Jazz intriso di incantevoli sfumature e note afro

Il Lovro Mirth Quintet, in questo caso quartetto, si è esibito nel Salone delle Feste della CI di Fiume emozionando un pubblico attento

0
Jazz intriso di incantevoli sfumature e note afro
Denis Razumović-Razz, Karlo Lovrić, Lovro mirth e Rajko Ergić. Foto: Roni Brmalj

Non è decisamente il genere che riempie i palasport e gli stadi, ma per chi fa jazz è accettabile, spesso gradevole, esibirsi tra pochi intimi. Il concerto del Lovro Mirth Quintet, iniziato con pochissimo ritardo, sembrava andare in questa direzione. La presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, Melita Sciucca, prima dell’inizio, ha salutato i pochi presenti cercando di trovare le parole, quasi per giustificare la modesta partecipazione di pubblico. Di lì a poco, però, il Salone delle Feste, come per incanto, si è ritrovato gremito. Quando Lovro Mirth, la voce del gruppo, ha scoperto con un po’ di stupore di rivolgersi a un audience ben più numerosa di quella iniziale, ci siamo resi conto che non eravamo tra pochi intimi. È un genere tra l’altro, che non infiamma l’ambiente con le prime note. Ci mette un po’, come un diesel. Poi parte il turbo e gli artisti non se ne vanno più dal palco. Questo è il racconto di una serata in cui il quintetto si è ridotto a un quartetto per l’assenza del chitarrista Karlo Ilić. Se c’è una capacità di chi suona il jazz, nei primi posti c’è quella di saper improvvisare.
Con il jazz ci si rivolge a un pubblico di nicchia, preparato, ma Mirth, assieme a Denis Razumović al sassofono, Karlo Lovrić alle tastiere e Rajko Ergić alla batteria, ha saputo coinvolgere proponendo una versione fluida entro un’interpretazione canonica, tradizionale. “È il modo di cantare di Lovro a renderla tale, una formula collaudata. C’era l’idea di puntare su altri generi, più ritmati come soul o R&B, ma poi abbiamo scelto di restare fedeli al jazz tradizionale”, ci ha detto Denis Razumović-Razz, autore egli stesso di alcuni brani, come “Room full of spirits”, tratto dall’ultimo album, interpretato da Mirth anche se, in origine, Razz aveva previsto di cantarlo da solo. “In effetti, il mio inglese è discutibile e non ci è voluto molto per capire che sarebbe stato meglio affidare l’esecuzione a Lovro. La mia si presentava con cadenze ungheresi, turche… Inoltre, con Lovro abbiamo anche modificato in parte il testo”. In scaletta, tra gli altri brani, “Invitation”, “Beautiful love”, “On green dolphin street”, seguiti da due bis che il pubblico ha richiesto con dei lunghi applausi, “Round midnight”e “Four”.
Uno dei tratti distintivi del quintetto, in questo caso del quartetto, è la fedeltà al genere con un’accentuata influenza afro in tutti gli elementi, che sottolinea in modo particolarmente evidente la prestazione di Lovro Mirth con la sua vasta estensione vocale, spaziando tra note basse, profonde a quelle alte, acute. È ciò che emoziona e che coinvolge il pubblico.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display