«I violini di Travalja». Una passione di famiglia

Al Museo civico di Fiume (Palazzo dello Zucchero) è allestita la mostra degli strumenti realizzati dal liutaio fiumano, uno dei pochi attivi in Croazia

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«I violini di Travalja». Una passione di famiglia
I violini costruiti da Travalja. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La Giornata internazionale dei musei è stata celebrata nel Museo civico di Fiume con l’inaugurazione della mostra “I violini di Travalja”, che propone una serie di strumenti realizzati dal liutaio di Fiume, Danilo Travalja, esposti nel grande salone al secondo piano del Palazzo dello Zucchero. Avendo appreso il mestiere da suo padre, Danilo Travalja ha continuato con passione la tradizione familiare, producendo strumenti apprezzati da rinomati violinisti, come Goran Končar, e conoscitori della musica, come Muneyuki Nakazawa, principale commerciante di strumenti ad arco in Asia. La mostra propone i violini costruiti da Danilo Travalja e i primi lavori realizzati da suo padre, maestro liutaio e restauratore di strumenti. Oltre ai violini completati, i visitatori possono vedere anche le varie parti delle quali si compone un violino e qual è la loro funzione, come pure gli attrezzi utilizzati nella loro costruzione. Nell’ambito dell’esposizione si può pure vedere il cortometraggio di Dževad Bećar, che segue Danilo Travalja durante il processo di costruzione di un violino.

Come rilevato da Vinko Ivić, direttore f.f. del Museo civico, Danilo Travalja, oltre a essere capitano di lungo corso e insegnante in pensione, è anche pittore e restauratore, ma soprattutto liutaio. L’autrice della mostra e curatrice in seno al Museo civico, Rafaela Ban, ha ricordato che nel XVIII secolo, nel salone del Palazzo dello Zucchero gli amministratori dell’ex Zuccherificio organizzavano serate musicali. “Il Museo civico desidera raccontare le storie della musica, dei musicisti e degli strumenti locali – ha sottolineato la curatrice –. Non ci aspettavamo, però, di raccontare la storia di un costruttore di violini di Fiume”, ha osservato Rafaela Ban.
Danilo Travalja ha ereditato lo studio di suo padre ed è uno dei pochi liutai in Croazia a mantenere viva questa tradizione artigianale. Nella costruzione di violini, Travalja si avvale delle tecniche utilizzate dai maestri liutai delle famiglie Stradivari, Amati e Guarneri – che operavano all’epoca in cui questo mestiere attraversava un periodo d’oro, ossia tra il XVI e il XVIII secolo – e di artigiani autodidatti come il dottor Franjo Kresnik. “In questo senso – ha proseguito l’autrice della mostra – Travalja porta avanti la tradizione europea, locale e familiare nella costruzione di violini”.
A differenza del processo di costruzione dei violini in fabbrica, che dura alcuni giorni, quello artigianale necessita di diversi mesi. Si tratta di un lavoro impegnativo che richiede un legno stagionato di qualità, tanta pazienza e precisione. Dal 2014, Travalja ha costruito dieci violini, tutti diversi tra di loro, realizzati in base ai modelli di Maggini, Stradivari e Amati, nonché in base al suo modello. Per la costruzione dei diversi pezzi che compongono la cassa armonica del violino viene utilizzato il legno dell’abete rosso e di acero. Come spiegato dalla curatrice, i suoi strumenti sono particolari perché sono spesso dipinti o decorati nello stile degli strumenti antichi. La grande cura per i dettagli che caratterizza il lavoro di Travalja è stata riconosciuta sia da altri liutai che da coloro che li suonano, i quali lodano la bellezza e brillantezza del suono che questi strumenti producono.
Danilo Travalja ha ricordato che si è diplomato all’età di 22 anni, diventando pilota di sottomarino e in seguito capitano di lungo corso. All’età di 36 anni ha dipinto il suo primo quadro, al quale hanno fatto seguito altri circa 1.500 dipinti. All’età di 40 anni è diventato insegnante nell’Istituto di nautica di Buccari, mentre a 60 anni ha iniziato a restaurare e a costruire violini. Ha espresso il desiderio che un giovane prenda in mano questo lavoro e continui a costruire violini.
Al termine della cerimonia d’inaugurazione della mostra, nello splendido salone del Palazzo, che vanta – è doveroso notarlo – un’ottima acustica, si sono esibiti il violinista Matej Žerovnik, accompagnato al pianoforte da Juraj Marko Žerovnik. In programma un brano di Dora Pejačević. Speriamo che chi di dovere comprenderà il potenziale di questo ambiente per ospitare concerti da camera, il che contribuirebbe a un’ulteriore valorizzazione del Palazzo dello Zucchero come contenitore di eventi culturali di varia natura. La mostra si può visitare fino al 7 luglio.

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