Il magico mondo del caffè. Dalle origini alla sua diffusione

La mostra, inaugurata nell'atrio monumentale dell'ASP ITIS di Trieste, ha come filo conduttore il rapporto storico e contemporaneo tra Brasile e Italia, focalizzato sui vari aspetti della coltivazione della pianta

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Il magico mondo del caffè. Dalle origini alla sua diffusione
Gianni Pistrini e il curatore della mostra Bruno Vajente dinanzi alle opere esposte. Foto: ROSSANA POLETTI

“Viaggiando nella terra del caffè”, inaugurata nell’atrio monumentale dell’ASP ITIS di Trieste, è una mostra per immagini, organizzata dall’Associazione Museo del Caffè di Trieste in collaborazione con lo stesso ITIS.
L’iniziativa ha un valore simbolico e sociale allo stesso tempo, come hanno avuto modo di sottolineare i responsabili dell’ITIS, Maria Teresa Agosti, Francesco Mosetti e il presidente Aldo Pahor: vuole essere uno spazio aperto alla città, affinché questa possa entrare nell’ente e nel contempo gli anziani presenti nella struttura possano fruire delle immagini e delle informazioni didascaliche.
Il presidente del Museo del Caffè, Gianni Pistrini, ha ricordato il partenariato con l’omologo Museu do Café di Santos del Brasile, perché questa mostra vuole anche essere la storia dell’emigrazione italiana nel paese sudamericano. Nel 1905, ha ricordato, il 9,2 p.c. dei proprietari terrieri nello stato di San Paolo erano italiani. Venivano tutti dalle zone rurali, avevano lavorato duramente nelle piantagioni ed erano desiderosi di creare benessere. Un terzo della produzione mondiale del caffè viene dal Brasile, mentre la tostatura di ispirazione italiana del chicco verde ha legato fortemente l’Italia a quel paese. Inoltre gli italiani, attraverso una sapiente tostatura e preparazione della materia prima, hanno creato una bevanda di qualità, raffinata, che ha influenzato il consumo di tutto il mondo. Il gemellaggio tra Trieste e la città di Santos è stato celebrato attraverso l’intitolazione della grande piazza antistante l’ingresso del porto di Trieste. In questo contesto la città giuliana ha avuto un ruolo di rilievo, grazie al suo porto e alle realtà presenti sul territorio, una vera e propria “capitale del caffè”. È stata un caso unico nello scenario nazionale e internazionale di questo prodotto, grazie alla presenza dell’intera filiera: dal chicco alla tazzina servita nei locali e nei prestigiosi caffè storici e locali. E a proposito dei locali storici, la mostra evidenzia interessanti immagini dei famosi Caffè Tommaseo, San Marco, Specchi e dei tanti che si sono persi nel tempo, avendone la città ospitati innumerevoli, ricchi, spaziosi e molto frequentati.
Alcune foto nella mostra raccontano di situazioni difficili, denotano la povertà con cui i migranti italiani approdavano dal 1870 (la migrazione massiccia durò fino al 1920 circa) in Brasile, dopo che fu abolita la schiavitù e il paese necessitava di manodopera. Furono quasi un milione e mezzo ed è questa enorme quantità di persone che lasciò nel paese una forte impronta culturale. Non tutti i migranti, si è detto, sono finiti nelle campagne. I non contadini restarono in città impiegati nelle industrie, nell’artigianato e nella torrefazione appunto del caffè.
La mostra propone, oltre alle foto, testi esplicativi che raccontano di questa lunga ed appassionante avventura, ma pure un video, proiettato in continuo nel salone attiguo.
“Viaggiando nella terra del caffè” sarà visitabile all’ITIS di via Pascoli a Trieste, con ingresso libero, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

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