Tutti insieme per i 140 anni di Pinocchio

Avviate alla CI di Pola le celebrazioni in occasione della prima pubblicazione del romanzo di Carlo Collodi. Alla giornata ha partecipato la verticale scolastica della locale CNI

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Tutti insieme per i 140 anni di Pinocchio
Tamara Brussich, Petra Blašković e Alessandro Lakoseljac. Foto: Arletta Fonio Grubisa

La Comunità ha fatto ancora una volta… comunità alla grande. Stavolta non è stato Dante e nemmeno Gianni Rodari, ma Pinocchio. Il 140.esimo anniversario della prima pubblicazione delle sue avventure si è reso responsabile di aver riunito sotto l’egida di una splendida proposta didattica l’intera verticale scolastica della Comunità Nazionale Italiana di Pola. La sede della CI si è trasformata in una scuola gigante per la più tenera età in su, che nell’esibire i frutti di una fervida e appassionata attività e andata via via crescendo assieme all’allegoria di quell’anima acerba insita nel celeberrimo burattino, che dopo tribolate vicissitudini si fa bambino-essere umano, miracolosamente responsabile e cosciente di sé stesso.

Coinvolte le istituzioni formative
È un po’ il percorso compiuto ieri mattina, nella prima giornata dedicata al progetto “140 anni di Pinocchio”. La coscienza dell’appartenenza alla medesima collettività è maturata spontanea, palesandosi in ogni frangente di presentazione, recita ed esibizione, di quanto messo in campo per celebrare il libro che ha fatto crescere tutte le generazioni, dai trisavoli in giù. Associandosi ai festeggiamenti per questo straordinario anniversario che tutta Italia ricorda, la Comunità polese, in collaborazione con la Biblioteca civica e sala di lettura di Pola e il pieno supporto dell’Unione Italiana, ha catturato e coinvolto nella “missione Pinocchio”, tutte e tre le nostre istituzioni formative: l’ente prescolare in lingua italiana “Rin Tin Tin”, l’elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” e la Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” per dare vita ad una tre giorni progettuale oltremodo proficua e significativa.

Sinergia tra le scuole
Tutto è cominciato ieri mattina, in una sala spettacoli gremita di gioventù, quando Tamara Brussich, presidente della CI, ha dato il benvenuto ai convenuti, rivolgendo una calorosa accoglienza ai ragazzi e ai loro insegnanti in particolare, quindi a Liana Diković, responsabile del servizio bibliotecario per la CNI presso la Civica di Pola, ai tre dirigenti delle istituzioni partecipanti, Serena Sirotić (“Rin Tin Tin”), Luka Brussich (“Martinuzzi”) e Debora Radolović (“Dante”), e, poi anche al presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, al vicesindaco di Pola in quota CNI, Bruno Cergnul e al presidente del Consiglio della minoranza italiana della Città di Pola, Ervino Quarantotto. Le congratulazioni alla CI di Pola per aver scelto di sviluppare in più variegate sfaccettature un contenuto letterario “sempreverde” sono arrivate da Marin Corva, mentre Bruno Cergnul ha sottolineato il pregio specifico della lingua italiana che nella comunità cittadina apre le porte alla creatività e all’apprendimento permanente attraverso la sinergia delle sue istituzioni culturali e formative.

Il ruolo della famiglia
A introdurre Pinocchio e l’intera collezione di metafore che ruotano attorno a una delle figure più amate dalla letteratura per l’infanzia è stata Serena Sirotić, facendo convogliare in Comunità tutto il bagaglio delle attività proposte nei soggiorni prescolari “Rin Tin Tin”. Ecco qui il percorso iniziato assieme a Pinocchio estraendo dal magico baule le sue avventure (con libro, cartone animato, pupazzi e marionette in allegato), per riflettere sull’importanza del ruolo della famiglia, sui valori della collaborazione e della responsabilità, per conoscere le tecniche espressive con cui proiettare il proprio vissuto sui personaggi e burattini, stimolare l’arricchimento lessicale nell’ambito di contesti ludici e altro ancora. Dal medesimo baule è saltato fuori il racconto che nell’immaginario infantile rappresenta il bambino, quello di oggi ancora più irrequieto, distratto, capriccioso e ancora schivo nei confronti del dovere e delle regole. Questo medesimo bambino, alias Pinocchio, però è anche sinonimo di libertà, divertimento, fantasia che ha aiutato i gruppi “Rin Tin Tin” ad attivare la creatività, la cooperazione e il lavoro di gruppo. Geppetto che come sentito, rappresenta la generosità e l’amore genitoriale; la fata, figura chiaramente materna, la personificazione dell’immaginario e fantasioso; il grillo la voce della coscienza; il gatto e la volpe che conferiscono il volto alla malizia e alla tentazione hanno profondamente ispirato anche l’attività all’elementare “Giuseppina Martinuzzi”, dove le insegnanti delle classi inferiori assieme ai propri ragazzi hanno compiuto un vero miracolo: la storia di Pinocchio tradotta nell’idioma dialettale.

Una versione dialettale
La poesia “Pinocchio alla polesana”, letta dall’insegnante Barbara Markulinčić è stata subito interpretata a memoria dagli alunni recitatori: “Jera ‘na volta un povero omo de nome Gepeto; ‘l bramava tanto gaver un putel quasi perfeto. Con un zoco de legno taja de qua spiana de là Pinochio xe rivà… E via a imparare che “invese de schei” nel campo dei miracoli “se ingruma bacoli” e che assieme a “Lucignolo, anima persa” soltanto “sameri se pol diventar”. A proposito di bugie, ecco anche rivelato l’arcano dello pseudonimo Collodi con cui Lorenzini “imbrogliò” il pubblico. Avanti con il divertimento e tanta animazione in sala dettata pure dal progetto pedagogico che alla Sezione periferica di Gallesano, con la guida dall’insegnante Luana Pozder, ha saputo creare un prodotto da brevettare per l’industria del giocattolo: il gioco dell’oca in versione Pinocchio.

Arte, teatro e tecnologia
Ha fatto seguito la presentazione dei lavori realizzati alla “Dante”, assieme al prof. di storia dell’arte, Mauro Bortoletto, perché da quanto recepito la storia di Collodi non ha età e può davvero offrire lo spunto per una riflessione pittorico-grafica a ragazzi che “soffrono” le pene caratteristiche dell’età adolescenziale. Al pubblico l’occasione di ammirare il trittico su tela, disegni e proposte illustrate in tecnologia digitale. Tuffo quindi nel teatro grazie all’attrice Petra Blašković: ha trasformato il pubblico… in burattini e coadiuvata da immagini video ha raccontato la bellezza di fare laboratorio ludico dialettale polesano con i ragazzini da 6 a 12 anni (ed anche più giovani), attorno ad un argomento che si presta a mille interpretazioni e deviazioni di fantasia. Lo ha dimostrato pure l’insegnante Alessandro Lakoseljac Ukmar nel presentare i lavori di scrittura creativa dei ragazzi che frequentano il corso acceso di recente presso la CI. Incredibili le storie generate e accompagnate da illustrazioni create rubando dall’intelligenza artificiale: Pinocchio che seppellisce il cellulare di babbo Geppetto nel campo dei miracoli per veder crescere l’albero tecnologico; Geppetto cavernicolo che fabbrica il burattino in pietra; Pinocchio allo swit shop che ordina profiterol dal Gatto e dalla Volpe pasticceri e via storpiando con arguzia, inventando, imparando, maturando e crescendo come quel magnifico bambino che si libera dalle spoglie di legno.

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