La fiumanità, un termine di difficile definizione

L’autore non analizza la città dall’esterno, ma ne parla in quanto sua parte integrante. Usa un approccio interdisciplinare per superare gli stereotipi e incoraggiare il lettore a usare i suoi ricordi e i suoi pensieri nella lettura

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La fiumanità, un termine di difficile definizione

La storia di Fiume è estremamente ricca e proprio come lo è la sua storia, lo sono anche i suoi cittadini. Irvin Lukežić, nel suo nuovo libro “Fiumani. Collettivo nel paesaggio urbano” (Fijumani. Kolektiv u urbanome krajoliku), ha deciso di soffermarsi non tanto sui grandi avvenimenti, le date, i documenti, le rivoluzioni, quanto sulle persone che compongono la città e le loro storie personali. Alla presentazione del libro, nel Museo civico di Fiume, il quale ha sostenuto la pubblicazione, hanno parlato il direttore del museo, Ervin Dubrović, e Petra Žagar-Šoštarić, docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume. L’evento ha attirato anche questa volta un folto pubblico (secondo gli standard adottati nel corso della pandemia), sempre molto interessato a temi che trattano Fiume e la sua storia davvero straordinaria.

La presetazione ha suscitato grande interesse

Un instancabile ricercatore

”Lukežić è mio grande amico e collaboratore da molti decenni ormai – ha esordito Dubrović – e da sempre abbiamo condiviso un grande amore per i libri e per la lettura. Ci siamo conosciuti lavorando insieme alla Biblioteca scientifica, l’attuale Biblioteca universitaria di Fiume, ma poi lui ha continuato a dedicarsi allo studio dei testi, mentre io ho fatto altri tipi di ricerca. Il suo primo libro in assoluto è stato ‘Fijumanske priče’ (Storie fiumane), un testo più letterario che scientifico, ma che denota il suo interesse per la materia già all’inizio della sua carriera. Lukežić ha aperto dunque il tema della fiumanità già negli anni Ottanta, ma tutt’oggi non abbiamo una risposta alla domanda: cos’è la fiumanità? Si tratta dell’italianità? Di un autonomismo? O di qualcos’altro?
Fabrio propose di usare il termine ‘flumenologi’, da lui coniato, piuttosto che ‘fiumenologi’, in quanto l’etimologia latina sarebbe più neutrale di quella italiana. Solitamente il Museo stampa soltanto cataloghi e non libri di questo tipo, ma vista la grande rilevanza del tema abbiamo deciso di sostenerlo” ha concluso Dubrović.

L’autore con il libro

Un approccio interdisciplinare

L’intervento della prof.ssa Petra Žagar-Šoštarić si è concentrato sul termine “fiumani”, una parola che molti danno per scontata ma che in realtà non ha una definizione chiara, anche se la maggior parte delle volte con questo termine si indicano i parlanti il dialetto fiumano. Il problema di fondo di Fiume è che non esiste una memoria collettiva chiara e neppure una memoria storica univoca.

“Il destino ha giocato spesso dei brutti scherzi a Fiume e ai suoi abitanti – ha spiegato -, motivo per cui i cittadini si sono abituati a essere indipendenti, a passare inosservati, a essere invisibili e dimenticati. Il libro di Lukežić non analizza la città dall’esterno, ma ne parla in quanto sua parte integrante. Usa un approccio interdisciplinare per superare gli stereotipi e incoraggiare il lettore a usare i suoi ricordi e i suoi pensieri nella lettura della città. Il libro possiede 15 capitoli e potrebbe benissimo venire letto dalla fine verso l’inizio, visto che le unità sono indipendenti. Fiume si trova in uno spazio di mezzo, nel punto in cui inizia l’oriente per l’Europa e l’occidente per i Balcani. I suoi cittadini hanno avuto sempre la valigia pronta per il viaggio e i grandi spostamenti della popolazione l’hanno plasmata in profondità, come ha spiegato l’autore”.

La copertina del libro

Una ricerca senza fine

Infine, ai presenti si è rivolto Lukežić, il quale ha esordito volendo spiegare innanzitutto i motivi che lo hanno spinto a trattare un tema così complesso. Il punto da cui è partito è la teoria che afferma che ogni uomo è parte di un contesto e ognuno di noi è legato ai suoi avi, alla tradizione e al paese natale con un cordone ombelicale inscindibile. Questo legame a volte diventa problematico, soprattutto se è tanto difficile definirlo come per gli abitanti di Fiume, i quali spesso arrivano da contesti diversi, possiedono passati diversi, avi da Paesi differenti o altro.

”Tutti noi abbiamo identità diverse e background diversi – ha spiegato -. In noi passa tutta l’umanità, motivo per cui definire i fiumani è impossibile e non credo di esserci riuscito, anche se ci ho provato. Per quanto sembri a portata di mano, la definizione mi sfugge e mi affascina allo stesso tempo. Non esiste una verità ultima e universale, ma invito tutti coloro che si riconoscono nel termine ‘fiumani’ o quelli che vorrebbero saperne di più a leggere il libro e magari anche a contribuire al dibattito, perché la cosa più importante è non smettere mai di cercare delle risposte”.

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