La Liburnia nei secoli vista da ottiche diverse

La Comunità degli Italiani di Laurana ha ospitato un convegno internazionale al quale hanno partecipato 24 relatori. La giornata ha offerto un quadro esaustivo del territorio da vari punti di vista

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La Liburnia nei secoli vista da ottiche diverse
Nina Spicijarić Paškvan. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La Comunità degli Italiani di Laurana ha ospitato il convegno internazionale “Liburnija kroz stoljeća – ljudi, prostor, jezik” (La Liburnia nei secoli – le genti, lo spazio, la lingua), che ha offerto un quadro esaustivo del territorio della Liburnia nel corso dei secoli attraverso le ottiche più disparate: dalla medicina alla storia dell’arte, dalla giurisprudenza alla linguistica, dall’archeologia alla meteorologia e via dicendo.

Come spiegato da Ivana Eterović, presidente del comitato organizzatore, il convegno è stato organizzato dalla cattedra del Sabor ciacavo di Laurana in collaborazione con la Società umanistica di storia, arte e cultura Histria di Capodistria dopo una pausa durata diversi anni.

Un appuntamento ripristinato
“Siamo felici di riprendere il nostro lavoro dopo diversi anni, con un convegno internazionale che riunisce 24 partecipanti, di cui cinque vengono dall’estero, ovvero da Italia, Slovenia, Francia e Ungheria – ha spiegato Eterović –. Il convegno è una delle attività principali della cattedra del Sabor ciacavo di Laurana, mentre i suoi risultati vengono regolarmente pubblicati nell’almanacco del territorio di Laurana. Nel numero di quest’anno verranno pubblicati, pertanto, anche alcune relazioni presentate a questo convegno, mentre quelle rimanenti si potranno leggere nella pubblicazione dell’anno prossimo. In questo modo, da un convegno all’altro otteniamo un numero sempre più grande di studi e ricerche che tematizzano diversi aspetti non soltanto della storia di Laurana, bensì anche della Liburnia”, ha precisato Ivana Eterović.

Un futuro assicurato
Frane Babić, presidente della cattedra dello Sabor ciacavo di Laurana, si è detto compiaciuto del fatto che finalmente, dopo tanto tempo, nella cittadina liburnica sia stato organizzato un evento internazionale al quale prendono parte studiosi dall’estero, che parleranno di argomenti legati all’area liburnica, e ha espresso l’auspicio che i temi presentati al convegno si trovino prossimamente in una pubblicazione scientifica. Il presidente della Società umanistica di storia, arte e cultura Histria, Robert Matijašić, ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che la tradizione del convegno sia stata ripresa e che questo si apre anche ai partecipanti dall’estero che possono dire qualcosa su temi locali, che di solito sono limitati soltanto a studiosi attivi nel territorio. Si è pure congratulato con gli organizzatori per gli atti del convegno pubblicati finora e quelli che lo saranno prossimamente, al che si è rivolto ai presenti in italiano per ringraziare i partecipanti stranieri che hanno aderito all’iniziativa dell’associazione Histria e del Sabor ciacavo di Laurana.
A nome del Comune di Laurana, a salutare i presenti è stata Elvira Jović Ban, capodipartimento per le attività sociali, le finanze e il bilancio, la quale ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che questo convegno sia stato organizzato a Laurana e ha annunciato che il Comune appoggerà anche in futuro iniziative di questo genere. L’ultimo a prendere la parola, a nome della locale Comunità degli Italiani, presso la quale si è tenuto il convegno, è stato il vicepresidente del sodalizio, Valter Tripar, il quale ha augurato il benvenuto ai partecipanti all’iniziativa e si è detto compiaciuto di poterla accogliere nella sede della CI.

Gli italianismi nella giurisprudenza
Uno dei numerosi temi proposti è stato “Gli italianismi nel campo della giurisprudenza nei documenti della Liburnia”, trattato dalla relatrice Nina Spicijarić Paškvan di Fiume, la quale ha parlato dei lessemi veneziani e italiani in tre documenti giuridici della Liburnia, ovvero negli statuti di Castua, Moschiena e Apriano, scritti in ciacavo e glagolitico.
“In questi documenti ho individuato i lessemi italiani e veneziani basandomi su due libri di Lujo Margetić e ho in seguito compilato una lista di queste parole, che sono in prevalenza di origine veneziana, raccogliendone complessivamente 114. Successivamente, ho suddiviso questi lessemi in gruppi semantici legati alla giurisprudenza, che riguardano, ad esempio, la proprietà, i processi in tribunale oppure le condanne, dopodiché ho analizzato dal punto di vista etimologico ciascuno di questi lessemi”, ha spiegato la studiosa, aggiungendo che diverse parole individuate nel corso della ricerca vengono ancora utilizzate nella parlata quotidiana. Nei documenti esaminati – ha proseguito la studiosa – sono abbastanza numerosi gli italianismi. “Il minor numero di queste parole si trova nello statuto di Apriano, mentre queste sono più numerose in quello di Moschiena. Si nota, inoltre, che anche dal punto di vista della sintassi l’influsso dell’italiano è molto forte. Le parole che provengono dall’italiano e dal veneziano sono, ad esempio ‘akuža’ (accusa), ‘beštemjat’ (bestemmiare), ‘pročešjun’ (processione), ‘penj’ (pegno), ‘arešt’ (arresto) e via dicendo”, ha precisato Nina Spicijarić Paškvan.
Gli altri relatori sono stati Mattia Vitelli Casella, Yolande Marion, Francis Tassaux, Tomislav Galović, Jelena Barić Antonić, Nenad Smajila, Robert Doričić, Marko Medved, Miljenko Ujčić, Marin Pintur, Marko Badurina, Vuk-Tadija Barbarić, Igor Medić, Gordana Čupković, Igor Eterović, Daniela Katunar, Jan Defrančeski, Diana Stolac, Rene Čipanj-Banja, Anastazija Vlastelić, Salvator Žitko e Alexander D. Hoyt.
Il convegno è stato organizzato con il supporto del Comune di Laurana e della Città di Abbazia.

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