Shakespeare. Un drammaturgo tuttora insuperato

La nuova produzione del Dramma Croato del TNC «Ivan de Zajc», diretta da Franka Perković e con l’adattamento drammaturgico di Goran Ferčec, non sacrifica nulla della grandezza di uno dei più grandi geni teatrali di tutti i tempi

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Shakespeare. Un drammaturgo tuttora insuperato

È andato in scena al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume lo spettacolo “La dodicesima notte, o quel che volete”. Riconosciuta come una delle commedie più riuscite di Shakespeare, la pièce è stata presentata con un interessante e riuscito progetto registico-drammaturgico di Franka Perković e Goran Ferčec.

La «non attualità» dell’autore inglese

Nonostante l’idea, condivisa da molti, dell’”attualità” del più grande drammaturgo inglese di tutti i tempi, nel caso de “La dodicesima notte” si potrebbe avanzare invece l’ipotesi opposta. Seppur in molte delle sue opere i personaggi (e le trame) vengano mossi da sentimenti quali l’amore, la gelosia e il desiderio di potere – tutti attualissimi e universali – qui il procedimento è piuttosto diverso. Il fulcro dell’intreccio è dato dal travestimento, ovvero ciò che muove l’azione scenica riguarda un aspetto in primo luogo visivo. È, infatti, soprattutto l’aspetto fisico (e non delle emozioni universalmente riconoscibili) di alcuni personaggi a far scaturire le passioni di altri, ulteriormente alimentate dal modo di formulare sentimenti (e non dai sentimenti stessi), tipico dei componimenti poetici dell’epoca. Quanto al travestimento, va rilevato che – ed è forse proprio questo uno dei chiari segni della genialità del Bardo – quello della protagonista Viola è un espediente comico basato sulle convenzioni dello specifico contesto storico dell’autore. Nel teatro elisabettiano, infatti, i ruoli femminili non erano interpretati da donne, bensì da attori maschi, generalmente assai giovani e con sembianze androgine. Data questa convenzione teatrale – abbandonata nel corso del tempo, come è giusto che sia -, il travestimento ne “La dodicesima notte” presentava di fatto un potenziale comico enorme, in quanto creava (con molta autoironia) una situazione in cui un attore maschio recita in un ruolo femminile che si traveste da uomo… Shakespeare non è “attuale”. Al contrario, più viene studiato all’interno del suo corrispettivo contesto sociale, storico-politico e artistico-culturale, più si palesa la sua vera grandezza e genialità.

Attualizzazione e ricostruzione

Detto questo, è pur sempre possibile mettere in scena una commedia come “La dodicesima notte” portando alla luce l’essenza dell’opera, anche opponendosi a certe norme elisabettiane e mettendo in risalto quegli aspetti che possono essere letti in riferimento alla contemporaneità. Come nel caso della nuova produzione dello “Zajc”, diretta da Franka Perković e con l’adattamento drammaturgico di Goran Ferčec, basata sul binomio tra attualizzazione e ricostruzione (nel senso di rievocazione delle tipicità del teatro elisabettiano). Il primo dei due aspetti è il risultato, innanzitutto, dell’adattamento drammaturgico di Ferčec, fatto di alcuni determinanti tagli, aggiunte e cambiamenti (in particolare il finale), che rimuovono dall’opera i riferimenti alla contemporaneità di Shakespeare, rendendo il tutto più scorrevole e comprensibile per l’odierno pubblico croato. All’attualizzazione dell’opera incidono anche le scelte registiche di colmare alcuni “spazi vuoti” della drammaturgia shakespeariana con situazioni tipiche dei nostri tempi. Se tutto ciò potrebbe sembrare diretto in direzione di una totale decontestualizzazione di Shakespeare, a frenare una svalorizzazione dell’opera è il chiaro tentativo di riprodurre, per quanto possibile, l’esperienza del pubblico del teatro elisabettiano. La disposizione degli spalti sul retroscena per un gruppo ristretto di spettatori, la costante illuminazione della sala e l’assenza di scenografie nello spazio scenico sono tutte caratteristiche (generalmente accettate, seppur fondate su pochi documenti e prove attendibili) dei teatri londinesi dell’epoca di Shakespeare. Il progetto registico e drammaturgico – nonché quello scenografico, firmato da Igor Vasiljev – della produzione dello “Zajc” dimostra, pertanto, che con uno studio approfondito dell’opera shakespeariana è possibile riconfermare (anche fuori dai confini del Regno Unito e anche “attualizzando” la pièce) che si tratta di un drammaturgo tuttora insuperato.

Interpreti messi alla prova

Come ogni opera shakespeariana, “La dodicesima notte, o quel che volete” è una commedia il cui eventuale successo presso il pubblico (immediatamente evidente), al giorno d’oggi, dipende in larga misura dalle capacità recitative degli interpreti. Nel caso dello spettacolo del TNC di Fiume, a brillare è Tanja Smoje, primattrice del Dramma Croato. Indubbiamente la miglior interpretazione di tutto l’ensémble, Smoje riesce sapientemente a tirar fuori tutta la comicità del personaggio della contessa Olivia. Con una perfetta padronanza del linguaggio e del verso shakespeariano, l’attrice fa sembrare del tutto naturale ogni parola pronunciata da Olivia. La recitazione in versi è uno degli aspetti che, soprattutto nel caso della produzione dello “Zajc”, fa la differenza. Per Aleksandra Stojaković Olenjuk, che recita nel ruolo di Viola/Cesario, la principale caratteristica della drammaturgia shakespeariana presenta, purtroppo, diverse difficoltà. Interpretando un ruolo piuttosto impegnativo, l’attrice non riesce a ottenere una recitazione uniformemente forte, arrivando piuttosto a un’alternanza di momenti buoni e altri meno riusciti. Lo stesso discorso vale, purtroppo, anche per Dean Krivačić, che offre un’interpretazione non ben definita della parte di Sir Toby. Sorprendentemente eccezionale, invece, Jasmin Mekić, nella parte di Malvolio, uno dei personaggi chiave dell’intera commedia. Mekić si discosta molto dalla solita dizione e presenza scenica, arrivando a mostrare una “maturazione” del personaggio nel corso dello spettacolo. Molto bravo anche Edi Ćelić nella parte di Orsino, con cui dimostra di poter padroneggiare bene il verso shakespeariano. Una sorpresa deludente è invece quella del ruolo del buffone di Olivia. Jelena Lopatić, un’attrice straordinaria, offre purtroppo una scarsa interpretazione di Feste, in cui viene sacrificato molto del suo ruolo all’interno dell’intera opera. Non riuscendo nell’intento comico, porta in scena un personaggio ridondante, il cui scopo cade in secondo piano. Deni Sanković, al contrario, presenta al pubblico un personaggio accattivante e convincente. Esattamente come nel primo ruolo interpretato da quando è entrato a far parte del Dramma Croato dello “Zajc” (in “Quando il mondo si è fermato”), anche nella seconda parte che porta in scena, il giovane attore riesce a offrire una delle migliori interpretazioni dell’intero ensémble dello spettacolo. Piuttosto bravo anche il neolaureato attore Kristijan Petelin, che riesce a rendere memorabile il personaggio di Sebastian anche con pochi momenti in scena. Romina Tonković, brava come sempre, si dimostra particolarmente abile nel mettere in risalto il lato grezzo del personaggio di Maria. Anche Andrea Tich, nella parte di Sir Andrew, dà prova del proprio potenziale comico, seppur non sfruttando bene certi momenti in scena. Ana Marija Brđanović, interpretando diverse parti minori, offre purtroppo una recitazione piuttosto blanda, con poche variazioni tra i vari ruoli. Tutto sommato, però, la nuova produzione del TNC di Fiume si presenta come una discreta e sottile rivisitazione della commedia shakespeariana, che mette alla prova ogni figura coinvolta nello spettacolo. Il progetto registico, drammaturgico e scenografico non sacrifica nulla della grandezza di uno dei più grandi geni teatrali di tutti i tempi, offrendo al pubblico una commedia shakespeariana nel vero senso del termine.

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