Far rivivere la cultura nel periodo post-pandemico

Alla conferenza internazionale, tenutasi nella Casa dell’infanzia a Fiume nell’ambito del progetto europeo MESOC, è stato dibattuto su come rendere inclusivi i contenuti culturali. Si prosegue oggi al Ri Hub

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Far rivivere la cultura nel periodo post-pandemico
Suzana Belošević Romac, Božena Stojić, Ivan Šarar e Đurđa Vrljević Šarić. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il ruolo della cultura nella società e la sua rilevanza nello sviluppo urbano e sociale, nonché l’importanza dell’inclusione dei cittadini nei progetti di carattere culturale, sono stati alcuni dei temi trattati nel corso della conferenza internazionale intitolata “La cultura nel periodo post-pandemico – una possibilità di crescita e nuove opportunità” tenutasi nella Casa dell’infanzia a Fiume, nell’ambito del progetto europeo MESOC (Mesuring the social dimension of culture – Misurare la dimensione sociale della cultura). Il progetto MESOC, che coinvolge dieci città, ovvero Fiume, Atene, Barcellona, Cluj, Gent, Issy-Molineaux, Milano, Turku, Valencia e Varsavia, sviluppa dibattiti a livello europeo sugli obiettivi della cultura e sull’influenza che la cultura può avere sulla salute, sulla stabilità economica o sul rinnovo territoriale.

L’impegno dei cittadini
Suzana Belošević Romac, consulente del sindaco e organizzatrice dell’evento, ha spiegato che l’iniziativa viene finanziata dai fondi del progetto “Horizon 2020” dell’Unione Europea, un programma per la ricerca e l’innovazione (2014-2020). L’inclusione di Fiume in questa iniziativa è legata non solo al fatto che è stata Capitale europea della Cultura nel 2020 e di conseguenza ha realizzato importanti progetti infrastrutturali nella cultura, ma anche al fatto che la costruzione o ricostruzione dei palazzi in seno al complesso del Benčić, deve venire accompagnata da nuovi programmi culturali che possano coinvolgere la cittadinanza e portare dei vantaggi a livello sociale. Nel corso della conferenza scientifica, che si conclude oggi, si sono tenuti alcuni dibattiti durante i quali sono stati discussi importanti aspetti del settore culturale nel periodo post-pandemico, come ad esempio la contrapposizione tra le forme tradizionali di cultura e la digitalizzazione dei contenuti. Alla conferenza ha partecipato anche Đurđa Vrljević Šarić, coordinatrice del progetto “Una fortezza di cultura” della Città di Sebenico, la quale ha illustrato la trasformazione del settore culturale cittadino negli ultimi dieci anni.
Božena Stojić, a nome dell’organizzazione “Ministero dello spazio” di Belgrado, ha parlato dell’incremento di iniziative di cittadini e delle iniziative che hanno portato a questa inclusione.

Valorizzare il settore culturale
Ad annunciare l’apertura della conferenza è stato anche il capodipartimento per la Cultura della Città di Fiume, Ivan Šarar, il quale ha fatto presente che spesso la cultura viene considerata un settore dispendioso, che non frutta molte entrate ed è quindi economicamente svantaggioso. Questo ragionamento è errato in quanto il significato e il valore dei progetti e contenuti culturali non possono essere misurati in un modo del genere e per questo motivo le autorità cittadine e i rappresentanti degli enti culturali hanno il dovere di attirare gli utenti e difendere a spada tratta la cultura. Alla cerimonia di apertura della conferenza è intervenuto il sindaco di Fiume, Marko Filipović, il quale ha ripercorso la crescita e lo sviluppo dei progetti culturali dal 2016, anno della nomina di Fiume a CEC 2020, fino ad oggi. Quello del nuovo quartiere artistico del Benčić è, infatti, il più grande investimento nella cultura a livello nazionale negli ultimi trent’anni e, una volta terminato l’edificio della Biblioteca civica, porterà alla città ben 27mila metri quadri di spazio culturale. Filipović ha dichiarato di essere particolarmente fiero della Casa dell’infanzia, in quanto si tratta di una struttura dedicata esclusivamente ai bambini e si trova a pochi minuti di quella che ha definito “la più grande area pedonale in Croazia”, il Corso di Fiume.

Inevitabile il cambiamento
Nella realizzazione della conferenza, resa possibile grazie al sostegno della Città di Fiume, figura pure l’Università degli Studi del capoluogo quarnerino, rappresentata per l’occasione dal prorettore per la Scienza e l’Arte, Gordan Jelenić. Particolarmente interessante è stato l’intervento di Jelenić, in quanto ha preso spunto da un altro discorso, fatto dal Presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy al Senato, nel quale spiegò che il prodotto interno lordo misura diversi parametri economici, ma non può misurare quello per cui vale la pena di vivere. Tale riflessione è più attuale che mai e si ricollega a quello del politico cecoslovacco Alexander Dubček, il quale spiegò che l’economia deve assumere un aspetto umano.
In conclusione della cerimonia ai presenti si è rivolta in collegamento Zoom l’ex direttrice della società Rijeka2020, attualmente responsabile del settore per lo sviluppo artistico del Ministero della Cultura e dei Media, Irena Kregar Šegota, che ha augurato buon lavoro a tutti coloro che prenderanno parte alla conferenza e li ha invitati a guardare al futuro e ai temi che sono diventati attuali negli ultimi anni, come ad esempio la digitalizzazione. Tra le tante lezioni insegnateci dalla pandemia, una delle più importanti è che la nostra normalità sia estremamente fragile e instabile e che la cultura deve tener conto di questa instabilità e imparare ad adattarsi ai cambiamenti.

L’applicazione urbana
Dei numerosi interventi e discussioni che si sono susseguiti nella prima giornata della conferenza, particolarmente interessanti sono stati quelli di Franco Bianchini della Leeds Metropolitan University, il quale ha parlato degli impatti che la pandemia da Covid-19 ha avuto sulle Capitali europee della Cultura. Bianchini ha ipotizzato che il titolo di CEC possa essere uno sprone a fare della cultura un fattore essenziale della rigenerazione urbana e dello sviluppo della multiculturalità. Interessante pure l’intervento di Dragan Čišić, dell’Università degli Studi di Fiume, il quale ha parlato dell’applicazione dell’Intelligenza artificiale nella creazione di contenuti culturali.

Fiume CEC e GO!2025
I dibattiti e gli scambi di idee, però, sarebbero vani senza un’applicazione concreta e tangibile delle politiche culturali moderne. Il primo esempio presentato alla conferenza è stato quello di Fiume, del quale ha parlato Tanja Kalčić, coordinatrice dei programmi di Fiume CEC2020. Kalčić ha illustrato il successo del programma della Capitale europea nonostante le difficoltà dovute alla pandemia. Il segreto di tale successo, ha sottolineato, sta nel grande numero di volontari che hanno contribuito a mantenere a galla il progetto. In conclusione della sua relazione, ha affermato che tale titolo non è soltanto un progetto su grande scala che porta alla realizzazione di eventi, spettacoli e performance con artisti di fama mondiale, ma piuttosto un’occasione unica di coinvolgere la comunità nella pianificazione culturale.
Il secondo esempio di buona pratica è quello di Gorizia e Nova Gorica, del quale hanno parlato Stojan Pelko e Neda Rusjan Bric. Nova Gorica e Gorizia saranno CEC nel 2025 e punteranno il suo programma sull’allacciamento dei legami di amicizia tra queste due realtà nazionali e culturali. La cooperazione, hanno spiegato, farà delle due località un centro unico per lo sviluppo e la promozione della cultura a livello europeo.
Il terzo esempio di buona pratica è quello di Ciutat de l’Artista Fallero, ovvero l’esperienza di Ciutat Fallera, un rione di Valencia, che grazie a pratiche culturali mirate, si è trasformata in un centro per la promozione dell’arte. A parlare dell’applicazione di tali pratiche culturali è stato l’architetto e urbanista Chema Segovia, il quale ha spiegato che in questo momento la zona è un museo open space, ovvero un museo all’aperto che attira turisti, cittadini ed attivisti e ha plasmato l’aspetto urbano non solo del quartiere, ma di tutta la città di Valencia. L’iniziativa ha promosso la creatività e viene considerata uno degli esempi più riusciti di sviluppo culturale urbano. La conferenza prosegue oggi al Ri Hub (ore 9.15) con gli interventi di Božidar Kovačić dell’Università degli Studi di Fiume, dell’architetto Dinko Peračić di Spalato, di Ewa Orzeszko di Lublino (Polonia), Sara Vuletić di Novi Sad e Francesco Molinari di Valencia. Oltre alle conferenze, alle 10.20 si terrà un laboratorio coordinato dai prof. del Politecnico di Milano, Grazia Concilio, Irene Bianchi e Ilaria Tosoni.

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