secolo, e autori di musica da camera e operette, nonché il conte e compositore Stefano Rota (nato nel 1824 a Pirano e morto nel 1916 nella stessa città), conosciuto in special modo per i brani per voce e pianoforte e nell’insieme per la musica caratteristica del XIX secolo. La serata è iniziata con i brani “Prendi l’arme, o fiero amore” e “Vale iniqua uale hormai” di Andrea Antico, con Nataša Dragun e Samanta Stell al flauto dolce accompagnati da Aleksandra Golojka al pianoforte, la quale al termine della serata ha seguito il tenore Mirko Grgorinić e il soprano Patricia Žudetić nei brani “Lusinghiero infido amore” e “Non più pena” (Puliti), “Inno a Dante” (Martinz), l’aria dell’operetta “Il Dottor Gaspero” (eseguita per la prima volta nel 1905 nel Politeama Ciscutti a Pola) di Smareglia e “Romanza” di Rota. Il volume è stato presentato ieri anche alla CI “Pino Budicin” di Rovigno.

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