Il Mediterraneo come oggetto di studio ed espressione artistica

S'inaugura mercoledì prossimo nella Biblioteca Nazionale e Universitaria di Zagabria la mostra «Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso». Ad anticiparla è l'ambasciatore italiano in Croazia, Pierfrancesco Sacco

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Il Mediterraneo come oggetto di studio ed espressione artistica
L’ambasciatore Pierfrancesco Sacco. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Mercoledì 17 gennaio, nella Biblioteca Nazionale e Universitaria di Zagabria, si apre la mostra “Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso”. Creata per il Ministero italiano degli Affari Esteri e la Cooperazione internazionale, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con Telespazio/e-GEOS e Fondazione​ Med-Or del gruppo Leonardo e con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la mostra è impegnata in un tour per cui, dopo alcune tappe all’estero (Beirut, Algeri), grazie all’impegno dell’Ambasciata d’Italia, dell’Istituto Italiano di Cultura e del Consolato Generale d’Italia a Fiume giunge a Zagabria per poi proseguire per Fiume.

Ci siamo rivolti all’ambasciatore italiano in Croazia, Pierfrancesco Sacco, per scoprire alcuni dettagli legati all’organizzazione dell’esposizione e alla scelta di un tema così complesso e vasto come lo è il Mediterraneo.

Com’è nata l’idea che ha portato all’allestimento della mostra «Mediterranea»?
“La mostra, il cui titolo completo è ‘Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso’, è un progetto espositivo promosso dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con Telespazio/e-GEOS e Fondazione Med-Or, e con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per una sua circuitazione soprattutto attraverso i centri urbani dei Paesi delle coste del Mediterraneo, dal Libano e dall’Algeria alla Spagna. Ci è sembrato che fosse impossibile e inopportuno non ricomprendere anche la Croazia nel circuito, un Paese troppo mediterraneo per essere assente, tant’è che in Croazia la circuitazione della mostra prevede due tappe, a Zagabria grazie all’impegno dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura, e a Fiume, grazie ai buoni uffici del Consolato Generale d’Italia”.

Qual è il filo rosso che unisce i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che viene messo in risalto dall’esposizione?
“Il filo rosso è rappresentato da un racconto diacronico del Mediterraneo dall’Antichità ai giorni nostri con i popoli e le civiltà che hanno prosperato lungo le sue coste. Se nel passato il Mediterraneo, come ci hanno mostrato così bene Fernand Braudel e Predrag Matvejević, ha favorito lo scambio e lo sviluppo tra culture anche molto diverse, arrivando queste talvolta anche alla competizione e allo scontro, oggi questo nostro grande mare per la sua tutela e preservazione richiede al contrario l’urgente e stretta collaborazione tra i Paesi che vi si affacciano: il percorso espositivo termina infatti con una installazione site-specific ‘Artificial symmetry’, che lancia un grido di allarme sullo stato d’inquinamento da plastiche del Mediterraneo, è una sollecitazione alla collaborazione per un uso sostenibile della plastica, perché l’impegno e lo sforzo di singoli attori non può bastare per una causa che è collettiva e comune, come il Mediterraneo. È senz’altro questo il messaggio più importante che con questa mostra intendiamo veicolare e trasmettere alle generazioni dei giovani visitatori, che rappresentano il futuro”.

Chi ha curato la mostra?
“Curatrice della mostra è Viviana Panaccia, della Vivi&Partners, una squadra di professionisti della comunicazione e della progettazione espositiva che nello sviluppo dei propri progetti coniuga il linguaggio scientifico e artistico, per coinvolgere un vasto pubblico sui temi della ricerca, Spazio e ambiente. L’obiettivo è raggiunto attraverso la combinazione di divulgazione ed emozione, rigore scientifico ed estetica per una fusione dei codici espressivi”.

Come si inserisce il «Made in Italy» nel concetto della mostra?
“In effetti, la mostra incarna e promuove un ‘Made in Italy’ del passato, del presente e del futuro, in quanto stabilisce un dialogo, per esempio, tra immagini satellitari ad altissima risoluzione dell’Agenzia Spaziale Italiana, mappe antiche e opere d’arte, in una sintesi di cultura, arte e scienza dove i contenuti culturali e artistici si integrano con i prodotti più avanzati dell’innovazione e della tecnologia italiana: ne emerge l’immagine di un Paese che si è sempre distinto per il suo ‘saper fare’, dai portolani medievali, i primi veri manuali per la navigazione, alle stazioni satellitari”.

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