Isole Calva e di San Gregorio La memoria al femminile

L'artista Andreja Kulunčić espone al Museo dell'Arte Moderna e Contemporanea (MMSU) di Fiume i risultati della sua ricerca sull'esperienza di 850 detenute

0
Isole Calva e di San Gregorio La memoria al femminile

Il progetto triennale di Andreja Kulunčić, che si occupa della memoria femminile del passato traumatico legato al campo d’internamento sull’Isola calva, verrà presentato con una mostra a Fiume, al Museo dell’Arte Moderna e Contemporanea (MMSU).

 

La mostra, intitolata “Vi ste Partiju izdale onda kada je trebalo da joj pomognete” (Voi avete tradito il partito quando lo dovevate aiutare) non rappresenta la fine, bensì la continuazione del progetto con la commemorazione sovversiva tramite un antimonumento e un’azione di 850 donne per 850 donne. La mostra dell’artista croata sarà in visione dal 22 febbraio al 20 marzo di quest’anno.

Il trauma vissuto dalle donne

La mostra, realizzata dall’artista visiva Andreja Kulunčić e dai curatori Irena Bekić e Anca Verona Mihulet, fa parte di un omonimo progetto di ricerca iniziato nel 2019. Hanno collaborato al progetto pure l’antropologa femminista Renata Jambrešić Kirin e la psicoterapeuta Dubravka Stijačić. Con questo progetto l’autrice Andreja Kulunčić, reagisce al fatto che in un contesto storico dominante legato al campo d’internamento dell’Isola calva, ma anche al discorso pubblico che lo riguarda, non si fa mai riferimento alle specificità delle esperienze traumatiche femminili o all’esistenza di un campo femminile nel quale sono state internate 850 donne nell’arco di tempo che va dal 1950 al 1956, con l’accusa di avere avuto legami con l’Informbiro.

Il regime vigente sull’Isola Calva ha messo a repentaglio ripetutamente persino la salute riproduttiva delle detenute e non ha preso in considerazione il sentimento di responsabilità etica nei confronti del prossimo né le specificità legate al loro sesso. Le detenute erano costrette a punirsi e controllarsi a vicenda, il che, sommato al duro lavoro, ha causato traumi profondi e un silenzio durato sin troppi anni. Con gli interventi artistici nello spazio delle località dell’Isola Calva e dell’attigua isola di San Gregorio, che era penitenziario femminile, le mostre, il sito web e le pubblicazioni, nonché i numerosi workshop e dibattiti, il progetto mira a decostruire l’amnesia volontaria della storia femminile dell’Isola Calva, creando contemporaneamente le basi per la costruzione di un antimonumento collettivo.

Un ritratto dei lavori forzati

Inclusione del pubblico

Nel corso della durata della mostra l’MMSU sarà uno spazio di espressione e creazione di un lavoro nuovo tra il pubblico e l’artista. Visitando l’esposizione e partecipando ai laboratori con l’autrice, i visitatori diventeranno dei creatori di opere d’arte e detentori della memoria storica, nonché testimoni del passato.
La mostra fiumana pone al centro dell’attenzione la trasformazione del corpo femminile sottoposto alle vessazioni e ai traumi. Il percorso contiene tre punti informativi, ovvero un punto di riflessione e ragionamento con contenuti visivi come disegni, fotografie o oggetti, nati nel corso della ricerca artistica. Il secondo punto di interpretazione gestuale della tortura quotidiana subita dalle donne sull’Isola Calva e su San Gregorio è composto da quattro installazioni video (con la partecipazione di Annette Giesriegl, Jasna Jovićević e Zrinka Užbinec) e una zona di partecipazione nella quale l’artista realizza diverse azioni in collaborazione col pubblico, a partire dalle serate letterarie, la scrittura rituale dei nomi delle detenute, fino a laboratori di creazione di 850 figurine d’argilla per le 850 carcerate. Le figurine rappresentano le donne rinchiuse sulle due isole e verranno inserite in un monumento mobile il quale verrà esposto come opera unica alle esposizioni che seguiranno.

La mostra pone le basi per la costruzione di un antimonumento

Il risveglio della memoria perduta

Si tratta di una forma d’arte commemorativa sovversiva che non impone il ricordo, ma lo cerca nelle emozioni dei visitatori. Le serate letterarie verranno moderate dalle antropologhe Renata Jambrešić Kirin e Sarah Czerny, nonché dalla teorica del femminismo Brigita Miloš.

Tutte le informazioni e le notifiche ai laboratori si possono trovare all’indirizzo http://www.zene-arhipelag-goli.info/izlozbe/mmsu-rijeka.

È importante puntualizzare che il progetto ha fatto sì che nei luoghi in cui hanno operato i campi di reclusione, a 64 anni dalla loro chiusura, siano finalmente state poste delle tabelle informative sulla loro storia e sulla presenza femminile al loro interno.

La mostra si potrà visitare dal 22 febbraio dalle ore 14, mentre alle ore 18 si terrà la tavola rotonda “La visione femminile dell’Isola Calva” alla quale parteciperanno Irena Bekić, Renata Jambrešić Kirin, Andreja Kulunčić, Anca Verona Mihulet e Dubravka Stijačić. L’apertura ufficiale avverrà alle ore 19.

Il progetto è sostenuto da Neda Yong, dalla Fondazione Kultura nova, da Fiume CEC 2020, dal Ministero della Cultura e dei Media, dalla Città di Zagabria e da quella di Fiume, dalla fondazione Friedrich Ebert e dall’Istituto culturale rumeno.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display