Gli straordinari capolavori di Rachmaninov e Papandopulo

Al Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc» di Fiume è stata inaugurata con due concerti dedicati ai grandi compositori la stagione sinfonica 2023/24

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Gli straordinari capolavori di Rachmaninov e Papandopulo
Martina Filjak. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Due concerti dedicati a Sergej Rachmaninov (1873-1943) e a Boris Papandopulo (1906-1991), intitolati “Doppia festa”, hanno inaugurato la stagione sinfonica del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume. Il primo appuntamento con i due grandi compositori e l’Orchestra sinfonica di Fiume diretta dal Maestro Valentin Egel ha avuto luogo giovedì scorso e ha visto l’esecuzione dello splendido Secondo concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov – con in veste di solista la rinomata pianista Martina Filjak -, e la straordinaria Seconda sinfonia di Papandopulo. Nell’ambito del secondo concerto, tenutosi sabato scorso, sono stati invece proposti i brani “Vrzino kolo” di Papandopulo, uno scherzo sinfonico per pianoforte e orchestra che ha visto ancora nei panni di solista Martina Filjak; il Concerto per xilofono e archi, sempre di Papandopulo, al quale si è esibito in qualità di solista il percussionista Pedro Rosenthal Campuzano, per concludere con un altro gioiello musicale di Rahmaninov: la Seconda sinfonia in mi minore.

Programma accattivante ed educativo
Entrambe le serate hanno presentato un programma accattivante e al contempo educativo, in quanto le musiche di Papandopulo presentate nel loro ambito sono raramente presenti sui programmi concertistici, nonostante si tratti di opere di straordinario spessore, che meriterebbero di trovare il loro posto anche nei repertori di orchestre fuori dai confini della Croazia. Ma andiamo per ordine.
La prima serata è stata inaugurata con il celeberrimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Rahmaninov, che rientra tra le pagine più belle mai scritte per questo strumento e non smette di ammaliare pianisti e pubblico. Martina Filjak ha offerto un’esecuzione cesellata e brillante dei tre movimenti del concerto, dimostrando molta disinvoltura nell’esecuzione dei passaggi brillanti e notevole coinvolgimento nell’esecuzione delle linee melodiche. Ci è sembrato particolarmente ben riuscito il secondo movimento (Andante sostenuto), in cui Filjak ha dosato sapientemente la dinamica, interpretando con grande sensibilità la dolce e delicata melodia. Si è potuta notare un’ottima intesa tra la solista e il Maestro Valentin Egel, il quale ha assecondato prontamente tutte le libertà che la pianista si è concessa nell’esecuzione. Il pubblico ha premiato con copiosi applausi la talentuosa musicista, la quale ha in seguito concesso un bis: il Preludio per la mano sinistra op. 9 di Aleksander Skrjabin.

Un’orchestrazione fantasiosa
Nella seconda parte del concerto l’Orchestra ha proposto la Seconda sinfonia di Papandopulo, composta a Fiume nel 1946. Il brano è stato già eseguito con successo dall’Orchestra nella scorsa stagione, mentre in quest’occasione ha proposto un’esecuzione ancora più disinvolta. Ricordiamo che la sinfonia è destinata a una grande orchestra e contiene un elemento originale: nel quarto movimento, la melodia principale viene vocalizzata da un mezzosoprano (in questo caso, la linea melodica è stata nuovamente eseguita da Emilia Rukavina). La composizione è caratterizzata da un’orchestrazione straordinariamente fantasiosa, in cui ciascuna sezione dell’orchestra viene messa in risalto in diversi momenti e concorre a creare un insieme brillante. Alla complessità del tessuto musicale si aggiunge un altrettanto complesso disegno ritmico. L’Orchestra ha eseguito con impeto e convinzione l’esigente sinfonia, dimostrando di aver metabolizzato e fatto suo questo capolavoro della musica sinfonica croata sotto l’ispirata guida del Maestro Valentin Egel. Molto brava Katarina Kutnar nei panni di maestro concertatore.

Ritmi sincopati e incalzanti
A inaugurare la seconda serata è stato lo scherzo fantastique “Vrzino kolo” per pianoforte e orchestra di Papandopulo, che ha visto Martina Filjak nuovamente nei panni di solista. Il vivace brano si articola in ritmi sincopati e incalzanti, che sono una caratteristica spiccata delle opere di Papandopulo. La parte del pianoforte è stata eseguita in maniera brillante dalla pianista, che ha risposto puntualmente a tutte le sfide dell’esigente partitura (Filjak ha suonato dallo spartito), in cui il compositore ha superato l’armonia tonale. L’unico neo dell’esecuzione è stato il mancato equilibrio sonoro tra il pianoforte e l’orchestra, in quanto nei numerosi segmenti concitati del brano l’organico ha “coperto” lo strumento, che è risultato “sommerso” dalla potenza sonora dell’Orchestra.
Ha fatto seguito il Concerto per xilofono e orchestra, sempre di Papandopulo, che si compone di quattro brevi movimenti dai quali trasuda l’immensa vitalità del compositore. Il solista Pedro Rosenthal Campuzano si è dimostrato un interprete sicuro e tecnicamente brillante e assieme all’Orchestra e al Maestro Valentin Egel ha donato al pubblico fiumano un’esecuzione di notevole qualità. Ricordiamo che l’esecuzione di questo brano è stata dedicata al membro dell’Orchestra sinfonica di Fiume, Dario Grgurić, spentosi prematuramente qualche mese fa.
Il pubblico ha premiato con forti applausi il valente musicista, il quale ha proposto in seguito un bis al pianoforte: una versione jazzy del noto tango argentino “Por una cabeza” composto, nel 1935, da Carlos Gardel (musiche) e Alfredo Le Pera (testi).

L’apice della serata
L’apice della serata è stata l’esecuzione della Sinfonia n. 2 op. 27 in mi minore di Rachmaninov, caratterizzata da un suono compatto e da un’interpretazione convincente dell’organico. Valentin Egel, che ha chiaramente goduto nell’esecuzione di queste splendide pagine, è riuscito a trasmettere il suo entusiasmo all’Orchestra, dando così vita a una toccante interpretazione. La sinfonia si apre con un’ampia melodia ed è caratterizzata, come tutte le composizioni di Rachmaninov, da un denso tessuto armonico. La sezione degli archi, guidata dal maestro concertatore Anton Kyrylov, ha reso in maniera molto sensibile lo slancio emotivo e melodico delle pagine del compositore russo, seguendo il gesto energico e trascinante di Egel.
Considerata la qualità del programma proposto a entrambe le serate, ci sorprende che il pubblico a entrambi gli appuntamenti non sia stato più numeroso. Un fatto che dovrebbe impensierire chi di dovere.

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