«L’assalto al titolo? Servono rinforzi»

Goran Tomić traccia un bilancio della prima parte di stagione del suo Rijeka. «Abbiamo espresso un gioco solido, offensivo e segnato più di tutti. Le rivali? La Dinamo resta la squadra da battere», dice il tecnico sebenzano

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«L’assalto al titolo? Servono rinforzi»

A Rujevica è tornata a regnare la pace. Il pallone tornerà a rotolare a partire dal 5 gennaio quando riprenderanno gli allenamenti in vista della seconda parte del campionato. Il Rijeka è andato in vacanza appaiato a Dinamo e Osijek e il titolo di campione d’inverno da dividere in tre, a testimonianza di una lotta furibonda che ha tenuto in punta di sedia tutti gli appassionati. A inizio stagione i fiumani ci avrebbero messo la firma: testa della classifica assieme a zagabresi e slavoni, 40 punti raccolti, semifinali di Coppa raggiunte, miglior attacco del campionato e Drmić in vetta alla classifica marcatori con 14 centri. La ciliegina sulla torta sarebbe stata la qualificazione alla fase a gironi della Conference League, ma il PAOK si è rivelato un ostacolo insormontabile. Risultati ben al di sopra delle attese considerando che a luglio la squadra era partita in sordina e senza proclami, con l’unico obiettivo di mettere nel carniere quanti più punti e di spingersi il più lontano possibile in Coppa e in Europa. Paradossalmente, a Rujevica resta un pizzico di rammarico perché per tutta la stagione la squadra era là davanti e avrebbe potuto anche chiudere al comando in perfetta solitudine e non fosse arrivata un po’ scarica nel finale lasciando punti preziosi per strada. Nel complesso però il Rijeka è promosso a pieni voti.

 

Una buona parte del merito va attribuita a Goran Tomić e al suo staff. Il tecnico sebenzano ha dipinto un piccolo capolavoro assemblando la squadra in corsa, riuscendo però in poco tempo a plasmarla a sua immagine e somiglianza, a infonderle la propria idea di gioco dandole un’impronta molto offensiva, creando la giusta alchimia dentro e fuori dal campo e infine, altro dettaglio da non sottovalutare, conquistare anche le simpatie dei tifosi.

Al triplice fischio del derby con l’Istra 1961 è ripartito subito alla volta di Salisburgo dove trascorrerà le feste di Natale e Capodanno. Non tutti lo sanno ma Tomić risiede proprio nella città di Mozart, a cui è legatissimo avendo vissuto quattro stagioni da giocatore al Salisburgo dal 2001 al 2005. Il luogo ideale (lockdown a parte) per staccare e liberare la mente dopo una prima di stagione intensissima.

Goran Tomić è soddisfatto

Mister, da 1 a 10 quale voto darebbe al percorso del suo Rijeka?

“Direi un bell’8”.

Immagino ci sia un po’ d’amaro in bocca per non aver chiuso al comando in solitaria perché, diciamoci la verità, con le ultime quattro partite da giocare davanti al proprio pubblico avevate praticamente la strada spianata per tagliare per primi la linea del traguardo.

“Ovviamente dispiace non aver sfruttato a pieno il fattore campo. D’altra parte però il nostro obiettivo in questa stagione è quello di garantirci un posto in Europa e guardando il tutto attraverso quest’ottica non possiamo che essere molto soddisfatti”.

L’aspetto che le è piaciuto di più?

“Il fatto di aver espresso per gran parte della stagione un gioco solido, offensivo e segnato tanto. Nel finale c’è stato un calo della condizione e abbiamo sofferto un po’, ma quantomeno la vittoria sull’Istra all’ultima giornata ci ha permesso di chiudere l’anno al meglio”.

Qualche rimpianto?

“La sconfitta con l’Hajduk a Rujevica perché per quanto visto in campo avremmo dovuto vincerla quella partita. E poi le mancate vittorie nelle ultime giornate in cui abbiamo sprecato la possibilità di staccare le avversarie”.

E il mancato ingresso in Conference League?

”In questo caso non si può parlare di rimpianti perché il PAOK è stata forse l’unica squadra in stagione ad averci dominati. Bisogna essere oggettivi e dire che siamo usciti contro un’avversaria che ci è stata superiore”.

Un dato che salta all’occhio è il “braccino” avuto contro le dirette rivali in casa. A Rujevica non siete riusciti a battere né la Dinamo, né l’Osijek e nemmeno l’Hajduk. Crede che questo possa essere sintomo di un limite psicologico della squadra?

“Può darsi. In tutte queste partite siamo stati noi più vicini alla vittoria, eppure ci è sempre mancato qualcosa per spuntarla. Forse si tratta effettivamente di un difetto di natura psicologica”.

Si è parlato molto della difesa, finita spesso sul banco degli imputati. In 20 partite avete incassato 27 gol. Tanti, troppi anche in confronto con le tre grandi avversarie.

“Di contro però ne abbiamo segnati 42, più di tutte le altre… Ci siamo orientati verso un calcio molto offensivo e infatti abbiamo il miglior attacco del campionato. Poi è chiaro che questo tipo di gioco presuppone determinati rischi in difesa, ma è stata una nostra precisa scelta”.

Secondo lei con la rosa attuale il Rijeka può giocarsela per il titolo?

“Abbiamo tirato fuori il massimo dai giocatori riuscendo a restare per tutto il tempo ai vertici, ma per salire ulteriormente di livello ci vorranno rinforzi”.

Che cosa si aspetta ora dal mercato. O meglio, che cosa chiederà alla società?

“Sappiamo perfettamente quali sono i ruoli in cui ci manca qualcosa, ma come sempre molto dipenderà dal mercato in uscita. Non possiamo infatti escludere la cessione di alcuni giocatori chiave perciò ci muoveremo in base alle partenze”.

Che cosa vi manca?

“Questo lo tengo per me”.

Obiettivi da qui a fine stagione?

“Un posto in Europa. Questo è il principale obiettivo che mi ha chiesto la società a inizio stagione”.

Ora che siete in semifinale bisogna puntare anche alla Coppa…

“Dati gli ottimi risultati ottenuti sono cresciute anche le aspettative. Sicuramente ci proveremo per la Coppa ma, ripeto, l’unico vero obiettivo è l’Europa”.

Chi teme di più tra Dinamo, Osijek e Hajduk?

“La Dinamo resta la favorita per il titolo. È una squadra non solo costruita per vincere, ma anche abituata a vincere avendo in rosa tanti giocatori di grande qualità ed esperienza”.

Non molto tempo fa si erano susseguite le voci di un presunto interessamento del Rapid Vienna nei suoi confronti, ma c’è davvero stato un contatto?

“Fa piacere essere accostati a grandi squadre, però è anche vero che in giro si può leggere di tutto…”.

Quindi non c’è stato un contatto?

“Finché alleno il Rijeka, parlo solo del Rijeka…”.

Il ritiro lo svolgerete a Umago?

“Sì. Il primo raduno è previsto il 4 gennaio, poi dal 10 saremo a Umago”.

Qual è l’aspetto sul quale insisterà maggiormente?

“Cercheremo di migliorare ulteriormente in tutti i segmenti. Fin qui la squadra ha girato molto bene, ma ci sono sempre delle cose da correggere”.

Le feste le trascorrerà quindi a Salisburgo?

“Sì”.

Farà magari un salto a Sebenico?

“No. Ci vado solamente d’estate, mentre d’inverno sono sempre a Salisburgo”.

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