Il pensiero critico è essenziale

Si è tenuta nella Comunità degli Italiani di Pola la cerimonia di premiazione dei vincitori della Competizione di lingua italiana-lingua materna, la prima ad essere stata inserita nel catalogo del Ministero della Scienza e dell’Istruzione

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Il pensiero critico è essenziale

Cerimonia solenne di premiazione dei vincitori della prima Competizione di lingua italiana-lingua materna, che non sostituisce, ma s’affianca alle gare di italiano promosse dall’Unione Italiana. Una cerimonia ancora fortemente ostacolata dal protocollo di emergenza Covid, che ha visto tuttavia una sala della Comunità degli Italiani di Pola se non proprio gremita, sicuramente visitata da numerosi studenti, insegnanti e presidi. A fare gli onori di casa la titolare del Settore Istituzioni prescolari, scolastiche e universitarie dell’Unione Italiana, Iva Bradaschia Kožul, insieme a Gianfranca Šuran, consulente superiore per la minoranza nazionale italiana presso l’Agenzia nazionale per l’educazione e la formazione, nonché Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana.

Marin Corva, Fiorella Biasiol, Valentina Perić Turčinović e Iva Bradaschia Kožul

I premiati

La cerimonia delle premiazioni arriva solo a mesi di distanza dalla competizione per motivi legati appunto alle misure epidemiologiche. Con ritardo ma con motivo, dunque, sono stati premiati nove ragazzi divisi in tre categorie di competenza linguistica (dal terzo posto in classifica al primo): Francesca Linčić (Gelsi, Fiume), Paola Konestabo (Dolac, Fiume) e Rafael Vižintin (Buie) per le classi quinte e seste delle elementari, Alexandra Buić (Umago), Erik Rossanda (Pola) e Stefano Stocco (Pola) per le classi settime e ottave delle scuole elementari, e Marko Drandić (Pola), Elisa Marčinko (Fiume) e Valentina Perić Turčinović (Fiume) per le scuole medie superiori.

Sara Trento Pavatić, Rafael Vižintin, Iva Bradaschia Kožul e Marin Corva

La prima edizione

Gianfranca Šuran ha spiegato la differenza tra questa nuova competizione e le Gare d’italiano che conosciamo da generazioni. Questa è la prima edizione di una competizione inserita nel catalogo ministeriale. Le due gare di sapere non sono in concorrenza tra di loro, né vi sono gradazioni di sorta in termini di semplicità o complessità tra le due. In altri termini si potrebbe dirle diverse o complementari. “La differenza – ha spiegato la Šuran – sta nel fatto che mentre per le Gare d’italiano dell’Unione Italiana viene richiesta anche una vena creativa e quindi una disposizione letteraria dell’alunno, nella competizione del Ministero l’estro artistico cade in secondo piano e si valuta piuttosto il livello di competenza linguistica, ovvero le conoscenze degli ambiti definiti dal curricolo”. In questo secondo caso, quindi, si potrebbe parlare di livello tecnico del sapere che non trascura nessuno degli aspetti linguistici: il lessico, l’etimologia, il periodo, la riflessione e – sopra ogni cosa – il pensiero critico, a prescindere dalle vocazioni personali dell’alunno. “Sia che lo studente sia portato per le scienze umanistiche, sia che prediliga altre discipline e professioni, il pensiero critico è quello che lo porterà il più lontano possibile sulla strada del successo”, ha rilevato la consulente Šuran.

Alessandro Lakoseljac Ukmar, Francesca Šuran, Stefano Stocco e Iva Bradaschia Kožul

Un traguardo storico

L’inserimento delle competizioni di italiano come lingua madre nel catalogo delle gare di sapere del Ministero della Scienza e dell’Istruzione – ha detto Corva – è uno dei due traguardi storici che l’Unione Italiana festeggia in concomitanza con il trentennio della sua fondazione. L’altro è l’ingresso del dialetto istro-veneto nell’elenco dei beni culturali immateriali della Repubblica. Inutile dire, quindi, che ci sono degli ottimi motivi per andarne fieri. Per Corva, tuttavia, la gratitudine va in primo luogo ai docenti che sono la “garanzia di continuità e di futuro” per questa nostra Comunità Nazionale, perché, a suo avviso, “le istituzioni sono importanti, ma le persone lo sono di più”.

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