I dialetti del Triveneto e dell’Istria raccontano il teatro

Torna dopo due anni di pausa dovuta alla pandemia il Festival internazionale «Ave Ninchi», che si terrà al Magazzino 26 del Porto Vecchio a Trieste

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I dialetti del Triveneto e dell’Istria raccontano il teatro

“Il teatro realizzato con il linguaggio vissuto come il dialetto è un aspetto importante della nostra cultura” – così ha esordito il vicesindaco e assessore ai teatri del Comune di Trieste, Serena Tonel, alla presentazione del 28.esimo Festival internazionale “Ave Ninchi”, teatro nei dialetti del Triveneto e dell’Istria, organizzato da L’Armonia, Associazione tra Compagnie teatrali triestine. “Fu avviato nel 1997, alla scomparsa dell’attrice triestina a cui è dedicato” – ha ricordato Giuliano Zannier.

Il ventennale del tour Les Petit

Purtroppo la pandemia ha impedito che si realizzassero le ultime due edizioni; il Festival torna a rinascere a marzo (generalmente aveva luogo a dicembre) grazie anche alla collaborazione con la rassegna “Una luce sempre accesa” del Comune di Trieste, al Magazzino 26 del Porto Vecchio. Sul palco della Sala Luttazzi si alterneranno tre gruppi teatrali, mentre a concludere l’iniziativa ci sarà il Salotto Giotti, giunto alla 26.esima edizione: Osservatorio sulla tradizione e sui nuovi orientamenti dell’espressione artistica in dialetto triestino, che quest’anno sarà dedicato al ventennale del tour Les Petit Petit en Europe orientale, l’iniziativa teatrale della Compagnia parigina “L’Espace d’un instant”, che nel 2001 riunì 20 gruppi provenienti da 10 Paesi europei in un tour di tre mesi, dal mar Caspio a Parigi. Vi parteciparono Giuliana Artico e Giuliano Zannier, del Gruppo Amici di San Giovanni, con lo spettacolo “Bora un vento da Est”. Da questo viaggio avventuroso è nato un libro che sarà presentato il 30 marzo prossimo alle ore 20.30, assieme al film girato nell’occasione. “Il libro – ha affermato Zannier – ci porta a guardare quei Paesi che attraversammo, scossi a quel tempo da venti di guerra, Georgia, Armenia, i Balcani, facendoci osservare che poco è cambiato e che continua a esserci di mezzo sempre la Russia e la sua voglia di Impero. In appendice al libro è pubblicata una commedia, “Sei personaggi in zerca de un passeur” tratta da “Ha fatto bene a morire” di Ilirjan Bezhani, tradotta dal francese durante quel viaggio. Parla di un gruppo di albanesi disposti a tutto pur di arrivare in Italia – ha concluso Zannier -, fortunatamente quel momento è superato”.

Commedie e spettacoli-canzone

Gli spettacoli in scena saranno tre, come ha evidenziato Sabrina Censky Gojak, a partire da sabato 19 marzo 2022, alle ore 20.30, con la Compagnia Cibìo Aps della Pro Loco di Chions (Pordenone) che parla di “Orazio – L’ultimo Conte de Cusan”, commedia in costume ispirata al poemetto satirico “L’imeneo Cusano” di Giorgio di Polcenigo (1770) da una ricerca storica e letteraria di Alberto Pavan, scritta da Aldo Presot, per la regia di Daniele Travain.

Seguirà giovedì 24 marzo alle ore 20.30, il Gruppo proposte teatrali APS – F.I.T.A. di Trieste con “Casalinghe disperade”, tratto da “Le cognate” di Michael Tremblay, nell’adattamento in dialetto triestino e la regia di Alessandra Privileggi. Commedia divertente, caratterizzata da momenti corali e altri molto intimi, che racconta in modo grottesco la frustrazione di un gruppo di casalinghe riunitesi per l’incollaggio di punti vinti al supermercato.

Il terzo appuntamento sarà domenica 27 marzo alle ore 17 con l’Assemblea teatrale maranese, di Marano Lagunare, con Neta, storia di una pescivendola, spettacolo di teatro-canzone, scritto e interpretato da Andrea Regeni su canzoni di Carlo Scala. Emozioni per riflettere e sorridere. Amore, amicizia, voglia di vivere, risate e canzoni, per ricordare come eravamo e conoscere un’arte e una tradizione care alla gente di mare.

L’idea del Festival del teatro nei dialetti del Triveneto e dell’Istria nasce dal desiderio de L’Armonia di incontrare più da vicino il teatro che si esprime nella parlata veneta, il gruppo linguistico più consistente in Italia di cui il dialetto triestino e quelli istriani fanno parte, una famiglia di lingue viva e profondamente radicata nella cultura della grande maggioranza della gente delle nostre terre, per le quali il Teatro, come già avvenuto in passato con grandissimi autori, continua ad essere un momento vivacissimo. Maggiori informazioni sulla rassegna su www.teatroarmonia.com.

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