Rijeka, all-in sulla Coppa

La sconfitta con l’Osijek ha fatto naufragare i sogni di gloria nella corsa al titolo. Ora non resta che puntare tutte le fiches sul Sole di Rabuzin. Sulla strada per la finale di Spalato ci sarà nuovamente la compagine slavone, gara in programma il 9 marzo a Rujevica

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Rijeka, all-in sulla Coppa

Di dubbi già ce n’erano pochi e ora sono stati definitivamente fugati: questo Rijeka non è da titolo. La battuta d’arresto al Gradski vrt ha molto probabilmente mandato in frantumi i sogni di gloria. La Dinamo è ormai in fuga (e ha pure una partita da recuperare), senza contare che ora davanti ci sono pure Osijek e Hajduk. A essere severi, ma anche oggettivi, la truppa di Tomić non è stata mai realmente in corsa, sebbene nella prima parte di stagione abbia trascorso diverse settimane davanti al resto della compagnia. Nei momenti chiave, in cui bisognava affondare il colpo e allungare in classifica, i fiumani hanno puntualmente avuto il braccino. E la lista è lunga. Su tutti l’harakiri nella ripresa contro la Dinamo a Rujevica quando sono stati dilapidati tre gol di vantaggio all’intervallo, lo scialbo 0-0 con l’Osijek sempre tra le mura amiche, senza dimenticare i tonfi casalinghi con Lokomotiva (1-2), Hajduk (2-3) e Gorica (1-2). In altre parole, la squadra ha sofferto di vertigini. E poi c’è un altro dato molto indicativo, e cioè quello relativo agli scontri diretti. Fin qui sono stati raccolti solamente 6 punti sui 24 a disposizione. Negli otto confronti con le tre rivali il Rijeka ha battuto solamente l’Hajduk (2-1), pareggiato due volte con la Dinamo (doppio 3-3) e una volta con l’Osijek (0-0). Altro che i campionati si vincono con le piccole…

 

Brusco ridimensionamento

Sia chiaro, a Rujevica nessuno ha mai osato pronunciare la parola titolo. Né la società né tantomeno i giocatori. È naturale che i tifosi si siano ingolositi vedendo la loro squadra costantemente là davanti al termine di una prima parte di stagione giocata al di sopra delle aspettative, ma il brusco ritorno alla realtà è arrivato dopo sole tre giornate dalla ripresa delle ostilità. Le sconfitte con Dinamo e Osijek hanno semplicemente confermato ciò che tanti temevano, e che si era già intuito dal mercato di riparazione. Nel momento in cui Osijek e Hajduk puntellavano la rosa nel tentativo di tenere il passo della Dinamo, il Rijeka lavorava principalmente in uscita, mentre in entrata sono arrivati solamente Čestić e Solano. Non esattamente giocatori in grado di spostare gli equilibri (al Gradski vrt il centrale serbo ha fatto sì la differenza, ma per gli avversari…). E già da questo si capiva che la società non nutriva particolari ambizioni, ma comunque non lo aveva mai nascosto ripetendo sempre come l’unico vero obiettivo fosse un posto in Europa. Con il pass europeo praticamente già in tasca (a meno che il Gorica non porti a casa il Sole di Rabuzin perché in quel caso il quarto posto non sarebbe più sufficiente), non resta che puntare tutte le fiches sulla Coppa. Solamente due vittorie dividono il Rijeka da quello che sarebbe il suo settimo trofeo. Con la Dinamo fuori dai giochi, la strada è leggermente più in discesa. L’ostacolo in semifinale (si gioca il 9 marzo) si chiama Osijek, sempre più una bestia nera, ma si giocherà a Rujevica ed è un vantaggio non da poco. Drmić e compagnia hanno l’obbligo di provare ad andare fino in fondo perché il “Sole” è ampiamente alla portata e comunque chiudere con un trofeo renderebbe la stagione dolcissima.

L’astinenza di Drmić

Tornando invece al match dell’altro giorno, ecco che si sono rivisti i fantasmi del Maksimir. Sulle sponde della Drava è mancato tutto. Una squadra spenta, timorosa, arrendevole e con le polveri bagnate. Ancora una volta Bjelica ha dato una lezione a Tomić. L’Osijek ha vinto semplicemente perché ha avuto più fame, mentre il Rijeka è sceso in campo con l’unico obiettivo di non prenderle nella speranza di tornare a casa con un punto in bisaccia, ma alla fine è stato punito dalla goffa autorete di Čestić nel finale. Un altro aspetto che deve far riflettere il tecnico sebenzano è la crisi in zona gol contro le dirette rivali, tant’è che con zagabresi e slavoni la squadra ha avuto la miseria di soli quattro tiri nello specchio… in totale! Una crisi coincisa anche con l’astinenza di Drmić, a secco da quattro partite in campionato, e più precisamente dallo scorso 11 dicembre. Non bastasse, nei tre confronti stagionali con i biancoblu i fiumani non sono ancora riusciti a infilare Ivušić…

”L’Osijek ha vinto meritatamente – riconosce Tomić, che ha confermato il 4-2-3-1 visto nel turno precedente con la Lokomotiva –. Siamo scesi in campo con una formazione a trazione anteriore con l’obiettivo di prenderci la vittoria e i tre punti, però alla fine non ha funzionato nulla. In attacco siamo stati sterili, soprattutto nel primo tempo. Ogni nostra sortita offensiva è stata neutralizzata senza difficoltà. Nella ripresa non abbiamo corso particolari rischi creando anche un paio di occasioni pericolose, ma nel complesso troppo poco per pensare di portare a casa l’intera posta in palio. Dispiace aver preso gol nel finale in quel modo quando ormai il pareggio sembrava cosa fatta”.

L’espressione perplessa di Goran Tomić

Cambiare registro

Tra gli ospiti il migliore in campo è stato il portiere Labrović, e già questo la dice lunga sull’impotenza dei fiumani. “Ci aspettavamo esattamente questo tipo di partita, nervosa e contratta. Abbiamo comunque retto bene fino a quella sfortunata autorete, poi purtroppo non c’è più stato il tempo per recuperare. Dobbiamo cancellare al più presto questa sconfitta e ritrovare subito i tre punti con lo Šibenik”, ha infine aggiunto l’estremo difensore.

Domenica prossima a Rujevica ci vorrà però un altro atteggiamento. E sarà inoltre importante capire se lo schiaffo del Gradski vrt sarà subito riassorbito o se invece la squadra rischia ora di subire un contraccolpo psicologico.

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